Gaeta / L’Associazione Caponnetto: “Non solo furti, attenzione anche sui capitali di dubbia provenienza”

Attualità Gaeta

GAETA – “Nasce e si espande una situazione di ‘allarme sociale’ per una decina di furti ed un paio di rapine e non si dice una sola parola su un’invasione di capitali ‘sospetti’ tutti provenienti da aree storicamente roccaforti della criminalità organizzata. Accade a Gaeta, nel sud pontino, area definita ‘provincia di Casale’, dove settori di un’intera economia, come l’edilizia, il commercio, la ristorazione e così via hanno visto l’espulsione quasi totale dell’imprenditoria locale e la sua sostituzione con quella esterna”. E’ quanto dichiara l’Associazione Nazionale di lotta contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto”.

“Il problema a Gaeta, come nell’intero sud pontino – continua – non è solamente di ‘ordine pubblico’ ma, soprattutto, di altra natura e riguarda l’immissione nella sua economia di capitali sulla cui ‘provenienza’ bisognerebbe avviare un’indagine rigorosa ad evitare che si completi un processo di espulsione di energie locali con la conseguente metamorfosi non solo dell’immagine ma anche della struttura sociale, culturale, economica e politica e, quindi, del ruolo del territorio.

Non stigmatizziamo l’iniziativa assunta dal Prefetto di Latina di riunire il Comitato Provinciale per la Sicurezza e l’ordine pubblico per affrontare il problema dei furti a Gaeta, anzi apprezziamo la tempestività con la quale essa è stata assunta. Ma quanto saremmo stati più contenti se si fosse colta l’occasione per collocare il problema dei furti in un quadro più ampio, magari con la partecipazione anche di un Magistrato della Dda e di qualche rappresentante della Dia, gli unici in grado di proporre visioni meno riduttive, se non devianti.

I furti, con l’arresto dei cinque-sei-venti delinquenti che li compiono, finiscono, ma i capitali – se si tratta di capitali ‘sporchi’, totalmente o in parte – una volta investiti, restano ed inquinano l’intera economia di una città e di un territorio”. Di qui la richiesta a “volare più in alto” e quindi a porre l’attenzione a quei fenomeni di criminalità organizzata che ricicla il proprio denaro nel sud pontino.