Cassino / Al Camusac “Reconstructing City. Iron. Steinless Steel. 2016”, il vernissage di Nicola Carrino

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CASSINO – Dopo le mostre dedicate alla scultura di Hidetoshi Nagasawa, di Pino Spagnulo e di Shigeru Saito, sabato 14 maggio 2016 alle ore 18.00 s’inaugura la mostra personale di sculture di Nicola Carrino, a cura di Bruno Corà, presso il Cassino Museo d’Arte Contemporanea (CAMUSAC) in via Casilina Nord n. 1 a Cassino.

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Nicola Carrino (ph. Armando Gregori)

L’evento espositivo, di carattere antologico, riveste un particolare significato in una città come Cassino che, ricostruita e sviluppatasi dopo le distruzioni causate dalla seconda guerra mondiale, con scarsa qualità progettuale e ancor minore qualità edilizia, a lungo in assenza o quasi di efficaci disegni urbanistici, avrebbe tutte le caratteristiche per divenire sede permanente di riflessioni sulla necessità di riqualificazione del tessuto e della realtà urbana di città un tempo meta di antiche percorrenze e stanzialità civili di cui sono ancora visibili le importanti vestigia.

Un artista come Nicola Carrino, che assomma nel proprio magistero esperienze di carattere pittorico e plastico, architettonico, matematico e filosofico, appare tra i migliori interpreti a livello nazionale e internazionale di possibili azioni trasformative che annettono alla prassi artistica anche l’interazione del fruitore e dunque una consapevole partecipazione del pubblico ai possibili mutamenti degli ambienti di vita. Nella mostra infatti presso il CAMUSAC, nel cuore del quadrante sud del Lazio, a pochi chilometri da Frosinone (dove il Maestro ha insegnato al Liceo Artistico nel 1965 e scultura presso la stessa Accademia di Belle Arti tra il 1979 e il 1992), Carrino propone unitariamente una vasta gamma dei suoi cicli plastici “Costruttivi”, “Decostruttivi” e “Ricostruttivi”, consentendo ad ognuno di comprendere i processi formativi della creazione ambientale e della sua qualificazione civile.

L’organizzazione degli elementi componenti le sue opere non ignora i contesti entro cui egli le espone, rendendole pertanto sensibili catalizzatori di una spazialità da essi stessi prodotta e disponibile al mutamento, col mutare della loro organizzazione.

La mostra di Carrino assume, in tal senso, anche una valenza fortemente propedeutica per ogni iniziativa che, a partire dai principi costruttivi, decostruttivi, ricostruttivi indicati nell’opera di Carrino, si renda capace di intervento in ogni ambiente che lo necessiti.

Nell’ottica di un’azione visivo-plastica che dura da circa 60 anni, Carrino è giunto ad affermare che «La città dovrebbe essere bella e significante come tante volte idealmente disegnata». In tal senso questa mostra offre esempio di «ricostruzione primaria» degli “insiemi” con cui è possibile progettare uno spazio civilmente ed esteticamente vivibile.

Nicola Carrino è nato a Taranto, dove espone la prima volta a 20 anni, nel 1952, in una mostra collettiva nel Palazzo degli Uffici della città, al I Premio Rinascita. E’ del 1958 la sua prima mostra personale nel Circolo Cittadino di Lecce. Dal 1962 al 1967 è tra i fondatori del Gruppo 1 di Roma (con Gastone Biggi, Nato Frascà, Achille Pace, Pasquale Santoro e Giuseppe Uncini) svolgendo ricerche plastico-costruttive. In quegli anni, il Gruppo indaga sul rapporto artista-società e opera nell’analisi dei processi del fare attraverso l’impiego della forma geometrica primaria con interessi ottico-percettivi e materico-oggettuali.

Dal 1967 progetta e realizza sculture e risoluzioni ambientali in relazione al contesto urbano, al paesaggio e nell’ambito di edifici pubblici. Le prime opere denominate “Costruttivi” sono datate 1963 ed assemblano elementi di produzione industriale. Nel 1969 realizza i “Costruttivi Trasformabili”, “organismi modulari” in ferro e acciaio e svolge nel tempo “Interventi di Trasformazione” nelle gallerie d’arte e nello spazio urbano, proponendo una scultura progettuale di ordine ambientale e partecipativo. Definisce nel 1974 la Struttura segnica di facciata del Complesso Corviale IACP di Roma e dal 1978 realizza “ambienti scultura” come Trasformazione dello Spazio, Trasformazione dello Spazio/Ellissi e come Luogo/Scultura. Dal 1983 al 1992 progetta e realizza il Riassetto urbano e la  Nuova fontana-scultura di Piazza Fontana a Taranto.

La sua attività artistica è affiancata costantemente dall’insegnamento a partire dal 1961 presso Istituti d’Arte, Licei Artistici, Istituti Superiori, di varie discipline artistiche e soprattutto presso le Accademie di Belle Arti di Bari, Lecce e Frosinone, dove insegna le discipline di Pittura e Scultura.

Nel 1963 riceve il Primo Premio alla VIII Mostra Nazione d’Arte contemporanea a Termoli e nel 1971 il Premio Internazionale alla XI Biennale di San Paolo del Brasile.

Nel 1993 è nominato Accademico Nazionale di San Luca, dove nel biennio 2009-2010 riveste la carica di Presidente.

È stato invitato e ha partecipato numerose volte alla Quadriennale di Roma, alla Biennale di Venezia, alle mostre rappresentative dell’arte Italiana all’estero.

Nel corso della mostra, nel periodo da maggio a settembre 2016 avrà luogo presso il Museo un programma di conferenze, lezioni e seminari sull’opera di Carrino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Cassino.