Gaeta / Accusata di stalking dalla ex-fidanzata: assolta ancora l’imprenditrice 36enne

Cronaca Gaeta

GAETA – Assolta per la seconda volta dalle accuse di stalking formalizzate dall’ex compagna. Protagonista di questa vicenda è M.P., un’imprenditrice di Gaeta di 36 anni che, impegnata e conosciuta nel settore della ristorazione, ha incassato un’assoluzione bis da una donna coetanea con la quale aveva avuto una relazione sentimentale. La donna, difesa dall’avvocato Matteo Macari, è stata assolta per “il fatto non sussiste” dal giudice monocratico del Tribunale di Cassino Antonio Pio Cerase. Sette anni di processo hanno dimostrato l’infondatezza delle accuse mosse nei confronti della 36enne, di aver messo in atto atteggiamenti persecutori nei confronti dell’ex fidanzata tra il dicembre 2015 ed il gennaio 2016.

La vicenda scaturì da una prima denuncia sporta dalla presunta vittima, poi costituitasi parte civile, che contestava all’imprenditrice l’accusa di averle reso la vita un inferno con pedinamenti sin sotto la sua abitazione, continui contatti telefonici, la diffusione di fotografie aventi un carattere privato e la creazione di profili social. Lo stesso Tribunale di Cassino – il giudice Maria Cristina Sangiovanni – lo scorso gennaio aveva assolto la 36enne di Gaeta per lo stesso reato consumato più recentemente, negli anni 2020 e 2021. L’imprenditrice gaetana era stata denunciata e sottoposta alla misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa: subì anche il sequestro di tablet ed apparecchi telefonici. Furono promossi due distinti procedimenti penali, entrambi davanti il Tribunale di Cassino e con un comune e pesante asserto accusatorio.

In entrambe le circostanze, infatti, l’imputata 36enne, assistita dall’avvocato Matteo Macari, è riuscita a dimostrare, tramite la produzione di foto, video, chat e testimonianze, che tra le donne vi era stata una vera e propria relazione sentimentale, improvvisamente interrotta da una delle due. Condotte che, sia ad avviso dell’avvocato Macari e, poi, del Tribunale, non potevano integrare la grave fattispecie di atti persecutori. Ed infatti, con una prima sentenza, emessa nel gennaio scorso, la dottoressa Sangiovanni, con riferimento ai fatti del biennio 2020-2021, ha assolto l’imputata dal delitto contestatole, derubricando gli episodi nella più lieve fattispecie contravvenzionale di mere molestie. Nel secondo caso, invece, con riguardo ai più risalenti episodi del 2016, il Tribunale di Cassino martedì ha assolto completamente l’imprenditrice perché il fatto non sussiste.

In entrambi i casi, i rappresentanti della pubblica accusa avevano chiesto per la trentaseienne la pena di un anno di reclusione. Adesso bisognerà attendere 90 giorni per le motivazioni della sentenza.