C’è uno studio che mette i brividi riguardo l’acqua inquinata, che non va assolutamente bevuta per evitare di avere spiacevoli sorprese: tutti i dettagli di una situazione da monitorare
In tanti credono che bere l’acqua nelle fontanelle pubbliche possa essere un’ottima opzione per dissetarsi. Tuttavia, è stata realizzata un’indagine sulla quantità di TFA, l’acido trifluoroacetico, presente nell’acqua e svolta da Altroconsumo. Erano state precedente analizzate in un altro studio a maggio 2025.
A seconda delle località sono arrivati risultati molto diversi. I valori con più criticità si sono verificati in Piemonte, ma anche in Lombardia. I campioni in totale sono stati 15, distribuiti in 10 località. A Torino lo scettro di peggiore acqua, mentre a Milano si è registrato il valore più basso tra i campioni scelti.
A Torino c’è la casa dell’acqua, peggiore di tutte. Segue poi quella di Firenze a piazza della Repubblica, successivamente Paesana, precisamente a Cuneo, e poi si torna a Torino a piazza Galimberti. A completare la Top 5 delle fontanelle pubbliche con la peggiore acqua Luserna San Giovanni, sempre in provincia di Torino. Una classifica che, come si vedrà più avanti, avrà la presenza di tutte zone delle regioni del Centro-Nord, sebbene abbiano dei valori di TFA molto diversi.
Non bere da queste fontanelle, l’acqua è inquinata
Successivamente c’è Valdisotto a Sondrio e Galliano a Firenze. Poi Bagolino a Brescia, si torna a Sondrio stavolta a via Orobie e poi Graglia in provincia di Biella. Nuovamente in provincia di Cuneo con Garessio, poi Rorà a Torino e Ormea sempre a Cuneo. Darfo Boario Terme in provincia di Brescia e ultima quella di piazza Duca d’Aosta a Milano. La particolarità di Torino è che oltre a presentare quantità di TFA elevati presenta dei rilievi a pochi metri di distanza.
I risultati in otto località su dieci sono molto simili tra il confronto con l’acqua pubblica e quella imbottigliata. L’inquinamento, dunque, non deriva dalle condotte idriche pubbliche, ma è integrato all’interno del ciclo dell’acqua delle regioni italiane, come riferito dal portale ‘QuiFinanza’.
Il TFA rientra nella categoria dei Pfas. Non c’è una prova scientifica che siano dannosi per la salute umana, tuttavia le correlazioni statistiche hanno suscitato ansia negli esperti. Infatti, li definiscono dannosi per fegato, malattie della tiroide, obesità, cancro e problemi alla fertilità. La raccomandazione è sempre quella di prestare tanta attenzione.