Errori che possono costare molto cari in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi, le avvertenze per tutti i contribuenti: ecco cosa non bisogna fare assolutamente
Bisogna sempre prestare particolarmente attenzione, nella compilazione dei documenti che hanno a che fare con il rapporto diretto con le istituzioni. In particolar modo, quando si parla del fisco e dunque della famigerata dichiarazione dei redditi, che andrà a definire l’ammontare delle tasse da pagare.

Un momento sempre piuttosto delicato, in questo periodo dell’anno, quello dell’elaborazione della dichiarazione stessa, di cui è sempre bene cercare di controllare tutto e più volte, per evitare che ci siano errori. Che lo si faccia da soli, con l’aiuto di un commercialista di fiducia o con i classici uffici CAF e patronati.
Rispetto al passato, sono stati allungati molto i termini della presentazione delle dichiarazioni. Si può provvedere fino al 30 settembre per dipendenti e pensionati e fino al 31 ottobre per il modello redditi persone fisiche, dedicato ai titolari di partita IVA. In qualche modo, dunque, c’è decisamente meno ansia e fretta sul tema, ma naturalmente ognuno di noi cerca di risolvere la problematica il prima possibile e non tirarla troppo in lungo, per potersi dedicare ad altro.
Come detto, la presentazione della dichiarazione va effettuata con attenzione e previa verifica della correttezza di tutti i dati. Qualsiasi errore può invalidare la dichiarazione, specialmente in riferimento a redditi, immobili posseduti, rendite catastali, spese detraibili e deducibili, costi sostenuti relativamente ai familiari a carico.
Agenzia delle Entrate, occhio al blocco dei rimborsi: ecco quando può avvenire
Possono scattare in determinate situazioni controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, non soltanto relativamente a eventuali dichiarazioni mendaci, incomplete o errate.

Nello specifico, i controlli possono scattare nel momento in cui non si accetta il modello precompilato predisposto dallo stato, ma lo si integra con l’inserimento di nuove spese o modificando alcuni dei dati predisposti dall’Agenzia. Viceversa, se il modello predisposto dal Fisco viene inviato così com’è, non dovrebbero avvenire le verifiche preventive e i controlli documentali.
I controlli, a norma di legge, possono avvenire entro quattro mesi dal momento dell’invio della dichiarazione. Tra i loro effetti, può esserci quello del blocco dei rimborsi dovuti, quando l’ammontare del credito supera la soglia dei 4mila euro oppure quando ci sono evidenti anomalie nei dati comunicati da terzi rispetto a quelli dell’intestatario della dichiarazione.