Ventotene / Serrata di protesta per gli operatori commerciali e turistici contro le decisioni di Laziomar

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VENTOTENE – “Chiusi ad oltranza”. Stanchi e delusi per le nuove disposizioni della Laziomar riguardanti la gestione del trasporto delle merci da e per il porto di Formia, gli operatori commerciali e turistici di Ventotene hanno deciso di chiudere le proprie attività a decorrere da lunedì 19 febbraio. Questa forma di protesta sarà inscenata dopo le restrizioni promosse dalla Laziomar che relativamente al trasporto ha inibito quello delle merci non accompagnate o che non viaggiano su ruote. I commercianti e gli operatori turistici hanno deciso di abbassare simbolicamente le proprie saracinesche a tempo indeterminato per chiedere la modifica di alcune clausole del nuovo disciplinare del trasporto delle merci adottato le anomalie riscontrate dalla Capitaneria di Porto dopo il rischio affondamento del traghetto “Quirino” all’imbocco del porto di Ponza.

Per la risoluzione della controversia il 14 febbraio scorso il Prefetto di Latina si era fatto promotore di un incontro con i sindaci di Ponza Ventotene, il dirigente del settore trasporti della Regione Lazio, il direttore generale della Laziomar ed il comandante della Capitaneria di porto. Il Prefetto Falco aveva chiesto di autorizzare in deroga il trasporto di medicinali, siero per le analisi, i quotidiani e ”non meglio identificati piccoli colli”. Gli operatori economici di Ventotene non ci stanno e hanno deciso, al termine di un’assemblea svolta presso l’aula comsiliare del comune, di chiudere le proprie attività – l’hanno comunicato per iscritto al sindaco Carmine Caputo, ai Carabinieri e alla Guardia di Finanza – perché, se dovesse persistere l’obbligo di trasportare le merci su automezzi normali, su un’isola sprovvista di adeguata viabilità incorrerebbero in un cospicuo aggravio dei costi delle merci stesse e si creerebbe un grave problema di ordine pubblico per la gestione degli stessi automezzi a quel punto costretti a trasbordare e sostare sull’esiguo spazio del porto borbonico di Ventotene. Da qui la richiesta degli operatori economici della seconda isola pontina – sono complessivamente diciasette tra albergatori, ristoratori, titolari di bar, alimentari, empori, circoli veloci e centri di servizi – ad intervenire da parte di Prefettura, Regione e Capitaneria mentre il sindaco ha scritto ai Ministri delle Infrastrutture e delle Politiche del Mare, Salvini e Musumeci, al Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, all’assessore regionale ai Trasporti, Fabrizio Ghera, al Prefetto di Latina, Maurizio Falco, e all’Anci I (associazione nazionale Comuni d’Italia).

La richiesta che campeggia nella missiva di Caputo è una soltanto: l’adozione di un “provvedimento straordinario urgente per garantire l’approvvigionamento dei beni essenziali per l’isola”. Quello che sta riguardando Ventotene in questi giorni è “un problema di gran parte delle 33 isole minori italiane al quale ciascuna società di navigazione ha cercato in qualche modo di trovare soluzioni per attenuare il disagio dei residenti. Da qualche settimana ormai i Ventotenesi  hanno grandi difficoltà a reperire materie”.

A dichiararlo è Daniele Coraggio che nella duplice veste di presidente dell’associazione di promozione turistica “Ventotene mia” e di imprenditore turistico, sta svolgendo le mansioni di portavoce dei suoi colleghi operatori economici: ”La frutta e la verdura devono essere trasportate su camion e non può viaggiare sfusa all’interno del garage nave (consuetudine alle isole Tremiti, Favignana, Ustica e Salina) come avveniva fino a qualche giorno fa. Il cambio di rotta della società di navigazione ha di fatto contributo ad un rincaro notevole dei costi delle materie prime che ricadono sulla popolazione stabilmente residente, circa 300 abitanti”.

Il prefetto di Latina ha riunito intorno ad un tavolo la società di navigazione Laziomar, i sindaci delle isole per trovare una via dì uscita che al momento non c’è, eccezion fatta per i farmaci e i piccoli colli non meglio specificati: “La serrata sarà attuata – ammonisce Coraggio – sino a quando non si troverà una soluzione che consenta la possibilità di continuare a rendere vive e abitate le isole di Ventotene e Ponza, territori fragilissimi e in inverno quasi totalmente disabitati. Una mediazione possibile c’è e passa attraverso una modifica delle condizioni generali di trasporto della compagnia di navigazione ed il placet delle amministrazioni Comunali e della Regione Lazio, che di fatto eroga il contributo annuale per la continuità territoriale delle isole di Ponza e Ventotene”.