Gaeta / Sanità: sit-in di protesta dello Spi Cgil Latina Frosinone contro le liste d’attesa

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GAETA – E ora a Gaeta martedì 27 febbraio. Lo Spi Cgil di Latina e Frosinone si è dato questo appuntamento per continuare la mobilitazione che, organizzata in stretta collaborazione con il sindacato di categoria del Lazio, dopo il riuscito e partecipato presidio organizzato davanti gli uffici della direzione generale dell’Asl di Frosinone per denunciare la violazione del diritto per accedere alle cure sanitarie pubbliche “nei tempi opportuni”. Che si tratti di un obiettivo previsto dal Piano regionale per la riduzione liste di attesa ma non ancora adeguatamente portato a conoscenza da parte delle Asl a favore dei cittadini-utenti o addirittura spesso viene finanche ostacolato lo hanno tenuto a sottolineare in occasione di questo sit in tantissimi pensionati, iscritti e non al sindacato, coordinati dall’attiva segretaria generale dello Sp Cgil di Latina e Frosinone Beatrice Moretti.

L’Asl di Frosinone, come quella di Latina, è finita sul banco degli imputati per il suo comportamento “omissivo e poco trasparente” di fronte alle istanze provenienti dai cittadini-utenti comuni nel momento in cui si rivolgono all’infrastruttura di prenotazione (CUP o Recup) e agli Urp, gli uffici relazioni con il pubblico. La carenza di informazioni agli sportelli e nei social media aziendali – a dire dello Spi Cgil -penalizza ancora una volta, soprattutto gli anziani, i più deboli, riguarda le modalità per richiedere il rispetto dei tempi di attesa, i percorsi di garanzia e il corretto esercizio sostitutivo dell’intramoenia a carico dell’Azienda con il solo pagamento del ticket ove dovuto.

Con il presidio di Frosinone e ancorprima con quello organizzato presso la sede di Latina e, martedì prossimo, in occasione della manifestazione di protesta in programma presso la sede del Distretto 5 nell’area ospedaliera del “Monsignor Luigi Di Liegro” il sindacato intende chiedere con forza il miglioramento della qualità della rete del sistema erogativo aziendale che, fra le azioni da attivare, viene individuato come prioritario dal Piano regionale riduzione liste di attesa. Un esempio per tutti riguarda il servizio di assistenza domiciliare, rivolto per definizione all’utenza più fragile ed anziana, che nell’Asl di Frosinone “è stato progressivamente “svuotato” di professionalità con la sua esternalizzazione, con notevole aumento di costi a carico della spesa pubblica – ha osservato la segretaria Moretti – Le stesse UVM (Unità Valutativa Multidisciplinare) non sempre garantiscono la necessaria valutazione sociale oltre che quella sanitaria per la presa in carico dell’assistito. Stiamo sollecitando una diversa e migliore programmazione delle specifiche azioni che, a tal fine, vanno rivolte ai diversi fattori che concorrono alla produzione diretta delle prestazioni specialistiche”.

Lo Spi Cgil considera “prioritario” mettere in trasparenza l’operato dell’Azienda Asl di Frosinone rispetto all’azione di verifica della corretta gestione della specialistica ambulatoriale esterna, “soprattutto in merito alla esigenza di prevedere la necessaria sostituzione degli specialisti ambulatoriali in caso di loro assenza, per evitare che vengano persi appuntamenti già fissati. – ha aggiunto Moretti – Si sta rischiando di creare oltretutto gravi disagi all’utenza, potenziale causa peraltro di ulteriore allungamento dei tempi di attesa a danno dei cittadini”. Insomma il principale sindacato italiano dei pensionati sollecita, dunque, da una netta inversione dì tendenza “dei modi di produzione delle prestazioni che dipende dalla giusta attenzione dell’Asl a tutti i nodi della rete erogativa: i cittadini, le infrastrutture di prenotazione (Cup e Recup), i medici di famiglia, la specialistica territoriale e ospedaliera”.

“E’ necessario, ora più che mai intervenire fattivamente da parte delle Asl di Latina e Frosinone – ha specificato Beatrice Moretti – sulla gestione delle liste di attesa, garantendo prima di tutto una corretta informazione all’utenza rispetto al diritto che le persone hanno di prenotare una prestazione sanitaria entro i tempi previsti dall’impegnativa rilasciata dal medico nell’ambito della propria Asl di residenza, garantendo la piena trasparenza dell’operato della ASL di Frosinone e del Cup”. I presidi in corso di svolgimento da parte dello Spi Cgil stanno anche stigmatizzando la riduzione significativa delle differenze territoriali e strutturali dei punti di erogazione delle Asl. Per quanto riguarda la provincia di Frosinone le criticità maggiori riguardano i servizi territoriali erogati dai Distretti A (Alatri/Anagni) e C (Sora), che non sono collocati in strutture dedicate, ma sono ubicati “in modo frammentato e convivono con servizi ospedalieri con gravi problemi di spazi a disposizione, che di fatto precludono la possibilità di attivare nuovi servizi o implementare quelli già esistenti”.

Questa campagna finalizzata alla riduzione delle liste di attesa “più in generale è direttamente collegata alla difesa del Servizio Sanitario Pubblico ed universale, che – ha concluso la segretaria Moretti – intendiamo rilanciare formulando proposte su cui chiediamo di aprire un confronto con le Asl di Frosinone e Latina anche sollecitando la riattivazione dell’osservatorio sulle liste di Aatesa, importante organismo di monitoraggio dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie che è stato costituito ma non più convocato da parte aziendale”.