Gaeta / Lottizzazione area dell’ex-scuola americana, le perplessità dei Consiglieri comunali d’opposizione

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GAETA – Un parere, l’ultimo dell’amministrazione provinciale, da annullare che potrebbe provocare una sciagura idrogeologica simile a quella dell’altra sera verificatasi a Bardonecchia, in Piemonte. A chiederlo sono i tre consiglieri comunali di minoranza al comune di Gaeta Emiliano Scinicariello, Silvio D’Amante e Sabina Mitrano che tornano ad occuparsi della lottizzazione edilizia autorizzata (e poi sospesa) dal comune nell’area dell’ex scuola americana.

Durante i lavori edili era stato rinvenuto il tombinamento del fossato che fino agli anni settanta scorreva liberamente sui terreni pianeggianti della piccola valle di Calegna: raccoglieva le acque piovane provenienti dai rilievi collinari retrostanti, per scaricarle poi a mare dove attualmente vi sono i cantieri navali. Questo fossato, a partire dagli anni settanta, era stato in parte tombinato sia per la costruzione della stessa Via Calegna, sia per la costruzione di alcuni edifici pubblici come la scuola materna, la ex scuola americana ed il recente edificio del Tribunale, ma pur sempre regolarmente riportato sulle cartografie catastali.

Per i consiglieri Scinicariello, D’Amante e Mitrano, a tal proposito, “risulta di difficile comprensione come l’esistenza di questo fossato possa essere stato ignorato tanto dai nuovi proprietari dei lotti di terreno quanto dagli uffici comunali che, con troppa superficialità, hanno rilasciato il permesso di costruire per la costruzione di oltre novanta appartamenti ad una società privata. Anzi, le particelle rappresentanti il fossato, appartenente al “Demanio Pubblico, a ben vedere risultano riportate in proprietà non più dell’ente, bensì del proprietario richiedente il permesso di costruire, per cui non è escluso che le relative superfici potrebbero addirittura essere state inserite nel calcolo ai fini dello sviluppo volumetrico degli edifici di prossima costruzione.”

Ottenuto il permesso a costruire ed avviati i lavori, durante gli scavi per la realizzazione delle fondazioni l’impresa rimuoveva, “sembrerebbe del tutto involontariamente”, l’esistente manufatto in calcestruzzo entro cui defluiva il fossato, sostituendolo con tubazioni in polietilene di dimensioni modestissime, “tali da attirare l’attenzione di cittadini che – fanno rilevare i tre esponenti delle minoranze di centrosinistra – ne denunciavano l’accaduto all’Amministrazione e ai relativi uffici per il tramite di alcuni consiglieri di opposizione”.

L’ufficio comunale preposto, intervenuto per accertare quanto accaduto, disponeva nel breve l’immediata sospensione dei lavori e, successivamente, come comunicato dall’assessore all’Edilizia Teodolinda Morini in consiglio comunale, veniva avvia il procedimento per l’annullamento del permesso di costruire”. E ora? L’Amministrazione Provinciale di Latina, su una richiesta di sdemanializzazione avanzata dalla società che ha aperto il cantiere edile in località Calegna, ha concesso un parere favorevole ai soli fini idraulici per lo “… spostamento del tombino esistente (costituente l’alveo del Fosso Calegna) … all’interno del lotto di terreno di propria proprietà (part. 2815 del foglio 22) … con incremento della sezione del tombino esistente dalle dimensioni 100 x 80 cm alle dimensioni 100×10 cm … con l’avvertenza di “… vigilare sulle opere realizzate ed a porre in essere tutti gli accorgimenti necessari al fine di assicurare le privata e pubblica incolumità; adottare tutti i provvedimenti necessari ed immediati a tutela della pubblica e privata incolumità, nel caso di piene eccezionali non tollerate dalle opere realizzate oggetto dell’autorizzazione; … apportare modifiche totali o parziali, a proprie cure e spese senza avere diritto al riconoscimento di spese e rimborsi o indennizzi di sorta, in qualsiasi momento a richiesta della Provincia di Latina, per effetto dell’evoluzione della situazione ambientale del territorio, o per effetto dell’emanazione di nuova normativa, o per motivi di pubblico interesse, o per motivi di sicurezza…”.

Per i consiglieri Scinicariello, D’Amante e Mitrano “tutto ciò è veramente inammissibile” perché la Provincia dà atto, “con una mortificante quanto preoccupante “nonchalance”, che le opere da realizzare, “di cui non si conosce per il momento il progetto, non forniscono alcuna certezza in ordine alla privata e pubblica incolumità, tanto da disporre l’adozione di tutti i provvedimenti necessari in caso di piene eccezionali! Tutto ciò, per di più, aggravato dalla circostanza che, non più tardi di qualche mese fa, la stessa Amministrazione Provinciale e gli stessi tecnici comunali – fanno rilevare, rincarando la dose, i tre consiglieri di minoranza – rilasciavano al Consorzio dei proprietari attuatori del piano particolareggiato autorizzazioni per due attraversamenti dello stesso fossato, di cui uno attualmente in corso di costruzione, sulla base di una relazione di calcolo che stimava, in relazione alla estensione del bacino interessato dagli eventi pluviometrici, una portata di piena piuttosto considerevole, proponendo opere di dimensioni di gran lunga maggiori rispetto a quelle proposte dai tecnici della società.

Le opere autorizzate al Consorzio, infatti, hanno misure pari a 200×300 centimetri mentre la società proprietaria del lotto dell’“ex scuola americana “propone un tombino con misure più dimensionate, pari a delle misure pari 100 x 100 centimetri. Si tratta di dimensioni, dunque, decisamente inferiori ed in ogni caso contrarie alla regola per cui le opere idrauliche a valle devono avere dimensioni maggiori di quelle a monte, non fosse altro perché raccolgono, durante il loro defluire, gli ulteriori contributi dei terreni che attraversano”.

I consiglieri Scinicariello, D’Amante e Mitrano concludono affermando come “vi sono a valle del lotto della ‘ex scuola americana’ altre strutture da preservare, come la scuola materna e, a breve, anche una residenza sanitaria assistenziale dove alloggeranno persone che, in caso di eventi eccezionali, non avranno alcuna possibilità di mettersi in salvo”. Il monito è allora chiaro: “Non ammetteremo deroghe di nessun tipo alle leggi di tutela del territorio, pertanto chiederemo formalmente e in ogni sede il massimo rigore nell’applicazione delle norme esistenti, in quanto il fossato di Calegna, seppur in parte tombinato, scorre proprio li, a pochi metri da queste strutture”.

Alla prossima alluvione e frana.

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