Formia / “Appia Grand Hotel” finisce all’asta, continua la triste sorte delle strutture ricettive cittadine

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FORMIA – Un’altra sconfitta per la sempre più offuscata immagine turistico-alberghiera di Formia. E’ la decisione, amara ed inevitabile, della sezione fallimentare del Tribunale di Cassino di mettere in vendita all’asta una degli alberghi che avrebbe dovuto contribuire nella seconda metà degli anni ottanta a rilanciare e ad ammodernare l’offerta ricettiva della città: l’Appia Grand Hotel all’incrocio tra l’Appia e via Mergataro. La vendita dell’albergo sarà decisa il 18 giugno prossimo presso lo studio dell’avvocato Maria Barbara Gradini, in Corso della Repubblica a Cassino. La professionista è stata incaricata dal giudice Maria Rosaria Ciuffi ad espletare l’incanto dell’albergo ai sensi della legge numero 80 del 14 maggio 2005 con cui le esecuzioni immobiliari sono state esternalizzate dai Tribunali fallimentari.

La vendita dovrà concretizzare la procedura numero 127 avviata nel 2021, cioè quando le esposizioni debitorie dell’ultima gestione dell’Appia Grand Hotel di Formia hanno assunto proporzioni non più controllabili. Il Tribunale ha deciso di fissare il prezzo base in sette milioni e 844mila euro e i potenziali neo acquirenti avranno la possibilità di presentare tuttavia quale offerta minima cinque milioni e 833mila euro che rappresenta il 70% – secondo la legge fallimentare – del prezzo base. E’ quanto stabilito per prelevare l’albergo a quattro stele, la sala Bingo e VTL, un centro estetico con sauna, palestra e piscina coperta ma anche tre edifici isolati adibiti a bungalow, un garage seminterrato con locali tecnici e di servizio, due piccole strutture Cabina Enel e Cabina Acquedotto, un’area di corte con piscina all’aperto e bar, un campo sportivo polivalente e parcheggi a raso. Il tribunale ha anche deciso il termine ultimo per la presentazione delle offerte, fissato alle ore 12 del 17 giugno, cioè 24 ore prima dell’apertura dei plichi.

La vendita dell’Appia Grand Hotel è on line dal 19 aprile e questa decisione del Tribunale di Cassino è stata commentata con un mix di delusione e di tristezza da parte del mondo imprenditoriale ed economico di Formia che ricordano come nostalgia gli happening politico elettorali organizzati presso la struttura di via Mergataro dal quattro volte parlamentare di Forza Italia Gianfranco Conte con il compianto presidente del consiglio e leader azzurro Silvio Berlusconi. Quello è stato il momento più alto toccato durante la sua affrettata parabola dall’Appia Grande Hotel.

La sua sorte è stata simile a quella del vicino Bajamar, sulla spiaggia di Santo Janni, acquistato lo scorso anno dall’imprenditore turistico Roberto Sorrenti per poco più di due milioni di euro e riaperto al pubblico da un mese nonostante il neo acquirente lo avesse misteriosamente messo in vendita lo scorso autunno sui principali portali del settore. L’asta fallimentare per l’Appia Grand Hotel fa ancora più male perché la procedura dell’ufficio esecuzione del Tribunale ha svelato l’esistenza di tanta polvere accumulata sotto il tappeto nel corso degli ultimi anni. La vendita della struttura umilia ulteriormente la sempre più offuscata immagine turistica della città con la perdita di posti letto con la chiusura nel corso del tempo del Romantic Hotel, della trasformazione dell’Hotel Ariston e dell’albergo Marino in appartamenti, la cessazione per fine locazione del Castello Miramare e l’attività part time dell’hotel Fagiano.

Davanti a queste gravose decisioni la politica di Formia nel corso dei decenni ha deciso di voltare le spalle alla realtà come se queste scelte appartenessero alla sfera imprenditoriale della gestione di ciascuna attività ricettiva. L’ufficio esecuzioni del Tribunale di Cassino invece non ha potuto fare altrettanto…

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