Gaeta / Vendita ex-piazzale della stazione, giovedì l’udienza preliminare per i tredici indagati

Cronaca Gaeta

GAETA – Il comune di Gaeta, che non ha mai perseguito concretamente l’idea di acquisire al proprio patrimonio immobiliare l’area in questione (salvo affidarsi alla decisione, mai arrivata, del dirigente al ramo, peraltro indagato), si costituirà parte civile nel procedimento contro alcuni dei suoi assessori e consiglieri in carica? E poi uno dei legali in campo, l’assessore alla Polizia Locale, l’avvocato Stefano Martone riterrà opportuno confermare la difesa di suo padre contro un ente di cui è uno degli amministratori di primissimo (e delicato) piano?

Sono alcuni degli interrogativi che campeggiano alla vigilia dell’inizio dell’attesa udienza preliminare, in programma giovedì 9 novembre, alle ore 9.10, davanti il Gup del Tribunale di Cassino l’udienza preliminare nei confronti delle tredici persone indagate a vario titolo per turbativa d’asta, abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva in ordine all’”affaire” della vendita da parte del Consorzio Industriale del sud pontino ad un privato dell’appetibile piazzale dell’ex stazione ferroviaria di Gaeta.

L’udienza preliminare, dopo mesi di attesa, inizia con una considerazione: l’architrave accusatorio della Procura di Cassino è stato condiviso completamente con un “seleziona, copia e incolla” per tutti e tredici gli indagati nei confronti dei quali lo scorso gennaio c’era stata la conclusione delle indagini preliminari. Con un’integrazione confermata: a chiedere ed ottenere il rinvio a giudizio sono stati due dei pm di punta in servizio presso gli uffici giudiziari di piazza Labriola, non solo il sostituto procuratore Chiara D’Orefice ma anche il collega Alfredo Mattei, il magistrato della Procura, quest’ultimo, che tradizionalmente si occupa di reati contro la pubblica amministrazione e contro il territorio.

Secondo la Procura di Cassino a distanza di tre anni e mezzo dall’inizio delle indagini e a dieci mesi dalla loro conclusione ci sono presupposti perché il giudice per l’udienza preliminare decida se dovranno o meno affrontare un processo l’ex presidente del Consorzio Industriale del sud Pontino e vice presidente di quello laziale Salvatore Forte (Forza Italia), i membri del consiglio d’amministrazione in carica tra il 29 giugno 2018 ed il 15 gennaio 2020 (Antimo Merenna e Vincenzo Zottola), l’ex direttore tecnico dello stesso Consind Gianpaolo Scalesse, i componenti della Giunta municipale di Gaeta in carica nell’estate 2019 (l’ex sindaco e dallo scorso febbraio consigliere regionale di Forza Italia Cosimino Mitrano e gli assessori Angelo Magliozzi, Linda Morini, Alessandro Martone, Lucia Maltempo, Felice D’Argenzio), l’attuale dirigente del settore “Riqualificazione Urbana” del comune di Gaeta Stefania Della Notte, il legale rappresentare (Edoardo Pansini) della società acquirente (“Immobiliare Cavour”) il parcheggio e la moglie Fabrizia Conte.

Secondo i pm inquirenti il Consorzio industriale del Sud Pontino avrebbe utilizzato “mezzi fraudolenti” tra il 29 giugno 2018 (data di pubblicazione dell’avviso di vendita) ed il 15 gennaio 2020 (giorno in cui fu stipulato il contratto definitivo di compravendita) per alienare alla neonata società “Immobiliare Cavour srl” il piazzale della stazione della ferroviaria di Gaeta. E’ questa una delle gravi accuse – turbata libertà degli incanti – che la Procura nuove nei confronti dei vertici del consorzio industriale in carica tra il 2018 ed il 2020. L’ex presidente Salvatore Forte e i membri del Consiglio d’amministrazione dello stesso Consind (l’ex presidente della Camera di Commercio di Latina Enzo Zottola e Antimo Merenna), il direttore tecnico dello stesso Consorzio Giampaolo Scalesse , il titolare della “Immobiliare Cavour” Edoardo Pansini e la moglie Fabrizia Conte avrebbero turbato, condizionandola per centrare l’obiettivo studiato a tavolino, la gara d’appalto pubblicata dal Consind il 29 giugno 2018.

Furono messi in vendita inizialmente tre fabbricati di proprietà dell’ente consortile, di 103 metri quadrati, di 3 e 5 vani. Il prezzo d’asta fissato in partenza fu di 408mila euro con termine per la presentazione delle domande fissato per il 13 luglio 2018. Qualcosa per la Procura va chiarito in ordine a quanto successe il 15 gennaio 2020. In sede di redazione dell’atto di compravendita vennero inserite “non solo le consistenze immobiliari insistenti nella particella 3184 del foglio 25 ma tutta l’area ad essa circostante costituita da tutti i terreni ad esso adiacenti per un’estensione di 2737 metri quadrati”.

Nella richiesta di rinvio a giudizio emerse come il Consorzio industriale – vuoi per il periodo estivo di cinque anni fa – abbia dato “una limitata pubblicità all’atto di alienazione” in violazione alle direttive impartite dall’Autorità nazionale anti corruzione secondo le quali la licitazione pubblica andava pubblicizzata sulla pagina web del sito del Cosind e “su almeno due quotidiani a maggiore diffusione locale”. Insomma di questa vendita da parte del Consorzio non lo sapeva nessuno…tranne che la società interessata.

L’unica offerta presentata fu soltanto della signora Conte che, solo il 7 settembre 2018 (e quindi in una data successiva alla scadenza della presentazione delle offerte fissata al 13 luglio dello stesso anno) costituiva con il marito Edoardo Pansini la società “Immobiliare Cavour”. Quest’ultima, che aveva la sede presso uno studio legale nella centralissima via Piave a Gaeta, si aggiudicò la gara con un’offerta di 409mila euro, soltanto mille euro in rispetto alla già economica base d’asta del Consorzio industriale.

Il secondo capo d’imputazione a causa del quale i Pm D’Orefice e Mattei hanno chiesto il processo riguarda i componenti della Giunta municipale di Gaeta in carica il 2 agosto 2019. Furono il sindaco dell’epoca Mitrano e gli assessori Angelo Magliozzi, Felice D’Argenzio, Lucia Maltempo e Teodolinda Morini (la penultima si è dimessa dalla Giunta un mese, l’ultima è in carica nella Giunta del sindaco Cristian Leccese di cui è “vice” e delegata all’urbanistica) rischiano il processo con l’ipotesi di reato di concorso in abuso d’ufficio insieme alla dirigente del Settore Riqualificazione urbana del Comune Stefania Della Notte.

La loro accusa è di aver approntato e approvato la delibera di Giunta numero 171 del 2 agosto 2019 che dichiarava immediatamente eseguibile una variante al Prg del comune di Gaeta. Produsse un effetto immediato: l’ex piazzale della stazione veniva trasformato da zona “S” (servizi scolastici e erroviari) a “P”: parcheggi. Per la Procura quella delibera permise il recupero degli standard urbanistici e soprattutto l’aumento della capacità edfificatoria per la superfice di terreno ricadente in zona B1 ed identificata nel catasto nella particella 1379. Ma quale sarebbe stata la colpa del sindaco e degli assessori in carica quattro anni fa? Se il comune di Gaeta era stato (o almeno) tenuto all’oscuro di questa alienazione, la Giunta in carica nel 2019 avrebbe procurato al Consorzio Industriale del Sud pontino – avente peraltro la stessa guida politica, di Forza Italia – e alla neonata società “Immobiliare Cavour” un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito – come detto – da “un considerevole aumento del valore commerciale dell’area…nelle more del procedimento di definizione dell’operazione di vendita del sito”.

Nel terzo ed ultimo d’imputazione sono citati il presidente consortile Forte, i due ex membri del Cda Antimo Merenna e (l’ex presidente della Camera di Commercio di Latina) Vincenzo Zottola nonché l’ex direttore tecnico Scalesse perché il 14 giugno 2019, proponendo con la delibera 85 la variante urbanistica per la riattivazione della linea ferroviaria Gaeta-Formia (con la realizzazione di un nodo di scambio), proposero anche il frazionamento di parti dell’area adiacente a quello oggetto della pubblica vendita con la conseguente formazione di sei particelle, da 3218 a 3225.

I vertici del Consorzio industriale davanti il Gup di Cassino dovranno difendersi dall’accusa di lottizzazione abusiva per la presunta violazione del Dpr 380/01. E’ un ‘ipotesi di reato che la stessa Procura ha prefigurato unitamente proprio all’ex sindaco Mitrano e ai suoi assessori in carica il 2 agosto 2018 quando, recependo l’illegale frazionamento operato dal Consorzio, approvarono la variante urbanistica richiesta dallo stesso ente di promozione industriale. Per la Procura, il comune di Gaeta ubbidendo alle volontà dell’ex Consind, di fatto contribuì ad aumentare la capacità edificatoria del lotto già qualificato in zona B1 (di cui alla particella 3179) trasformato – come detto – da zona “Servizi scolastici” a quella più remunerativa zona “P”. La Giunta Mitrano operò, insomma, una vera e propria lottizzazione abusiva operando una variante al Prg senza un idoneo piano attuativo o piano di lottizzazione”.

Insomma la Giunta di Gaeta commise l’analogo errore, più o meno voluto, di quella formiana nel 2008 quando , su indicazione sempre dell’architetto Stefania Della Notte (che all’epoca guidava il settore urbanistico del comune di Formia) fu rilasciato il permesso a costruire per la riconversione dell’ex pastificio Paone in un centro commerciale. La Procura di Cassino, come quella di Latina, ha utilizzato lo stesso metro di giudizio: serviva un piano di lottizzazione che ha un costo economico per il richiedente. Con una conseguenza: questa intera procedura urbanistica, se fosse stata promossa, avrebbe dovuto seguire un iter tecnico amministrativo più laborioso con la fase delle osservazioni e controdeduzioni ed l’approvazione finale della Giunta Regionale.

Sarebbe stato troppo per portare a termine un’operazione immobiliare costata “soltanto” 409mila euro e ora avente un valore decisamente superiore… I legali dei vertici del Consorzio Industriale hanno sempre contestato soprattutto l’entità della turbativa d’asta. Se il prezzo della vendita del parcheggio dell’ex stazione ferroviaria con alcune pertinenze è stato deciso da una perizia giurata, la turbata libertà non si può prefigurare in occasione della gara d’appalto che, pubblicata dal consorzio il 29 giugno 2018, registrò la partecipazione di una sola offerta, prima nel luglio 2018 da parte della signora Conte e poi il 7 settembre 2018 (e quindi in una data successiva alla scadenza della presentazione delle offerte fissata al 13 luglio dello stesso anno) quando ha costituito con il marito Edoardo Pansini la società “Immobiliare Cavour”.

La Procura accusa poi il Consorzio industriale di aver dato “una limitata pubblicità all’atto di alienazione” in violazione alle direttive impartite dall’Autorità nazionale anti corruzione secondo le quali la licitazione pubblica andava pubblicizzata sulla pagina web del sito del Cosind e “su almeno due quotidiani a maggiore diffusione locale”. Secondo i legali difensori questa versione dei fatti non sarebbe corretta dal momento che il bando è stato pubblicato “a lungo” sul sito web del Consorzio industriale e, dunque, a “disposizione di tutti”.

L’ex sindaco Mitrano, ora consigliere regionale di maggioranza e presidente della commissione trasporti e Lavori Pubblici alla Pisana, la Giunta Municipale in carica quattro anni fa e la dirigente Stefania Della Notte pubblica non hanno mai offerto, attraverso i loro legali difensori, una rispettiva versione sui fatti contestati dalla Procura.

Nella seduta del consiglio comunale del 4 maggio scorso venne approvata – come detto- una delibera in cui veniva recepita sostanzialmente una mozione dei consiglieri comunali di minoranza di centro sinistra Emiliano Scinicariello, Silvio D’Amante e Sabina Mitrano in cui si chiedeva di avviare la procedura da parte di un dirigente terzo (che non fosse indagato e, dunque, dell’architetto Stefania Della Notte) per l’acquisizione al patrimonio del comune di Gaeta proprio del piazzale dell’ex stazione ferroviaria. L’istanza non è mai diventata operativa. Di recente il primo cittadino, interrogato dalle minoranze circa la possibilità di costituirsi parte civile davanti il Gup del Tribunale di Cassino, escluse tra le righe l’ipotesi di avviare la procedura di acquisizione del parcheggio “perché non voglio rischiare di commettere un reato” temendo, giustamente da par suo, un’azione di rivalsa da parte della società legittimamente proprietaria dell’area.

La conferma di questa chiusura il sindaco Leccese la palesò quando, sollecitato dal capogruppo del Pd Emiliano Scinicariello circa l’individuazione del dirigente ‘terzo’ abilitato ad effettuare la possibilità o meno dell’acquisizione del piazzale dell’ex stazione ferroviaria, rispose testualmente in questo modo:“La procedura inizierà solo in caso di una sentenza penale o venissero riscontrati illeciti amministrativi. Mi sto sforzando di capire cosa vi aspettiate da me”.

Un compito arduo attende giovedì dunque, il nutrito e qualificato collegio difensivo dei 13 indagati che, composto dagli avvocati Fabio Lattanzi, Gianluca Giannichedda, Stefania Miele, Luigi D’Anna, Vincenzo Macari, Andrea Di Croce, Antonio Buonemani, Angela Valente, Stefano Martone, Fabrizio De Cesare, Pasquale Cardillo Cupo ed Ernesto Renzi – ebbe la possibilità, subito dopo la conclusioni delle indagini preliminari e comunque prima della richiesta di rinvio a giudizio, di produrre memorie difensive o chiedere di far ascoltare ai rispettivi assistiti. Fu un’occasione importante per verificare l’entità del fascicolo prodotto dalla Procura sulla scorta delle indagini compiute dagli agenti del gruppo di Formia della Guardia di Finanza.

Ora c’è da affrontare giovedì l’udienza preliminare in cui a decidere l’eventuale svolgimento di un processo sarà un giudice terzo.