Europee24 / Cosa sarà cambiato in cinque anni? l’andamento elettorale del 2019

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SUD PONTINO – Cinque anni più lunghi, sul piano squisitamente politico, di un’era geologica. Sembrano essere quelli intercorsi dal 26 maggio 2019, giorno delle ultime elezioni europee, i cui dati di allora, rapportati alla nuova e attuale situazione politica, a livello locale e nazionale, evidenziano come il ponte della politica non sia corso un fiume di medie dimensioni ma qualcosa di inedita rilevanza. Proviamo a ricostruire quanto avvenne quel giorno di cinque anni fa che sarà un lontanissimo parente, sul piano numerico e politico, dell’esito delle urne quando domenica sera inizierà lo spoglio dopo la tornata elettorale dell’8 e del 9 giugno 2024.

Il raffronto lo facciamo limitatamente ai tre principali comuni del sud pontino – Formia, Gaeta e Minturno – che già il 26 maggio 2019 (in quella circostanza si votava per il rinnovo del parlamento contrariamente a quanto è stato deciso per il voto di quest’anno) evidenziarono una disaffezione dell’elettorato a recarsi alle urne, un trend già preoccupantemente anticipato dalla prima affluenza censita alle ore 23 di sabato 8 giugno al termine della prima giornata elettorale.

FORMIA

Cinque anni fa gli aventi diritto al voto erano stati 32.107 e votarono nelle 30 sezioni elettorali in 14.786, pari al 46,05% quando alle europee del 2014 (quelle che consentirono al Pd i Matteo Renzi di registrare l’exploit del 40%) i votanti formiani furono 995 in più, pari al 48,07%. Al comune di Formia il 26 maggio 2019 da poco di più di un anno governava il sindaco civico Paola Villa e a prevalere, bissando l’exploit nazionale, fu la Lega che superò il 30% dei consensi e pià preciusamente 4724 prefenze su 14964 voti validi. Lo score del carroccio se lo divisero praticamente in tre, poi puntualmente eletti a Strasburgo: l’attuale assessora regionale alla cultura Simona Baldassarre (1492 voti), il candidato di Latina Matteo Adingolfi(1390 voti), Anna Bonfrisco (1232) e l’economista Antonio Rinaldi (1211).

Il Movimento Cinque Stelle all’epoca poteva ancora beneficiare del vento favorevole derivante dal successo delle politiche dell’anno precedente e a Formia risultò la seconda forza politica più votata con 2981 preferenze, la gran parte dei quali non erano altro che voti di lista. Nel gioco dei consensi personali 326 voti furono raccolti da Daniela Rondinelli e si piazzò secondo a sorpresa il semisconosciuto candidato di Gaeta Gianluca Macone. L’esperienza grillina per lui durò quanto una stagione astronomica tant’è che ben presto si convertì alla corte dell’allora sindaco Cosimino Mitrano, cosa che fecero con Forza Italia dopo il voto regionale del 2023 due degli appena eletti consiglieri pentastellati alla Pisana. Capita.

Il Partito Democratico di Formia difficilmente alle europee del 2024 ripeterà il discreto andamento elettorale del 2019 quando portò a casa 2624 preferenze. Potevano essere di più ma all’epoca gli elettori Dem erano ancora storditi dalle sirene del sindaco Villa. Quando l’effetto finì alle amministrative del 2021, l’atomo Pd cominciò ad atomizzarsi e gli effetti positivi permise al candidato Gianluca Taddeo di vincere le elezioni e a Forza Italia di conquistare dopo quasi un trentennio il comune. I più votati della lista dei Democratici risultarono nell’ordine Simona Bonafè (628 voti), Pietro Bartolo (521), il compianto presidente del Parlamento europeo David Sassoli (451), l’attuale sindaco di Roma Roberto Gualteri (406) e l’allora vice presidente della Regione Lazio, ora in lizza per Alleanza Verdi Sinistra Massimiliano Smeriglio (348).

Forza Italia all’epoca si trovava all’opposizione del sindaco Villa come lo era la Lega ma l’esclusone del presidente e dell’ex premier Silvio Berlusconi dall’azione parlamentare pagò dazio. Gli azzurri conquistarono “soltanto” 2060 voti, trequarti dei quali (1436) li raccolse personalmente il futuro parlamentare europeo ed ex sindaco di Fondi Salvatore De Meo che, dunque, vinse la sfida interna con chi, Antonio Tajani (380),l’attuale presidente nazionale, vice premier e Ministro degli Esteri, ha rilanciato l’azione politica di Forza Italia dopo la scomparsa lo scorso anno del Cavaliere. E Fratelli d’Italia? Cinque anni non era il partito-contenitore di ora. A Formia dovette accontentarsi di 1180 voti non potendo beneficiare di alcuna visibilità in consiglio comunale. L’attuale vice presidente della Regione Roberta Angelilli, poi eletta parlamentare europea, fece meglio (425 voti personali) rispetto all’attuale premier Giorgia Meloni (350 voti tondi tondi) e del candidato “locale”, l’ex sindaco di Terracina Nicola Procaccini (215). Che quest’ultimo sia condannato dopo il voto europeo di quest’anno a diventare il candidato di Fdi più votato a livello nazionale alle spalle della presidente Giorgia Meloni lo confermano tutti i sondaggi delle principali società demoscopiche

GAETA

L’affluenza alle urne alle europee del 26 maggio 2019 fu ancora più bassa di quella formiana. Si recarono alle urne il 43,38% degli aventi diritto quando l’affluenza del 2014 fu ancora leggermente più alta: il 48,1%. A Gaeta la Lega non aveva rappresentanze consiliari e tantomeno era componente della maggioranza Mitrano ma il voto d’opinione la premiò con 2077 preferenze ( 26,7%) davanti ad un vivace Partito Democratico con 1533 voti (pari al 19,7%). Per la lista del carroccio sul podio elettorale di Gaeta salirono il capitano Matteo Salvini (859 voti), Matteo Adinolfi (382) e Anna Bonfrisco (312). Il sindaco di Gaeta Cosimino Mitrano guidava la città da sette anni e i voti per la lista di Forza furono “soltanto” 1435 (18,5%), otto voti in più rispetto a quelli raccolti dal Movimento Cinque Stelle (1427) che non operò il clamoroso sorpasso soltanto per uno scarto di un 0,1%. Se a primeggiare nella lista del M5S fu il summenzionato Gianluca Macone con 579 voti personali (poi “folgorato” lungo la strada che porta a Cosimino Mitrano e a Cristian Leccese), i più votati tra i candidati azzurri furono Salvatore De Meo con 1201 voti, inseguito ma a distanza siderale da Tajani con 425 preferenze personali. Lontanissimi – ma c’era da attenderselo – i Fratelli d’Italia che di voti ne presero 412 (5,3%) – la più votata fu Giorgia Meloni con 180 voti – contro i 239 del partito Comunista del solo e mitologico Benedetto Crocco.

MINTURNO

Che a Minturno Fratelli d’Italia avesse già cominciato un’azione di proselitismo grazie all’avvocato Pino D’Amici sin dalle amministrative del 2016 (le prima vinte dall’attuale sindaco, presidente della Provincia e candidato alle europee per gli Stati Uniti d’Europa Gerardo Stefanelli) la conferma arrivò alle europee del 26 maggio 2019. Fdi si piazzò sempre quinto nella graduatoria riservate alle liste ma con una percentuale migliore (7,58%) rispetto a quella conquistato dal partito a Formia e a Gaeta. Anche a Minturno la Lega fece il botto co il 33,43% dei voti validi, seguita dal Partito Democratico (23,18%), dal Movimento Cinque Stelle (18,57%) e da Forza Italia (11,49%). Anche nelle venti sezioni elettorali del comune di Minturno cinque anni fa fu insoddisfacente: il 44,84% degli aventi diritto quando nel 2014 si recò nei seggi il 46,88% dei cittadini.