Itri / Domani mattina messa di suffraggio per le vittime di Monaco di Baviera

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ITRI – Una messa di suffragio per le nove vittime di Monaco di Baviera di venerdì 22 luglio 2016, verrà officiata da padre Antonio Rungi, domani mattina, domenica, 24 luglio 2016, nella Chiesa dei Padri Passionisti di Itri. Messa domenicale molto frequentata dai fedeli della città, ma anche da itrani che lavorano in Germania e all’estero, presenti ad Itri per la festa della Madonna della Civita che si è conclusa, ieri sera, mentre in Germania si verificava questa nuova strage di persone innocenti. Occasione, questa, per padre Antonio Rungi, per riflettere sul tema del terrorismo e far pregare la comunità cristiana di Itri e della zona per questo scopo.

“Due sono gli strumenti efficaci per un cristiano o per un vero credente di ogni altra religione per combattere il terrorismo a livello globale e planetario. E questi due strumenti sono la preghiera e il dialogo tra le religioni e le culture diverse dal mondo occidentale”, è quando afferma il teologo morale padre Antonio Rungi, passionista della comunità del santuario mariano della Civita, in Itri (Lt), commentando il brano della scrittura della XVII domenica del tempo ordinario, tratto dal Libro della Genesi, in cui si parla di Sodoma e Gomorra.

“Solo una visione di leale confronto tra culture e religioni diverse –afferma padre Rungi- potrà sconfiggere questo fenomeno, sempre più diffuso tra i giovani, che spesso sono passivi imitatori di modelli comportamentali violenti che non dovrebbero essere diffusi sui media. E per arrivare a tale dialogo è necessario formare le coscienze all’accoglienza, alla tolleranza, al reciproco rispetto, senza supremazie di culture e visione di vita, rispetto ad un’altra. Non sono le armi, non solo le politiche dell’annuncio, ma l’azione concreta di chi ama davvero la pace e la costruisce ogni giorno, in ogni parte della terra, a rendere possibile una nuova stagione e cultura di pace universale, che oggi manca in ogni parte del mondo.

Siamo sempre più convinti, anche dietro quanto continuamente ripete il Santo Padre, Papa Francesco, che di fatto ci troviamo a fare una terza guerra mondiale a pezzetti. Ove si combatte con i soldati in campo o con gli aerei che bombardano, ove si fanno epurazioni di massa, ove si sostiene il terrorismo, ove le ingiustizie sociali ed economiche creano sempre più scontenti. Tutto questo ha messo il mondo in un stato di guerra, non aperta e dichiarata, ma di fatto svolta e consumata ogni giorno, in varie parti del mondo, dall’estremo oriente, all’America e all’Europa. Non c’è continente –scrive il teologo Rungi – ove il problema della guerra non sia avvertito e vissuto con drammi e preoccupazioni diversi”.

Cosa fare si chiede padre Rungi?: “Basta con gli annunci, basta con i proclami, soprattutto in Europa. Si tratta di scendere in campo con le armi dell’amore e della misericordia, del dialogo e del confronto, della comprensione e non dell’emarginazione, della giustizia sociale e della solidarietà tra i popoli, per capire questo fenomeno devastante e desolante che non porta da nessuna parte. Serve solo ad ammazzare persone innocenti e a seminare il terrore in ogni angolo della terra. Sodoma e Gomorra, le due città del Libro della Genesi, sono espressione del decadimento morale e sociale del tempo e sono, oggi un forte richiamo per tutti – conclude il teologo – per trovare almeno un giusto che voglia fare davvero un discorso di pace e di accoglienza universale.

Questo giusto noi lo riconosciamo nella figura di Papa Francesco, sulla cui scia ogni cristiano si deve porre e camminare speditamente. Non è lottandoci, né rimanendo passivamente ad aspettare gli eventi, che si fa la cosa più giusta, ma capendoci ed aiutandoci che si cammina verso la pace. Bisogna movimentare le coscienze di tutti, partendo dalla preghiera e dalla vera fede delle diverse religioni, chiamate, spesso ingiustamente in causa, per giustificare folli gesti e stragi di massa come sempre più sta succedendo in ogni parte della terra. Mai più terrore con la forza del dialogo e dell’amore”, conclude la sua riflessione morale padre Antonio Rungi.