Latina / Morte bracciante Satnam Singh: si indaga per omicidio colposo, la Regione si farà carico dei funerali

LATINA – La sua vicenda ha commosso l’intera Italia. E’ morto mercoledì mattina presso l’ospedale San Camillo di Roma Satnam Singh il 31enne bracciante indiano che, rimasto gravemente ferito lunedì presso un’azienda agricola nelle campagne di Borgo Santa Maria, era stato abbondonato in strada, nei pressi della sua abitazione, in località Sant’Ilario, con il suo braccio destro tranciato e lo schiacciamento degli arti inferiori. Singh ha lottato contro la morte per quasi due giorni ma i medici del San Camillo mercoledì mattina non hanno potuto fare altro che constatare l’irreversibile peggioramento del suo quadro clinico provocato anche da una copiosa emorragia.

Il bracciante agricolo indiano, in Italia da alcuni anni, ha perso la vita nelle ore in cui la Procura di Latina, ricevuta la prima informativa da parte dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Latina e della Stazione di Borgo Podgora, titolari delle indagini insieme ai funzionari dell’Inail e del competente servizio dell’Asl, aveva assunto i primi provvedimenti: l’iscrizione sul registro degli indagati del nome del titolare dell’azienda agricola presso la quale lavorava il bracciante. L’iniziale ipotesi di reato di lesioni gravissime è stata trasformata in omicidio colposo con le conferma di quelle di omissione di soccorso e in materia di lavoro irregolare.

LA REGIONE E I FUNERALI

Il comune di Latina in una nota ha anticipato, dopo la richiesta pervenuta dall’intero consiglio comunale tenutosi mercoledì, la costituzione di parte civile nel processo per una tragedia tanto assurda quanto inverosimile. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e l’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini, esprimendo le condoglianze, a nome dell’Amministrazione regionale, alla moglie e ai familiari del bracciante agricolo indiano, hanno annunciato che la stessa Regione si farà carico delle spese funebri e, una volta individuati i responsabili, si costituirà parte civile nel processo a loro carico. “Ribadiamo la nostra ferma condanna per l’accaduto e confermiamo il nostro impegno – hanno sottolineato Rocca e Righini – nella lotta al caporalato e per la sicurezza dei lavoratori di ogni comparto produttivo.”

I SINDACATI SUBITO IN PIAZZA

Non si è fatta attendere la mobilitazione dei sindacati dopo la tragica notizia della scomparsa di Satnam Singh. Era stata la segreteria della Flai Cgil di Latina e Frosinone a rivelare quanto accaduto nelle campagne di Sant’Ilario Cisterna. Il sindacato mercoledì mattina mercoledì stava tenendo una conferenza stampa a Borgo Hermada, a Teracina, per promuovere la campagna nazionale della Flai Cgil ‘Diritti in campo’ ( in programma nei prossimi mesi partendo proprio da Latina lunedì 24 giugno) quando è arrivata la notizia drammatica della morte di Satnam.

“Una notizia che fino all’ultimo speravamo non giungesse – ha dichiarato Silvia Guaraldi, segretaria nazionale della Flai Cgil, presente alla conferenza stampa – una morte assurda, maturata in un contesto abominevole di sfruttamento e totale mancanza di umanità e rispetto per la vita. Innanzitutto ci stringiamo alla moglie ancora sotto shock per quanto avvenuto, e chiediamo sia fatta giustizia per questo orrore intollerabile. Con ancor più convinzione partiremo con la campagne ‘Diritti in Campo’ con le nostre ‘Brigate del Lavoro’ pronte a presidiare il territorio e dare sostegno e voce ai tanti, troppi lavoratori e alle tante, troppe lavoratrici che si spezzano la schiena per portare il cibo sulle tavole degli italiani senza aver in cambio neppure il rispetto della loro dignità – ha sottolineato – Come Flai Cgil da oltre 15 anni siamo in prima linea nel contrasto del caporalato, spesso inascoltati, derisi o addirittura tacciati di catastrofismo. Continueremo la nostra lotta per la dignità del lavoro e contro lo sfruttamento affinché la piaga del caporalato venga debellata”.

Una prima forma di mobilitazione, annunciata dalla Flai Cgil, ci sarà giovedì mattina, alle ore 9, con un presidio in piazza della Libertà a Latina, davanti alla Prefettura. “Quello che è accaduto in questi giorni non può rientrare nella fattispecie di incidente sul lavoro ma dobbiamo avere il coraggio di chiamarlo con il proprio nome: un vero e proprio omicidio di un giovane lavoratore abbandonato al proprio destino. – ha esordito il segretario generale provinciale della Cisl Roberto Cecere – Ci colpisce l’efferatezza del mancato soccorso che poteva salvare la vita di Satnam Singh. Purtroppo, ancora una volta, il comportamento di pochi individui spregiudicati, macchia il sacrificio di tutto il territorio che si impegna quotidianamente nel rispetto delle regole e della dignità umana. Gli infortuni e le morti sul lavoro rappresentano un vero bollettino di guerra, una situazione insostenibile che deve coinvolgere tutti le istituzioni e le Organizzazioni Sindacali che rappresentano i lavoratori”. Si è aggiunto anche il commento del segretario Generale Fai Cisl Islam Kotb: Condanniamo con fermezza quanto accaduto nelle campagne pontine, episodi di questo tipo, oltre a suscitare la nostra ferma indignazione devono spingerci ad un’azione di monitoraggio più attenta di quanto accade nella nostra provincia.”

E’ evidente che occorre urgentemente un piano strategico concreto ed efficace da parte di tutte le istituzioni, occorrono più risorse economiche ma soprattutto umane per un controllo capillare sul territorio, affinché si garantisca il rispetto delle norme relative ala sicurezza e alla qualità del lavoro”. La Cisl sarà al fianco della comunità indiana del Lazio nell’attesa manifestazione giù fissata per il 25 giugno 2024 davanti la Prefettura di Latina: “Chiederemo un intervento immediato non solo per far luce sulla triste vicenda ma soprattutto per scendere in campo finalmente con azioni concrete ed efficaci.”

Non da meno il commento dei segretari generali della Uil Lazio e di quella di Latina, Alberto Civica e Luigi Garullo: “Quella verificatasi è una situazione ai limiti dell’horror dove chi avrebbe dovuto prestare immediato soccorso ha pensato bene di scaricare questo bracciante davanti la sua abitazione cercando così di camuffare le proprie responsabilità. È una cosa assurda e anche umanamente inaccettabile – hanno aggiunto – Non bisogna essere dei sindacalisti per indignarsi e avere il voltastomaco davanti ad azioni del genere, indegne anche di un animale. Perché l’animale accudisce il proprio simile ferito, il datore di lavoro del malcapitato se ne è disfatto. Come immondizia. Come un peso da eliminare al più presto. Un comportamento del genere va al di là delle norme sulla sicurezza che continuiamo a richiedere, travalica il concetto stesso di umanità e ci auguriamo che la pena sia esemplare perché almeno non si verifichino altri episodi del genere. Ecco cosa rappresenta il lavoratore per alcuni imprenditori. Uno schiavo da sfruttare il più possibile per poi disfarsene. Forse non è un caso se, come sindacati, continuiamo a chiedere ripetutamente più ispezioni e controlli, mentre il governo invece decide di ridurli. Così come ha ridotto i rimborsi Inail. Inutile scrivere necrologi e battersi il petto davanti all’ennesima vittima se poi concretamente – hanno terminato Civica e Garullo – si procede nella direzione opposta. Basta morti sul lavoro davvero. E basta sfruttamento dei più deboli”.

LA SOLIDARIETA’ BIPARTISAN DELLA POLITICA

Che a Latina serva “un impegno collettivo contro il cancro del caporalato ed un contrasto all’agromafia” l’ha sottolineato Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Partito democratico. “Siamo vicini alla moglie di Satnam Singh e a tutti i suoi cari, consapevoli che al dolore profondo della separazione si associa la drammatica consapevolezza della doppia violenza subita. Condanniamo con forza la violenza delle condizioni in cui Singh era costretto a lavorare, non di certo idonee a tutelarlo dal rischio di incidenti. Stigmatizziamo duramente la violenza atroce di chi ha preferito cercare di nascondere le proprie responsabilità al dare soccorso a questo giovane lavoratore, compromettendone inevitabilmente le possibilità di sopravvivenza. La morte di Singh, per la quale pretendiamo verità e giustizia, sarà per noi un ulteriore sprone, non solo a combattere con determinazione il cancro del caporalato, ma anche a pretendere – ha concluso Cecilia Guerra – un impegno collettivo senza tregua per contrastare l’agromafia della provincia di Latina”.

Quella di Satnam Singh è una storia “che fa emergere per l’ennesima volta la violenza e la dimensione dello sfruttamento a cui sono sottoposti i lavoratori migranti nelle aziende agricole della provincia di Latina – ha dichiarato Claudio Marotta, capogruppo per Alleanza Verdi e Sinistra nel Consiglio regionale del Lazio – È nostro compito urgente intervenire per fare luce sulle responsabilità della politica: bisogna scardinare i meccanismi di impunità che permettono una totale compressione dei diritti dei cittadini non italiani nei posti di lavoro, specialmente nel settore agricolo. È una condizione vergognosa che troppo spesso ricorda più la servitù che il lavoro, per come lo definisce la nostra Carta costituzionale. Questo va fatto ovviamente con particolare attenzione verso la sicurezza e la tutela dagli infortuni. La Regione può e deve fare la sua parte ed intervenire al più presto per combattere lo sfruttamento e il caporalato a partire da vicende tragiche come questa. Nel frattempo, ci stringiamo alla famiglia nel dolore per la perdita e alla sua comunità di lavoratori”.

“Profondo dolore e sgomento per la tragica scomparsa” del giovane bracciante indiano di 31 anni sono stati sottolineati dal sottosegretario al ministero dell’Economia, Sandra Savino: “È inaccettabile che, in un contesto di emergenza, a Satnam Singh non sia stato garantito il soccorso immediato e adeguato, ma sia stato scaricato fuori dalla sua abitazione, privato della dignità che ogni essere umano merita.

“Il mio pensiero e il più sincero cordoglio vanno alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento di grande sofferenza. La sua vicenda – ha aggiunto la Savino – non è solo un dramma personale, ma un segnale allarmante delle condizioni in cui troppo spesso si trovano a operare i lavoratori agricoli nel nostro Paese.

“Va espressa, da parte di tutti, una ferma condanna verso qualsiasi forma di sfruttamento e di negligenza che porti a simili tragedie. È nostro dovere – conclude – garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose per tutti i lavoratori, senza eccezioni”.

A chiedere che la magistratura faccia piena luce in tempi rapidi sulla morte di Singh è l’altro sottosegretario al Mef, il pontino Claudio Durigon:” Morire sul lavoro è sempre una tragedia enorme che impone una riflessione e ci spinge a rafforzare il nostro impegno per fermare questa emergenza e contrastare con maggiore incisività la piaga del caporalato. La vicenda del bracciante agricolo indiano, non può essere tollerata in alcun modo. Noi ci siamo e faremo la nostra parte per tutelare la dignità e i diritti di milioni di lavoratori. Vicinanza e cordoglio alla famiglia della vittima e ai suoi cari” ha concluso Durigon.

In serata è intervenuto infine anche il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo: ”Quanto accaduto a Latina è un atto barbaro e una tragedia che desta un profondo dolore, un terribile episodio che ci spinge a non abbassare la guardia contro l’odioso fenomeno del caporalato, per fermare chi specula sul lavoro altrui, perché episodi del genere non devono più ripetersi- ha terminato D’Eramo – Si tratta di una vicenda su cui auspico venga fatta piena luce quanto prima. Da parte nostra massimo impegno contro qualunque forma di sfruttamento e perché nel settore agroalimentare vengano garantite sicurezza e adeguate condizioni sul lavoro. Per tutelare la dignità delle persone e anche gli imprenditori onesti” ha concluso il sottosegretario.

Il nostro cordoglio e la nostra vicinanza ai familiari di Satnam Singh, che dopo essere stato mutilato da una macchina agricola nei campi di Latina, è stato abbandonato dai caporali, privo di soccorsi. Una tragedia che non è solo un tragico incidente sul lavoro, è una barbarie frutto dell’aberrante fenomeno del caporalato che toglie la dignità ad ogni individuo. La lotta al caporalato non si fa solo con le parole, occorrono misure urgenti per contrastare questa piaga sociale. Nei mesi scorsi avevamo chiesto alla Giunta regionale di tenere alta l’attenzione sul fenomeno proprio a Latina, con progetti di sostegno ai braccianti e alle loro famiglie. Continueremo a farlo e saremo in prima linea nelle mobilitazioni che si stanno organizzando, perché Satnam Singh non sia morto invano” – così il Gruppo M5S alla Regione Lazio.

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