GAETA – Rifondazione comunista denuncia lo stato catastrofico del servizio di nettezza urbana, analizzandone le varie Fasi. Un disastro annunciato secondo il circolo prc Mariano Mandolesi di Gaeta. Rispetto a quanto riportato nella nota, occorre precisare che il giudice amministrativo ha annullato la revoca del contratto alla Ecocar tenendo conto di una precedente sentenza che di fatto annullava l’interdittiva antimafia di tipo indiretto emessa dal prefetto di Roma. La ditta è comunque sottoposta ad indagine da parte della direzione distrettuale antimafia di Roma.
La gestione dei rifiuti nella città di Gaeta ha raggiunto quest’estate livelli di emergenza e degrado con pochi precedenti. La responsabilità dei cumuli di spazzatura, visibili soprattutto in via Indipendenza o nei pressi delle isole ecologiche site in zona Calegna, Monte Tortone e via Mariano Mandolesi, ma diffusi in gran parte del territorio, viene interamente attribuita dagli amministratori a cittadini poco attenti o turisti incivili, che incappano in pesanti multe per non aver rispettato le modalità del conferimento. Senza voler negare che esistano ovviamente casi di disattenzione e spesso di cattiva educazione è bene precisare che il rispetto delle regole può e deve essere preteso ove le condizioni oggettive lo rendano possibile e vi siano stati il tempo e il modo necessari ad abituare l’utenza alle novità. Al contrario l’introduzione della raccolta differenziata porta a porta ha assunto nella nostra città connotati grotteschi fin dai suoi primissimi passi.
Tutto questo naturalmente si riversa in modo negativo sulla qualità del lavoro degli operatori ecologici, costretti a far fronte a continue emergenze e turni di lavoro sempre più pesanti per far fronte ad una gestione scellerata. La cosa più assurda tuttavia è che tale situazione catastrofica si verifichi in una città che paga una tra le somme più alte della provincia in proporzione a popolazione e ampiezza del territorio (sei milioni di Euro annui!) per il servizio in questione e imponga di conseguenza un’aliquota comunale altissima e per nulla diversificata a seconda del reddito dei cittadini, gravando pesantemente soprattutto sulle classi più deboli. Sembra una beffa pertanto che proprio i quartieri più popolari e periferici risentano in misura maggiore dei disservizi. E’ bene ricordare inoltre che le cospicue cifre sottratte dalle nostre tasche vengano tuttora incassate da una società raggiunta da interdittiva antimafia. Per un quadro completo a ciò si aggiunga che anche la selezione del personale impiegato nell’azienda sia avvenuta in base a criteri non trasparenti e che in diversi casi le ragioni delle scelte compiute nelle assunzioni risultino estremamente difficili da comprendere al di fuori di vecchie logiche clientelari. Tutti gli elementi critici elencati sarebbero stati evitabili seguendo l’esempio di altri comuni e promuovendo una sana gestione pubblica, come da noi richiesto da anni nel più totale isolamento. Purtroppo però, come è ormai noto a settori sempre più vasti della popolazione di Gaeta, non è possibile interloquire con questa Maggioranza o condizionarne le scelte. Bisogna solo mandarli a casa.