Vuoi andare in pensione subito? Ecco quanti anni devi lavorare minimo, non si scappa

L’agognato momento della pensione non è così lontano e vorresti arrivasse subito? Non ci sono buone notizie…

Si continua a lavorare tanto, il caldo sta (già) diventando insopportabile e la voglia di starsene a casa al fresco cresce sempre di più. In questo contesto – soprattutto tra coloro che hanno già accumulato tanti anni di contributi – il pensiero che fanno migliaia di italiani è: non vedo l’ora di andare in pensione!

Ingresso sede INPS
Vuoi andare in pensione subito? Ecco quanti anni devi lavorare minimo, non si scappa (Foto Ansa) – Temporeale.info

Già. Un po’ di riposo farebbe piacere a tutti, così come avere più tempo libero da dedicare alle passioni o alla propria famiglia. Ma la realtà è che non è così semplice congedarsi dal lavoro per andare in pensione: è necessario rispettare dei requisiti minimi stabiliti dalla legge.

Pensioni, anni di lavoro, contributi: tutto ciò che c’è da sapere

La normativa italiana prevede infatti, in linea generale, almeno 20 anni di contributi per accedere alla pensione di vecchiaia. Tale regolamentazione è stata confermata dalla Legge Fornero del 2011, mentre nel 2025 si è fissata un’età anagrafica di 67 anni, soggetta a futuri adeguamenti relativi alle aspettative di vita. Insomma, non ci sono scorciatoie: bisogna stringere i denti e pazientare.

La sede Inps in piazza della Vitoria a Genova
Pensioni, anni di lavoro, contributi: tutto ciò che c’è da sapere (Foto Ansa) – Temporeale.info

Una buona notizia è che esistono deroghe, ma sono ovviamente a disposizione solo di poche categorie. Tre per la precisione, indicate dalla Legge Amato del 1992 e che hanno accesso alla pensione con soli 15 anni di versamenti.

La prima riguarda chi, al 31 dicembre 1992, aveva già maturato almeno 15 anni di contributi, inclusi quelli figurativi. La seconda coinvolge i lavoratori che, entro il 26 dicembre 1992, erano stati autorizzati alla prosecuzione volontaria dei versamenti, anche se i pagamenti sono iniziati dopo. La terza si riferisce ai dipendenti con almeno 25 anni di anzianità assicurativa e occupazione discontinua, con meno di 52 settimane l’anno per almeno 10 anni, spesso legati a carriere frammentate o a part-time involontari.

Queste tre categorie sono tutelate da diverse circolari INPS, come la n. 35/2012 e la n. 117/2020, ma anche da sentenze più recenti come la n. 519/2025 del Tribunale di Nola e la n. 2829/2023 del Tribunale di Bari. Entrambe hanno ribadito la legittimità dell’accesso agevolato al trattamento di vecchiaia, in presenza di condizioni oggettive e documentate.

Concludiamo evidenziando che – come abbiamo sottolineato anche in precedenza – quanto scritto finora vale solo in linea generale. Discorsi a parte riguardano i contributivi puri e le casse professionali.

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