Fondi / Venerdì la presentazione del libro “Per una scienza critica”

FONDI – Venerdì 18 dicembre 2015, a Fondi presso la sala del Castello Baronale, dalle ore 17:30, ci sarà la presentazione del libro “Per una scienza critica – Marcello Cini e il presente: filosofia, storie e politiche della ricerca”, a cura di Elena Gagliasso, Mattia della Rocca, Rosanna Memoli (Edizioni ETS, 2015).

L’incontro, organizzato dai circoli Legambiente “La Ginestra” di Fondi e “Serra Andersone” di Monte San Biagio e l’associazione IfoRD, con il patrocinio del Comune di Fondi, vedrà la partecipazione di Elena Gagliasso, curatrice del volume e professore associato di filosofia della scienza presso “Sapienza Università di Roma”, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Giuseppe Casale, docente di matematica e fisica presso il liceo “Bertrand Russel” di Roma e docente a contratto di fisica presso “Sapienza Università di Roma”. Sarà inoltre presente il vicesindaco Beniamino Maschietto.

Marcello Cini è stato un intellettuale, un fisico e un ambientalista, attività che ha portato avanti con passione e professionalità fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2012. Un uomo, uno tra pochi, che ha continuamente messo in discussione le sue certezze professionali e politiche, diventando nel corso degli anni da fisico di successo a critico della fisica stessa e della scienza in genere. Così come nella politica che lo portò a farsi radiare dal Pci per fondare successivamente il quotidiano “il manifesto”.

Una scienza “critica”, proprio come il titolo del libro, è la scienza che Cini ha promulgato e diffuso con le sue opere e le sue ricerche. All’opinione pubblica Cini è noto per la famosa “Lettera al rettore della Sapienza”, datata 14 novembre 2007, nella quale il fisico chiedeva di annullare la lectio magistralis di papa Benedetto XVI all’inaugurazione dell’anno accademico 2008 perché giudicato incongruo in relazione all’occasione.

Una lettera sottoscritta da numerosi docenti dell’Ateneo, che portò a mobilitazioni all’interno dell’Università fino alla rinuncia del Pontefice di inaugurare l’anno accademico.

Un uomo, Cini, come scrive Marco D’Eramo su MicroMega, di cui “non possiamo che invidiare la libertà di movimento, cui l’apparato universitario, il sistema di legittimazione accademica, il consenso sociale permettevano di spostarsi dalla fisica alla storia della scienza, allo studio dei sistemi complessi, all’epistemologia, all’impegno politico, alla critica della dittatura del mercato.

Considerato da molti un”cattivo maestro”, oggi non potrebbe essere maestro di nessuno perché chi volesse seguirlo nelle sue peregrinazioni anticonformiste sarebbe condannato alla disoccupazione intellettuale”.

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