Gaeta / Montagna Spaccata, riaperta la Cappella del Crocifisso del Santuario della Santissima Trinità

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GAETA – La montagna Spaccata, nel cuore del parco urbano di Monte Orlando a Gaeta, è tornata ad essere fruibile completamente sul piano turistico mettendosi a disposizione della città nell’ambito della sua domanda di poter diventare nel 2026 la capitale italiana della cultura. Lo è da domenica quando sono stati inaugurati gli interventi di restauro e di risanamento conservativo della storica e rinomata cappella del Crocifisso. Per realizzarli era stata chiusa agli inizi dell’anno la stessa Montagna Spaccata, una decisione che fu presa per ragioni di sicurezza dai padri missionari del Pime (pontificie missioni esteri) che gestiscono l’attiguo Santuario della Santissima.

“Questo momento ci ripaga di tanti sacrifici compiuti negli ultimi mesi per rilanciare la fruibilità, da parte dei gaetani e dei turisti, di questo scrigno d’arte – ha tenuto a precisare padre Daniele Belussi, il Rettore Santuario della Santissima Trinità di Gaeta – Siamo convinti che servirà per rilanciare l’immagine della Montagna Spaccata sia sul profilo turistico che come luogo devozionale”.

A sostenere la necessità di realizzare questi interventi di restauro di messa in sicurezza per il miglioramento artistico e religioso della cappella del Crocifisso era stata la stessa Arcidiocesi e Monsignor Luigi Vari, presente all’inaugurazione, si è espresso sulla stessa lunghezza: “A questo intervento hanno partecipato tante intelligenze e sapienze – si è espresso in questi termini l’Arcivescovo di Gaeta – I lavori di restauro sono stati lunghi e hanno palesato anche non poche difficoltà. Non dimentichiamo che, dopo Roma, la Montagna Spaccata è il sito più visitato nel Lazio. I gaetani sono legati a questo luogo e gli stessi pescatori quando uscivano in mare davanti alla Montagna spaccata rivolgevano lo sguardo alla Cappella del Crocifisso quando a chiedergli protezione. Spero che questo possa essere rinnovato e la cappella tornare ad essere un luogo in cui fermarsi, meditare e, perché no, anche pregare”.

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