Sanità, riduzione delle liste d’attesa: tre presidi della Cgil e lo Spi a Latina, Frosinone e Gaeta

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LATINA / FROSINONE – Interesserà anche il sud pontino e, Gaeta in particolar modo, l’interessante mobilitazione promossa dal sindacato pensionato della Cgil, lo Spi di Latina e Frosinone, contro le odiose liste di attesa in sanità. S’intitola “Il tempo è salute- Combattiamo insieme per il diritto alle cure” che il sindacato, insieme a quello di Roma e del Lazio, ha promosso per chiedere, appunto, la riduzione delle liste di attesa avanzando richieste di confronto con le Asl di Frosinone e di Latina. In quest’ottica, su forte impulso dell’attiva segretaria generale dello Spi di Latina e Frosinone Beatrice Moretti, sono stati organizzati tre presidi di protesta sul comprensorio meridionale del Lazio con alcune assemblee e volantinaggi.

I tre sit in si svolgeranno il 13 febbraio, dalle ore 10 alle 12, davanti l’ingresso dell’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina, il 21 nei pressi della sede della direzione generale dell’Asl di Frosinone e, l’ultimo, il 27 febbraio, presso il Distretto socio Sanitario Latina 5 di Gaeta. Queste tre iniziative fanno parte di una più ampia mobilitazione organizzata in quelle stesse giornate sull’intero il territorio regionale dallo Spi Cgil di Roma e del Lazio a difesa della sanità pubblica e del diritto alla salute.

“E’ evidente che vi è scarsa trasparenza e poca informazione da parte delle ASL di riferimento quando gli interessati si rivolgono all’infrastruttura di prenotazione (CUP o Recup) e agli URP aziendali” – dichiara la segretaria generale Beatrice Moretti – La carenza di informazioni riguarda in particolare le modalità per richiedere il rispetto dei tempi di attesa, i percorsi di garanzia e il corretto sostitutivo utilizzo dell’intramoenia a carico dell’Azienda sanitaria, con il solo pagamento del ticket, ove dovuto”.

Si tratta di una situazione che sta penalizzando soprattutto le persone anziane, quindi i più fragili che lo Spi e la Cgil di Frosinone Latina denunciano da sempre e oggi con ancora più forza, avanzando però precise richieste Sono essenzialmente quattro: il miglioramento della qualità della rete del sistema erogativo aziendale che, fra le azioni da attivare, viene individuato come prioritario dal Piano regionale riduzione liste di attesa; la programmazione delle specifiche azioni che, in questa prospettiva, vanno rivolte ai diversi fattori che concorrono alla produzione diretta delle prestazioni specialistiche; il cambiamento dei modi di produzione delle prestazioni che dipende dalla giusta attenzione dell’Asl a tutti i nodi della rete erogativa: i cittadini, le infrastrutture di prenotazione (Cup, Recup),i medici di famiglia, la specialistica territoriale e ospedaliera e, infine, la riduzione significativa delle differenze territoriali e strutturali dei punti di erogazione dell’Asl.

Le autorità sanitarie sono finite nel mirino dei sindacati di categoria e degli stessi cittadini di omettere di informare gli stessi utenti che, rispetto alle prenotazioni aventi priorità urgente (massimo 10 giorni), il decreto legislativo 124 del 1988 (quello che regolamenta le liste d’attesa( preveda di chiedere la visita intramoenia e far pagare la differenza economica della prestazione specialistica alla stessa Asl. Lo stesso decreto legislativo già 16 anni fa offriva importanti indicazioni e, cioè, che le Regioni, insieme alle Aziende Unità Sanitarie locali e gli ospedali, devono stabilire i tempi massimi che intercorrono tra la richiesta della prestazione e la sua esecuzione. Questo intervallo di tempo, poi, deve essere reso pubblico e dovrebbe essere comunicato all’assistito al momento della richiesta. Dovrebbe..