Giudice di Pace di Minturno, respinta la domanda cautelare del ricorso contro il decreto ministeriale di chiusura

MINTURNO – Respinta la domanda cautelare del ricorso contro il decreto ministeriale del 10 novembre 2014 che ha disposto la chiusura dell’Ufficio del Giudice di Pace di Minturno. Il Tar del Lazio non ha concesso la sospensiva, così come già accaduto con il ricorso presentato dal Comune di Palestrina, in quanto – si legge nel provvedimento – “emergono rilevanti profili di inammissibilità in ordine alla proponibilità del ricorso in forma cumulativa, riguardando gli effetti del provvedimento impugnato distinte posizioni riconducibili ai singoli Comuni interessati dalla soppressione dei singoli Uffici del Giudice di pace in seguito a distinte istruttorie svolte dall’organo competente”.

Insomma, un errore di valutazione da parte dei ricorrenti che non hanno pensato alla diversità delle situazioni dei singoli Comuni. Infatti, Minturno – non il Comune ma alcuni cittadini – ha presentato ricorso insieme ad altri 16 Comuni, ovvero Castel di Sangro, Belvedere Marittimo, Serra San Bruno, Chiaravalle Centrale, Lizzano, Frattamaggiore, Caulonia, Castellammare di Stabia, Quarto, San Giovanni in Fiore, Taurianova, Pozzuoli, Squillace, Francavilla Fontana, Torre del Greco, Castelnuovo di Porto.

Il tribunale amministrativo ribadisce che “non si rinviene la gravità e irreparabilità dei pregiudizi dedotti dai singoli ricorrenti, rilevando i pregiudizi dedotti dai Comuni costituiti su distinte posizioni soggettive di ‘cointeresse’ e non di ‘controinteresse’ (a parte il Comune di Castellamare di Stabia) che legittimavano ad autonome impugnative”. Quindi nessuna sospensiva e si dovrà entrare nel merito nella prossima udienza.

Il Tar ha condanna in solido le parti ricorrenti al pagamento delle spese della fase cautelare in favore del Ministero della Giustizia, che liquida in mille euro totali oltre accessori di legge.
Giuseppe Mallozzi

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