Formia / Multipiano, affidamento incarico all’avvocato Lamberti: i dubbi di “Un’Altra Città”

Formia Politica

FORMIA – Il movimento civico “Un’Altra Città” interviene in merito all’attuale situazione del multipiano delle poste di Formia.

“Con la recente sentenza n. 3631 del 21 luglio 2015 – si legge nella nota – la V sezione del Consiglio di Stato ha annullato i provvedimenti con cui il Comune di Formia aveva acquisito al patrimonio comunale il multipiano del Piazzale Aldo Moro.

In questa maniera detto multipiano è tornato nuovamente tra i beni di proprietà della Curatela Fallimentare della Formia Servizi s.p.a..

A suo tempo (comunicato stampa del 17 dicembre 2013), il Sindaco ebbe a ritenere che non vi fossero i presupposti per costituirsi parte civile nel giudizio penale pendente presso il Tribunale di Latina (n. 6895/11 R.G. GIP – 11850/11 R.G.N.R., a carico di Massimo VERNETTI ed altri) per il fallimento di detta società, poiché l’acquisizione di quell’opera, «realizzata senza alcun onere finanziario da parte del Comune di Formia, costituisce, stante anche l’ingente costo di realizzazione resosi necessario all’epoca della Formia Servizi spa, un rilevante vantaggio economico-patrimoniale riportato dall’Ente».

Ora quell’opera non rappresenta più un “vantaggio” per il Comune di Formia.

Cambiano quindi le carte in tavola!

Cambiano i presupposti su cui sono state effettuate le valutazioni, tra cui la mancata costituzione di parte civile!

Ci domandiamo: Verranno riviste le precedenti valutazioni? Non lo sappiamo! Vedremo!

Quello che sappiamo, però, è che il Comune di Formia, con deliberazione di G.M. n. 198 del 31 luglio 2015, a seguito di quella sentenza del Consiglio di Stato, ha conferito un incarico professionale all’Avv. Antonio LAMBERTI, con Studio in Via Iommelli, n. 33, Aversa (Ce) per «supportare l’attività legale ed amministrativaanche al fine dell’espressione di un parere legale sulle possibili soluzioni da individuare a risoluzione della complessa problematica».

Quindi la vicenda Formia Servizi ha un nuovo capitolo!

Ora, a prescindere che mal si comprende:

– per quale motivo con una Avvocatura Comunale si debbano conferire incarichi a legali esterni?

– in che maniera e su quali presupposti vengano scelti i professionisti a cui affidare incarichi al Comune di Formia?

– quali sono le ragioni di opportunità e di urgenza che hanno portato a conferire un incarico su proposta del Segretario Generale allorchè il Dirigente del Settore Legale (unico a conoscere approfonditamente l’intera vicenda legale) fosse in congedo ordinario?

ciò che sembra totalmente incomprensibile è: qual è l’oggetto della prestazione professionale richiesta all’Avv. LAMBERTI? Qual è, in concreto, l’incarico che il Comune di Formia ha voluto affidare al legale? Dovrà «supportare l’attività legale ed amministrativa dell’Ente» oppure dovrà redigere «un parere legale sulle possibili soluzioni da individuare a risoluzione della complessa problematica»?

La deliberazione, sul punto, si caratterizza per una estrema genericità e lacunosità.

Diversamente, in realtà, non sarebbe potuto essere atteso che anche la ricostruzione storica dell’intera vicenda fatta nella deliberazione è totalmente generica e lacunosa. Manca, finanche, il riferimento alla sentenza più importante, quella del Consiglio di Stato.

Ma v’è di più!

La delibera difetta anche dell’impegno di spesa; l’impegno di spesa sarà precisato dal Dirigente del competente settore.

Ora, al di là dei dubbi su come agisce l’Amministrazione, se consideriamo:

– la mancata individuazione dell’oggetto dell’incarico (finalizzato «anche» alla redazione di un parere legale);

– l’ingente valore della controversia (il valore del multipiano);

– e le vigenti tariffe forensi;

sembra opportuno, indipendentemente dal professionista officiato, non lasciare niente al caso.

Al contrario si chiede che l’Amministrazione chiarisca i limiti del conferimento dell’incarico al professionista, precisando di cosa il medesimo debba occuparsi, e se debba «supportare l’attività legale ed amministrativa dell’Ente» o redigere «un parere legale sulle possibili soluzioni da individuare a risoluzione della complessa problematica».

Salvo a non dover ritenere che al legale sia stata data la più ampia libertà d’azione. Il che non solo non sarebbe comprensibile, ma sarebbe preoccupante!”