Arce / Omicidio Serena Mollicone, oggi nuova udienza del processo di secondo grado

Cronaca Frosinone

ARCE  – La presenza o meno di Serena Mollicone nella caserma di Arce il giorno in cui è scomparsa ed uccisa il 1 giugno 2001 sarà, seppur indirettamente, l’argomento principale che affronterà martedì la nuova udienza, la 14°, del processo d’appello per la scomparsa e l’omicidio di Serena Mollicone. Davanti i giudici della prima sezione della Corte d’assise di Roma compariranno, su richiesta della Procura generale, i Carabinieri che inaugurarono con le loro indagini la pista “Mottola”, l’allora Maresciallo Gaetano Evangelista, che prese il posto del comandante Franco Mottola alla guida della caserma dell’arma di Arce, e l’appuntato Ernesto Ventincinque.

Furono i due militari ad indagare sulla circostanza che la caserma potesse essere stata il luogo del delitto di Serena. Lo fecero mettendo a frutto le prime rivelazioni di Santino Tuzi, il brigadiere di Sora che, dopo aver indicato la presenza di Serena Mollicone nella caserma la mattina della sua scomparsa, ti tolse la vita l’11 aprile 2008 nei giorni in cui avrebbe dovuto confermare davanti i Pm della Procura di Cassino il racconto circa la presenza di Serena nel luogo in cui prestava servizio. E questo è l’interrogativo che si sta trascinando stancamente il processo d’appello, la cui sentenza, dopo la fissazione di diverse udienza tra aprile e maggio, potrebbe arrivare prima dell’estate, forse a giugno.

Nell’ultima udienza del 26 marzo Annarita Torriero, la presunta amante di Tuzi, aveva smentito l’amica Sonia De Fonseca che aveva risposto affermativamente circa la presenza di Serena il 1 giugno 2001 in caserma ad Arce sulla scorte delle confidenze ricevute da Tuzzi. “Non ho visto Serena in caserma il 1 giugno del 2001 ma l’ho vista altre volte entrare e uscire dal cancello grande sotto della caserma nuova insieme ad altri amici. Io nella caserma non ho mai vista Serena – ha spiegato la Torriero – quando io andavo in caserma a portare il panino e la scheda telefonica a Santino non c’era nessuno e, se entrava qualcuno, noi lo vedevamo dalla telecamera, perché Tuzi era di piantone, e io andavo via”.

La deposizione della Torriero davanti i giudici della Corte d’assise d’appello è stata caratterizzata da diversi ‘non ricordo’ ma si è soffermata a lungo sul profilo di Serena – “la vedevo sul corso di Arce con altri ragazzi, e dicevo come fa una brava ragazza come quella a stare in quella compagnia con il figlio del maresciallo Mottola” – e su Santino Tuzi, il brigadiere di Sora morto suicida l’11 aprile 2008 prima di rendere alcune dichiarazioni in Procura sul presunto avvisamento di Serena il giorno della sua scomparsa. Dopo la morte di Serena “Santino era strano quando – aveva ricordato la Torriero – passando a Fonte Cupa (il boschetto in località Anitrella in cui serena fu trovata cadavere domenica 3 giugno di 23 anni fa) cambiava umore“.

La versione della Torriero era stata confermata dal marito Massimiliano Gemma: “Annarita ogni tanto andava in caserma a portare un panino a Tuzi – aveva aggiunto – ma non mi ha mai detto che c’era andata il 1 giugno. Mi disse che qualche volta aveva incrociato anche Serena ma ora non so dire se dentro o fuori dalla caserma”. Davanti i giudici d’appello era comparsa, infine, anche Sora Mirarchi, la donna che nel 2001 tre giorni la settimana – il lunedì, il mercoledì ed il venerdì – effettuava le pulizie presso la caserma dei Carabinieri di Arce.

Era venerdì il giorno in cui Serena fece perdere le sue tracce e la donna è stata categorica: “Io Serena non l’ho vista mai lì – aveva terminato – e tantomeno il 1 giugno 2001”.