Formia / Futuro Rifiuti zero, l’amministratore Raffaele Rizzo e la conferenza sul ricorso al Tar del Csa

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FORMIA – Venti minuti. Tanto è durato l’incontro con la stampa, molto atteso, convocato dall’amministratore unico della Futuro Rifiuti zero Raffaele Rizzo all’indomani della sentenza del Tar del Lazio che, pubblicata il 12 dicembre a venti giorni dalla discussione del ricorso promosso dal Centro servizi ambientali di Castelforte, aveva dato ragione alla decisione dello stesso amministratore di interrompere il trasferimento dei rifiuti indifferenziati dei comuni di Formia e Ventotene presso la struttura “inidonea” della famiglia Ambroselli-Giuliano. E nonostante la sentenza del Tar abbia legittimato – almeno per ora – l’operato amministratore unico della Frz, la stampa al gran completo (erano presenti le telecamere di un blog locale e della pagina facebook della municipalizzata) ha snobbato l’appuntamento con il dottor Rizzo che, in assenza di domande, si è auto doverosamente complimentato con se stesso con le decisioni assunte per mettere ordine ad un settore in un cui l’ordine – a decorrere dal 2014, anno di costituzione dell’ex Formia Rifiuti zero – non ha mai regnato sovrano.

Il dottor Rizzo probabilmente l’assenza dei cronisti – “molti dei quali hanno deciso di attenzionare il mio operato” – l’ha salutata con favore perché sapeva che, dopo aver avuto il primo round davanti il Tar del Lazio, un’eventuale interlocuzione lo avrebbe portato a sconfinare eventualmente sul terreno della diffamazione nei confronti del Csa di Castelforte. Rizzo in un solo frangente è stato pesante nel momento in cui ha invitato il comune del comprensorio a valutare le loro scelte a scegliere un sito che, avendo il solo sistema del trattamento meccanico (e non quello biologico), non può accogliere i rifiuti indifferenziati aventi una percentuale dell’umido superiore del 15%. “E invece il Csa – è stato un altro passaggio severo del monologo dell’amministratore Rizzo sulla scorta della sentenza del Tar sezione di Latina – dopo l’annullamento di una determina dirigenziale della Regione del 26 gennaio 2023, ha ospitato dal 20 giugno al 15 agosto 2023 illegalmente gli indifferenziati degli altri comuni del Golfoi (e non più quelli di Formia e Ventotene) senza aver alcun titolo”.

Rizzo con la stampa assente non è stata tenera (“Ha deciso di non ascoltarmi e di trascurare i parerei che gli affidava un esperto del settore come me”) ma c’era da attenderselo . Ha soltanto ribadito come la sentenza del Tar – che nella giornata di lunedì come anticipato il Csa ha deciso di impugnare davanti il consiglio di Stato – farà chiarezza, porterà ordine nella gestione del settore “e non solo nei comuni di Formia. La decisione di conferire gli indifferenziati (sino al 31 dicembre ma già si vocifera di una proroga) alla Saf di Colfelice permetterà alla società che ho onore di presiedere di beneficiare di importanti risparmi e, di conseguenza anche per i cittadini dei due comuni, e di evitare di procurare disagi e disservizi di natura ambientale”.

Rizzo nel corso del suo monologo ha ringraziato a più riprese l’assemblea dei soci e, in particolare, i sindaci di Formia e di Ventotene, Taddeo e Caputo, per aver creduto nel suo operato. Ma all’incontro di lunedì a mezzogiorno presso la sala Sicurezza del comune di Formia non c’era letteralmente nessuno dei due comuni aderenti alla Frz. Le inquadrature delle dirette social erano molto ristrette. Mai uno zoom sulla platea presente che – secondo quanto è trapelato – era composto esclusivamente da dipendenti e funzionari – ciascuno con un proprio ruolo operativo – della stessa società municipalizzata.

Rizzo ha concluso di voler bene a questa società affermando di credere nei suoi ampi margini di sviluppo. Ma il passato dirigenziale della Frz gli provoca l’orticaria. Pur senza mai citarla esplicitamente ha polemizzato apertamente con il capogruppo d’opposizione della lista “Guardare Oltre” Imma Arnone perche, nonostante sia stato costretto a partecipare a due sedute della commissione Trasparenza del comune di Formia (“sembrava un tribunale dell’inquisizione”). “non ha ottemperato ad una mia richiesta, quella di ascoltare i precedenti amministratori della società”. Ma a svolgere le indagini – sino a prova contraria – è la Procura della Repubblica . E questo Raffaele Rizzo, visto il suo apprezzato lavoro, lo sa abbondantemente da sempre.