Itri / Olio, olive e TTIP, Rifondazione Comunista: “Non facciamoci prendere in giro”

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ITRI – “Sono ormai prossime le elezioni comunali a Itri e si avvicina lo stesso appuntamento anche per Gaeta. Uno tra i tormentoni delle rispettive campagne elettorali sarà sicuramente, come al solito, l’incentivo dell’agricoltura e la tutela dei prodotti tipici locali”. Lo dichiara il Circolo Rifondazione Comunista “Mariano Mandolesi”.

“L’argomento – prosegue la nota – sarebbe tra i più seri se non fosse affrontato come sempre in modo del tutto demagogico, ipocrita e opportunista. Ogni buon candidato che si rispetti nelle due città spenderà almeno qualche bella parola sulle olive e sull’olio, infarcendo magari il tutto di un campanilismo dal gusto vagamente trecentesco che non guasta mai: Olive di Gaeta, olive di Itri, marchi DOP, DOC, etc… suscitando un tifo accanito di stampo un po’ calcistico.

Già si notano le prime avvisaglie se il tema, sempre caldo a Itri, viene affrontato con forza anche dalle associazioni dei produttori gaetani che chiedono una maggiore tutela e persino la nascita di un frantoio in città, provocando le reazioni dell’amministrazione comunale costretta a fingersi attenta e interessata all’argomento. I protagonisti di questi avvincenti dibattiti evidentemente non sanno, o più spesso fingono di ignorare, che Europa e Stati Uniti discutono da anni di un accordo chiamato TTIP, acronimo anglosassone che sta per “Transatlantic Trade and Investment Partnership”, traducibile in italiano con “Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti”.

Questo rischia di essere approvato e di entrare in vigore a breve, prima che l’ultimo semestre di Obama gli impedisca di sottoscriverlo. L’accordo commerciale tra le due economie è stato discusso pochissimo e nel massimo segreto per evitare prevedibili e diffuse reazioni di opposizione. Il tentativo però è stato fortunatamente vanificato dai numerosi movimenti di lotta già riunitisi a Berlino il 10 ottobre scorso in una manifestazione immensa. Il TTIP prevede l’affermazione di un mercato selvaggio e privo di regole a tutto vantaggio delle multinazionali che potranno affermare il proprio strapotere senza più vincoli riguardanti la circolazione delle merci e la loro qualità, la totale privatizzazione dei servizi pubblici più essenziali, l’abbattimento ulteriore delle tutele del lavoro. Un arbitrato internazionale punirà duramente gli stati che intendessero violare l’accordo in favore dei diritti e delle economie locali.

La difesa dei prodotti tipici verrà letteralmente spazzata via con ciò che resta dei piccoli produttori, a tutto vantaggio dell’economia nordamericana. Si prevede l’eliminazione delle barriere tariffarie e dei contingenti tariffari di importazione, la qual cosa farà sì che le esportazioni agricole degli Stati Uniti verso l’UE aumentino, secondo le previsioni, di 5,1 miliardi di Euro rispetto ai livelli del 2011. Tuttavia verranno eliminate anche le cosiddette “barriere non tariffarie”. Nel settore agricolo, esse riguardano la sicurezza alimentare, il rispetto dell’ambiente e la salute dei cittadini, il diritto di ognuno ad essere informato sulla qualità e la provenienza di ciò che mangiamo. Secondo gli studi le esportazioni USA crescerebbero di altri 3,8 miliardi di euro eliminando le regole che ancora oggi ci proteggono da ormoni della crescita, pesticidi, organismi geneticamente modificati e tossicità simili a discapito di prodotti nostrani già in crisi come latte, carni rosse, frutta, verdura e appunto olio.

I Partiti politici di riferimento dei personaggi di centro, di destra e di finta sinistra, che vi chiederanno il voto promettendo battaglie in favore dei prodotti tipici e dei marchi protetti, non hanno fatto nulla per ostacolare il TTIP e lo sostengono unanimemente, come lo sostiene l’attuale governo italiano. Anche al riguardo quindi vi prendono in giro considerandovi dei perfetti idioti.

Rifondazione Comunista appoggia da sempre la campagna “NO TTIP” e continuerà ad informarvi sugli sviluppi dell’accordo e sulle mobilitazioni in corso per fermarlo, a partire dalle grandi assemblee previste per il 27 febbraio a Torino, Padova, Bari e Roma per discutere dei primi passi verso una giornata di lotta contro i trattati di libero scambio”.