Minturno / Superbonus 110%, denunciato imprenditore edile per truffa e appropriazione indebita

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Il campanello d’allarme lo avevano lanciato quattro privati – tre di Minturno ed il quarto di Latina – che, a fronte della decisione di cedere volontariamente all’impresa prescelta crediti d’imposta molto significativi, avevano denunciato la mancata realizzazione degli interventi edili di ristrutturazione (promessi) delle rispettive abitazioni nell’ambito delle misure di sostegno all’economia previste dal Superbonus 110%.

Al termine di un’indagine molto articolata durata poco meno di un anno dalle prime ore di mercoledì mattina gli agenti del gruppo di Formia della Guardia di Finanza di Latina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure interdittive e reali che, emessa dal Gip del Tribunale di Cassino Alessandra Casinelli su richiesta del sostituto procuratore Marina Marra, ha investito un noto imprenditore di Minturno, G.V. di 62 anni. L’indagine degli uomini del Colonnello Luigi Galluccio aveva preso spunto – come detto – da quattro denunce querele prodotte da altrettanti proprietari di immobili che, dopo la sottoscrizione del contratto di appalto e, in taluni casi, del versamento all’impresa esecutrice dei lavori, delle somme contrattualizzate, non vedevano realizzati, in tutto o in parte, gli interventi edilizi nell’ambito delle misure di sostegno all’economia Superbonus 110%.

Gli accertamenti delle Fiamme Gialle hanno appurato come la società di G.V., che ha la sua sede legale in un anonimo plesso di San Cosma e Damiano, avesse dichiarato al fisco proprio i 153mila euro di crediti d’imposta, gli stessi che erano stati ceduti dai quattro proprietari di casa firmatari delle querele per la mancata (o parziale) realizzazione degli interventi edili e così che G.V. è stato denunciato due volte dagli investigatori del Colonnello Galluccio: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e appropriazione indebita.

Il Gip del Tribunale, condividendo la richiesta del Pm della Procura di Cassino, ha emesso l’ordinanza interdittiva del divieto di esercitare gli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, per dodici mesi, a carico del rappresentante legale dell’impresa di S. Cosma e Damiano (Latina), nonché il sequestro preventivo dei crediti indebitamente maturati pari a circa 153.000mila euro. Il professionista è stato denunciato a piede libero e dovrà rispondere di falsa asseverazione di lavori non eseguiti.

L’ordinanza della dottoressa Casinelli ha condiviso il castello accusatorio della Procura di Cassino e ha imposto a G.V. il divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per dodici mesi e ha disposto il sequestro preventivo dei crediti indebitamente maturati pari, appunto, a circa 153 mila euro.

A differenza di un analogo episodio verificatosi due settimane in località Gianola la Guardia di Finanza è stata più scaltra dell’imprenditore minturnese bloccando sui suoi conti il 60% di quanto indebitamente incassato dai privati e, indirettamente, dallo Stato. Ma non è finita. In quest’operazione è stata coinvolta una terza persona: si tratta di un ingegnere edile di 73 anni, di Rocca d’Evandro, in provincia di Caserta, denunciato alla Procura di Cassino per falsa asseverazione di lavori non eseguiti. Il suo ruolo – hanno spiegato gli inquirenti formiani – è stato determinante perché, apponendo il relativo nulla osta al (falso) svolgimento dei lavori edili, garantiva l’accesso al beneficio fiscale a favore dell’imprenditore minturnese