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Formia / Area sensibile del Golfo, consigliere Carta (Pd): “l’assessora Palazzo e il gattopardo”

FORMIA – L’assessore Elena Palazzo e la Giunta Regionale del Lazio, nel varare la delibera n. 718 del 14 novembre 2023, devono essersi ispirati al romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il Gattopardo: se si vuole che tutto rimanga com’è, bisogna far credere che tutto cambi. La delibera di cui si parla viene infatti proposta come risolutiva dei problemi legati all’inquinamento del golfo. Abbiamo voluto fare ordine in una materia complessa e gettare i presupposti per le azioni volte a tutelare l’ambiente – ha affermato la Palazzo. Peccato però che il provvedimento si limita soltanto a stabilire che – contrariamente a quanto previsto dalla delibera istitutiva dell’Area Sensibile del 2010 – gli allevamenti di cozze possono rimanere all’interno del golfo”.

All’indomani della notizia della modifica della legge del 19 febbraio 2010, superata la reazione dell’intera formazione formiana del Partito Democratico, il consigliere comunale dem, Alessandro Carta, ha deciso di prendere personalmente “carta e penna” e di esprimere la sua personale opinione ispirandosi al romanzo della letteratura italiana pubblicato postumo nel 1958, best seller del secondo dopoguerra.

Secondo il consigliere Carta oltre alla decisione di non trasferire gli allevamenti di cozze “per il resto non dice nulla, rimandando a quanto contenuto nella delibera del 2010. Occorre che qualcuno ricordi all’Assessore Palazzo e al presidente Rocca che la delibera del 2010 non è stata minimamente attuata, perché: le gabbie dei pesci (13 % fosforo e azoto sul totale presente in mare) sono ancora al loro posto, all’interno della delimitazione dell’area sensibile;  i depuratori continuano a riversare azoto e fosforo in mare (63% del totale), perché non dotati del terzo stadio in grado di eliminarli; Gaeta non ha la condotta sottomarina per allontanare i reflui dallo sbocco sotto costa, all’altezza del suo porto; gli scarichi (antropici, dell’agricoltura e degli allevamenti) che si riversano nei corsi d’acqua che confluiscono nel golfo (rio Pontone, Capodacqua e, soprattutto, il Garigliano) non sono monitorati; i finanziamenti iniziali, che pure c’erano a corredo della delibera del 2010, improvvidamente stornati dalla giunta Polverini, non sono mai stati più ripristinati”.

Ed ancora: “Se a ciò aggiungiamo il fatto che le concessioni per la piscicoltura sono scadute e che la Regione, attraverso la cosiddetta Carta Vocazionale, ha dichiarato inidonee le aree all’interno dell’Area Sensibile per lo svolgimento di tali attività, non si capisce quali azioni concrete stia promuovendo la Giunta Regionale per dare attuazione a quanto stabilito nel 2010. Il provvedimento approvato il 14 novembre non intacca minimamente le cause dell’inquinamento del golfo, che sono principalmente di origine antropica, secondo gli studi del prof. Ardizzone”.

“Neanche può valere la circostanza che la potestà sul rinnovo delle concessioni di piscicoltura è in capo ai comuni da qualche anno. Se essi scontano delle difficoltà inerziali, sta alla Provincia e, soprattutto alla Regione, assumere comportamenti concludenti con quanto stabilito nelle stesse loro delibere. All’assessore Palazzo e al presidente Rocca occorre ancora ricordare che adesso sono loro che governano la Regione e quindi non serve cambiare qualcosa sulle questioni minori se nulla cambia su quelle più importanti” – conclude Carta. 

 

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