600 euro di indennizzo mensile per il prepensionamento anticipato di 10 anni, ecco cosa dicono le normative
Una delle più grandi preoccupazioni dei lavoratori è relativa alle proprie condizioni attuali, ma anche al futuro. Ossia, a quando si potrà andare in pensione e relativamente all’importo di cui si potrà beneficiare. Un tema che è spesso presente, come sappiamo, nel dibattito pubblico e politico.
Per alcune categorie di lavoratori, c’è sia la possibilità di anticipare l’entrata in pensione rispetto ai tempi previsti, sia di accedere a un indennizzo equiparabile alla pensione minima, tutto questo con 5 o 10 anni di anticipo. Ecco quali contribuenti potranno farlo.
Indennizzo ai commercianti previsto dall’INPS, come accedervi
L’INPS prevede una forma di indennizzo specifica per chi possiede una attività in proprio. Parliamo dell’indennizzo commercianti, detto anche rottamazione della licenza.
Si tratta di una forma di tutela prevista per i piccoli commercianti e negozianti, che sono stati messi seriamente in crisi dalla globalizzazione e dalla grande distribuzione. Nel corso degli anni, per molti di questi piccoli esercizi i profitti si sono assai ridotti, per non parlare del fatto che le tasse, nel nostro paese, rappresentano una vera e propria mannaia. Ecco perché è stata prevista questa sorta di exit strategy, per permettere la cessazione dell’attività in maniera anticipata rispetto ai 67 anni.
Dunque, chi è ancora lontano dalla pensione ed essendo lavoratore autonomo non può avere accesso a sussidi statali come la Naspi, questa è una soluzione che permette in qualche modo un lungo accompagnamento alla pensione effettiva. L’indennizzo è riservato a chi chiude la propria attività restituendo al Comune la propria licenza di riferimento. A quel punto, si ha diritto a ricevere un importo su base mensile da parte dell’INPS, seguendo la calendarizzazione del versamento delle pensioni. Per il 2025, l’indennizzo è stato individuato in 603 euro mensili, quantità che viene costantemente aggiornata e rivalutata sulla base dell’inflazione.
La durata del beneficio è massima per le donne, che possono usufruirne fino a 10 anni. Invece, per gli uomini, l’entità del periodo di fruizione del contributo è al massimo di 5 anni. Si tratta comunque di un aiuto prezioso per quei lavoratori che stanno iniziando ad andare avanti con l’età e fanno sempre più fatica a far quadrare i conti, per una resa che spesso non coincide con l’impegno lavorativo effettivo.