Formia / Rivolta dei tecnici contro il dirigente della ripartizione Urbanistica del Comune

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FORMIA – Continua a piovere sul bagnato sull’operato della ripartizione tecnica del comune di Formia. Non bastava la negligente e mancata presentazione domanda di partecipazione al bando Ministeriale “Sport e Periferie 2023”, che impedirà (a causa del mancato e previsto arrivo di un contributo poco superiore al milione di euro) il completamento recupero funzionale dello stadio “San Nicola” di Castellonorato (l’ente ha comunque acceso un mutuo di 200mila euro per la sola sistemazione della recinzione del rettangolo di gioco dello storico impianto di Castellonorato), che si è aggiunta un’altra grana per la gestione dell’apparato dell’area tecnica dell’ente.

Se nel dipartimento Opere Pubbliche ormai si respirava un vero e proprio ammutinamento nei confronti del dirigente Giuseppe Viscogliosi – scelto a fatica dal sindaco Gianluca Taddeo presso il Comune di Arpino al termine di una selezione fiduciaria inceppata per i titoli accademici a disposizione dell’ingegnere ciociaro – un muro contro muro si è creato tra una folta rappresentanza di tecnici locali (ingegneri, architetti, geometri e geologici) ed il nuovo responsabile del settore urbanistica del comune, l’ingegner Pietro D’Angelo.

E’ finito nel loro mirino al punto da essere definito “Mister No” per una “stringente ed immotivata” interpretazione legislativa sul disbrigo delle pratiche di condono edilizio. C’è stato anche un incontro con l’assessore al ramo Marcello Pugliese e, venendo meno l’auspicato ruolo di mediazione con l’apparato tecnico amministrativo, l’esito è stato negativo. I tecnici del settore in una nota fanno ricorso alla velenosa ironia per sottolineare come il primo effetto del primo quadrimestre del dirigente D’Angelo è “stata la sua capacità di azzerare o quasi le domande di autorizzazioni da parte dei privati cittadini, per paura da parte dei tecnici di non incorrere nella mannaia delle sue spericolate ricostruzioni legislative. Essendo egli stesso un esperto dei condoni, provenendo dalla regione più abusiva d’Italia, sta attuando una politica persecutoria nei confronti di tutti coloro che hanno usufruito della possibilità di condonare l’abitazione ma che non hanno i requisiti dell’altezza fissata, secondo il decreto Ministeriale 75, a due metri e 70 centimetri. Queste censure hanno creato un vero e proprio disorientamento nei tecnici istruttori e nei suoi stessi collaboratori, alla luce anche di un vero e proprio vademecum fatto circolare negli uffici che, senza valore alcuno, non tiene conto dei vantaggi amministrativi previsti dalla legge regionale sulla rigenerazione Urbana e della delibera numero 20 sui piani di zona già approvati”.

Si tratta di parole dure come macigni a cui fa da contraltare – secondo ingegneri, architetti, geometri e geologici – “il silenzio dell’intera amministrazione comunale (compresi la Giunta, il presidente del consiglio e l’intera assemblea) che dovrebbero cominciare a temere grossi buchi nel bilancio 2024 per il mancato introito degli oneri di urbanizzazione e di quelli derivanti dalla legge ‘Bucalossi’. La ripartizione urbanistica continua ad avere questo atteggiamento ostruzionistico a fronte dei primi ricorsi e richieste di rimborsi per svariate centinaia di migliaia di euro. Gli stessi uffici sono in allarme nonostante il gioco delle tre scimmiette della politica, in quanto sugli introiti dell’urbanistica si basano alcuni investimenti comunali. Si sta paventando il rischio di buchi nel bilancio per risarcimenti e spese legali ma sembra che si sia più preoccupati a mettere la polvere sotto il tappeto che ad affrontare le questioni che interessano i cittadini comuni”.

La situazione appare essere di non ritorno e, se in un comune normale la mancata presentazione di una richiesta di contributo ai sensi di un bando del Miur dovrebbe tradursi in un’indagine amministrativa interna da parte della segretaria comunale e argomento di segnalazione al Nucleo di valutazione degli stessi dirigenti, continua inesorabile la fuga dal comune di Formia.

E’ il caso di un geometra che, assunto a tempo indeterminato poco più di un anno fa presso il Suap (lo sportello unico delle attività produttive), ha issato a sorpresa bandiera bianca. Ha deciso di licenziarsi e, nonostante abiti e viva stabilmente a Formia, ha preferito accasarsi con le stesse mansioni fuori provincia, presso il comune di Sessa Aurunca. Una negativa ed inarrestabile inversione di tendenza quando tutti, sino a pochi anni fa, avrebbero fatto faville per venire a lavorare in un ente, il comune di Formia, considerato un’eccellenza, un punto di riferimento dal punto di vista professionale. Cambiano i tempi e, purtroppo, anche gli amministratori interessati a coltivare la passione dei selfie davanti ad opere pubbliche il cui cantiere, aperto da anni, viene pubblicizzato con un imbarazzante effetto postumo.