Capitale italiana della Cultura 2026: Latina e Gaeta non ce la fanno, vince L’Aquila

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LATINA – E’ L’Aquila, dunque, la Capitale italiana della Cultura 2026. L’ha proclamata il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel corso della cerimonia svolta presso la sala “Spadolini” al Ministero della cultura. La scelta della giuria, presente alla cerimonia presieduta da Davide Maria Desario, è caduta – come da previsione – sul capuologo abruzzese che tra meno di un mese commemorerà i 15 anni dal devastante terremoto che provoco morte e distruzione.

In lizza c’erano, tra le dieci città finaliste, anche le pontine Latina e Gaeta che, soddissfatte per la bontà dei rispettivi progetti, intitolati “Blu, il Clima della Cultura” e “Bonum Facere”, hanno dovuto prendere atto del giudizio unanime della commissione che, incoronando la proposta aquilana, ha concesso un primo contributo di un milione di euro. Se è stato davvero stringato il commento del sindaco di Latina Matilde Celentano che ha sottolineato “meritevole della finale” il dossier presentato dal comune che, come città finalista, entrerà nel novero dei progetti finanziato dal Ministero Città, tra cui “Cantiere Città”, il comune di Gaeta perseguiva questo prestigioso riconoscimento pur non disponendo di un vero assessore alla cultura ed il sindaco Cristian Leccese, “orgoglioso della magnifica partecipazione, della forza di un territorio ampio che ha saputo unirsi e sognare!”, ha annunciato che porterà avanti il nostro progetto, “certi che esso rappresenta comunque uno straordinario masterplan di sviluppo socio- economico del territorio basato sulla cultura”

Il sindaco Leccese, deluso e scuro in volto, ha annunciato poi di portare “avanti il dossier di candidatura perché contiene dei progetti veri, concreti e attuativi che abbiamo elaborato insieme a tutti i 133 partner che hanno collaborato alla stesura del dossier e che rappresenteranno sicuramente uno sviluppo del turismo e della cultura locale. Avremmo sicuramente la possibilità di lanciare ed affermare la nostra sfida di un nuovo paradigma, quello del blu, e inizieremo tutto ciò già dal prossimo 20 aprile con un convegno internazionale che terremo sull’isola di Ventotene.”

A rincuorare il sindaco di Gaeta era stato l’annuncio del Ministro Sangiuliano che, prima di decretare la vittoria de L’Aquila, aveva accolto la proposta del presidente della giuria Desario di integrare il bando istituendo un riconoscimento anche alle altre finaliste. Leccese ha commentato positivamente la proposta: “Accolgo pienamente la proposta del presidente della giuria e assumo l’impegno di trovare qualche forma per premiare tutte le città finaliste. Adesso vedremo come reperire le risorse, in modo da far vivere tutti questi progetti”. “Questa straordinaria avventura, – conclude soddisfatto il sindaco Leccese – durata quasi un anno, ha messo alla prova tutti gli attori e i protagonisti del territorio e non è giusto dissolvere queste energie che si sono rivelate preziose e autorevoli. Continueremo a guardare al nostro dossier come una rotta da seguire per le politiche di rilancio del turismo e dell’economia locale basati sulla cultura e sul nostro messaggio universale del Blu”

Ad innescare un’inutile polemica è stata nel pomeriggio attraverso un post sui social l’artista Valentina Ferraiuolo, tra le protagoniste del dossier e di scena nell’audizione nella sala “Spadolini” del 5 marzo scorso: “L’Aquila era la favorita, lo sapevano tutti, la politica ha fatto il resto e non la cultura – ha accusato – Allora bisogna mantenere i piedi per terra e, senza tanto livore, dispiacerci tutti per un’occasione mancata ma per la quale valeva la pena fare il tifo, per la cultura, appunto. Ho letto commenti brutti, mi lasciano perplessa perché arrivano da chi invece dovrebbe sostenere la propria città senza perdere di vista l’obiettivo di questo grande progetto, commenti da persone che non vedo mai a un concerto, a uno spettacolo, che invocano alla riqualifica dei luoghi ma poi, quando accade, restano al buio e non vengono a goderne…questo lo trovo un atteggiamento che ci colloca nella mediocrità, che non costruisce ma distrugge e denigra. Personalmente ho sperato fortemente che vincessimo, che arrivassero fondi esclusivamente per la realizzazione dei tanti progetti del dossier, che arrivasse una ventata positiva in cui bisognava fare e fare e partecipare. Per questa candidatura ognuno ha messo da parte un pò dei propri “pensieri” per una causa comune. Non so se provare ammirazione o imbarazzo per chi sa puntare il dito senza sporcarsi mai le mani”.

Il consigliere di opposizione al comune di Gaeta non si è sentito per niente “toccato” dalla presa di posizione della Ferraiuolo preferendo cercare una della cause della sconfitta altrove: “Per dirla come ha scritto Valentina Ferraiuolo(cugina del delegato alla cultura del comune di Gaeta Gennaro Romanelli) tutta colpa della mediocrità che che si vede anche nei delegati a stipendio (il riferimento a Romanelli). Non avere un assessore alla cultura è vergognoso ma è ancora più vergognoso avere delegati politici pagati per ruoli di cui non sono all’altezza”.