Politica

Gaeta / Comune poco trasparente, condannato dal Tar per mancato accesso agli atti

GAETA – Comune di Gaeta inadempiente, poco trasparente, debole con i forti, forte con i deboli. A sentenziarlo con un’ordinanza ad hoc è il Tar del Lazio-sezione di Latina (presidente Davide Soricelli, estensore Benedetta Bazuro) che ha sanzionato l’amministrazione comunale del Golfo al pagamento delle spese di lite per un importo di 1500 euro per aver impedito ad un cittadino di accedere ad atti pubblici, a difesa di un proprio legittimo interesse, nel settore urbanistico. Il Tar nel suo provvedimento, nonostante un’infinità di omissis, arriva ad un’altra conclusione: il Comune ha trenta giorni di tempo, che scadranno la vigilia di Natale, il 21 dicembre prossimo, a concedere al privato gli atti amministrativi richiesti ma mai ottenuti.

Questa è una vicenda delicatissima dal punto di vista etico-deontologico oltre che politico perché la bocciatura del C omune di Gaeta da parte del Tar riguarda gli atti negati ad un cittadino che confina con un autorevole assessore della Giunta del sindaco Cristian Leccese. Il privato nel ricorso al Tar prodotto dall’avvocato Gianmarco Poli aveva chiesto l’annullamento della nota del dirigente del dipartimento “Riqualificazione Urbana” Antonio Di Tucci con cui gli bocciava la richiesta di accesso agli atti e tutti i provvedimenti culminati con una lettera dello stesso responsabile di settore datata il 24 marzo 2023. Di Tucci all’assessore in carica la realizzazione delle opere edilizie che l’autorevole amministratore aveva chiesto il 29 maggio 2017 ed integrato due volte, il 10 agosto 2022 e il 15 marzo 2023, cioè quando, essendo stata nominata dal sindaco Leccese, avrebbe dovuto e potuto per una mera questione di opportunità evitare di farlo.

L’Ingegnere Di Tucci nella nota autorizzativa del 24 marzo scorso è stato molto attento e cauto ad utilizzare le parole sapendo che il destinatario del suo semaforo verde non era un cittadino comune di Gaeta ma un esponente di spicco della Giunta in carica: “Il presente provvedimento è rilasciato al solo fine della tutela paesaggistico ambientale ed è immediatamente esecutivo. …Il presidente provvedimento lascia impregiudicati gli autonomi accertamenti della sezione urbanistica comunale circa l’ammissibilità o meno del progetto in ordine alle vigenti norme di urbanistica ed edilizi ed ai vincoli di altra natura”. Naturalmente il nulla osta di Di Tucci (numero di protocollo 0016406) fu inviato alla Regione e alla Soprintendenza per i beni ambientali ed architettonici del Lazio che, citati dal “curioso” ma danneggiato confinante dell’assessore del comune di Gaeta nel ricorso davanti il Tar, decisero, insieme al Ministero della Cultura, di non costituirsi in giudizio. Capita. Lo fece naturalmente il Comune che per motivare il suo silenzio nominò le legali della sua avvocatura interna, Daniela Piccolo e Annamaria “giusta procura in atti”.

La cosa non è sfuggita al capogruppo consiliare del Partito Democratico Emiliano Scinicariello che le censure dei giudici amministrativi di Latina sul conto dell’operato del comune di Gaeta non le ha definite inattese: “In un Comune appena “normale”, una cosa del genere dovrebbe far indignare tanto i cittadini quanto la politica, ma a Gaeta ci stiamo abituando tristemente ad ogni abuso. Non è una novità che il Comune di Gaeta si metta in evidenza per assenza di trasparenza e limitazione del diritto di accesso agli atti. Quello che pensavo essere un comportamento riservato alla “politica” e ad i suoi rappresentanti, magari non tutti, magari solo quelli “selezionatissimi”, noto essere invece riservato anche ai comuni cittadini”. Qualcosa di anomalo è successo. Lo rivela lo stesso capogruppo Dem. Il cittadino firmatario della richiesta di accesso agli atti aveva chiesto di accedere agli atti relativi ad opere di ampliamento in corso di realizzazione su fondo confinante col suo per verificarne la piena legittimità. “In un primo momento il Comune di Gaeta, con una nota (del Dirigente, suppongo), consente l’accesso agli atti senza porre alcuna limitazione. Poi, evidentemente ripensandoci, ed adducendo motivazioni pretestuose che il Tar non accoglierà, l’ente nega al malcapitato cittadino il completo accesso agli atti, limitando così un suo diritto. Tant’è che lo stesso afferma testualmente “la sola completezza della ostensione documentale richiesta può consentire il vaglio dell’attività edilizia in corso, in linea, peraltro, con un più generale interesse alla massima trasparenza in materia edilizia e con le manifeste esigenze di difesa che il ricorrente prospetta”.

Questa ingarbugliata (ma sino ad un certo punto) vicenda ora approderà in uno dei prossimi consigli comunali con una seduta che sarà blindata a cittadini comuni e giornalisti essendo – come detto – coinvolto un assessore. Il capogruppo del Pd Scinicariello ha presentato una specifica interrogazione all’assessore all’edilizia privata del comune Teodolonda MORINI, “quale membro della Giunta Comunale competente in materia”, per porle domande. “In primis, per quale motivo il Comune di Gaeta ha dapprima assentito alla istanza di accesso senza porre alcuna limitazione e, successivamente, ha espressamente limitato l’accesso agli atti richiesti alla sola porzione di immobile interessato ai lavori, e con la sola facoltà di visionare i documenti senza estrarne copia? Ogni atto prodotto dall’Amministrazione, sia esso espressione di una volontà politica o un atto amministrativo prodotto dagli uffici, deve essere adeguatamente motivato. E le motivazioni per questo dietrofront quali sarebbero? Si è cercato di tutelare qualcuno sottraendolo alla piena conoscenza degli atti e dei fatti? E ancora, con quale atto deliberativo il Comune di Gaeta si è costituito in giudizio nella specifica vicenda? Strano a dirsi, ma nell’archivio on line non c’è alcune Delibera di Giunta che riguardi la vicenda… Ad ogni modo, essersi costituiti in giudizio contro un cittadino che rivendicava un proprio diritto, significa che il Sindaco e l’intera Giunta Comunale erano concordi nell’opporsi all’esercizio del diritto di quel cittadino?” E poi c’è anche il risvolto di natura erariale. Scinicariello ha chiesto all’Assessore Morini, “visto che il Comune di Gaeta, nel comportarsi in maniera omissiva e violando le più elementari norme sulla trasparenza, è stato anche condannato a corrispondere al cittadino ricorrente le spese di lite quantificate 1500 euro “oltre rimborso forfettario ed accessori di legge”, ritiene che questo, che a tutti gli effetti è un danno erariale, debba essere segnalato alla Corte dei Conti?”. L’esponente Dem rileva diversi “buchi” documentali e anticipa di aver fatto accesso agli atti – “sperando di non dover ricorrere al Tar anch’io…poiché sarebbe curioso capire i motivi per cui prima si concede un illimitato accesso agli atti, e poi lo si limita pesantemente, e soprattutto con quale atto deliberativo il Comune si è costituito in giudizio”.

Sul piano politico, in conclusione, Scinicariello evidenzia tre aspetti. Il primo è che gli uffici della sezione urbanistica del comune di Gaeta “si prendono la briga di produrre atti amministrativi che generano un danno per l’ente, e di questo danno, grande o piccolo che sia, qualcuno dovrà iniziare a rispondere”. Il secondo è che della Trasparenza “nel Comune di Gaeta continua a non esservi traccia…anche se sono certo che un Responsabile della Trasparenza ci sia… (la segretaria comunale, l’avvocato Patrizia Cinquanta) e qualche risposta sarà certamente chiamato a darla”. Terzo, ma non per importanza, il Comune di Gaeta continua “a farsi beffe delle normative vigenti e fa l’ennesima figuraccia. Dovrebbero indignarsi tutti, tanto i cittadini quanto la politica; invece tra le lucine natalizie, qualche cantata in piazza e un bel selfie sorridente in un palazzetto che ha ancora mille incognite (la cui variante non è ancora approvata) tutto passa in cavalleria. E allora #avantitutta senza vergogna!” Amen.

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