Gaeta / Debito fuori bilancio per lavori all’ex-vetreria Avir: dubbi della Maggioranza in Consiglio comunale

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GAETA – “Qualcuno dimentica in questo palazzo che il comune di Gaeta è una pubblica amministrazione che, in quanto tale, deve parlare con gli atti e i provvedimenti amministrativi scritti e non con strette di mano che ritira chi le aveva date per prima”. Sono volate scintille anche nelle fila della maggioranza che sostiene il sindaco Cristian Leccese nel corso del consiglio comunale di lunedì che, prima della definitiva interruzione della seduta per alcuni problemi familiari lamentati dal Primo cittadino, ha approvato l’assestamento generale di bilancio e la salvaguardia degli equilibri di bilancio per l’esercizio 2023 e soprattutto una “pioggia” di debiti fuori bilancio legittimate da sentenze e pronunciamenti del Consiglio di Stato, del giudice del lavoro del Tribunale di Latina, dell’ufficio del giudice del pace di Gaeta e del Tribunale civile di Cassino.

Quest’ultimo aveva certificato favorevolmente il decreto ingiuntivo numero 768/2022 che, ufficialmente presentato dalla ditta “Molinaro Costruzioni srl” di Lenola, ha riguardato lavori di riqualificazione di un’ala dell’ex vetreria Avir. Il comune di Gaeta, di fatto, è stato condannato a liquidare un debito fuori bilancio di oltre 20mila euro costituito da interessi maturati sul ritardato pagamento dei lavori eseguiti nella area ex Avir. Se prima della seduta consiliare di lunedì pesanti censure erano arrivate dall’esterno dell’assemblea, dall’ex capogruppo dell’Udc Giuseppe Matarazzo e dall’ex consigliere comunale di Demos Franco De Angelis, ad alzare l’asticella nella silenziosa maggioranza Leccese ci ha pensato ancora il capogruppo della lista “Gaeta Democratica”.

Da tempo in consiglio comunale gli interventi di Pina Rosato fanno più rumore, nella forma e della sostanza , di quelli dei consiglieri di minoranza di centro sinistra e l’occasione c’è stata lunedì quando ha chiamato in causa anche lei il dirigente del settore Opere Pubbliche Antonio Di Tucci. Pina Rosato non ha mai parlato di ricorrere allo strumento della commissione d’inchiesta interna ma vi è stata vicino quando, alzando istituzionalmente, ha ripetuto quanto aveva tuonato il capogruppo del Pd Emiliano Scinicariello: “E’ giusto il tempo che la polvere venga spazzata via e non si metta sotto il tappeto. Tanto paga Pantalone”.

Il comune di Gaeta sarà costretto a liquidare un “superplus” di 18mila euro e la shakesperiana Pina Rosato i suoi dubbi li ha posti al sindaco Leccese, alla segretaria comunale e responsabile dell’anticorruzione Patrizia Cinquanta (con la quale ha nuovamente duellato sul piano verbale lamentando come la delibera fosse “spoglia”, carente dei dovuti allegati per capire quello che è avvenuto) e, per ultimo, al dirigente Di Tucci: “Chiedo di conoscere le ragioni, se ci fossero, in base alle quali non è stata pagata la società esecutrice se i lavori erano stati eseguiti a regola d’arte e collaudati? Perché da settembre 2022 l’amministrazione comunale, ricevuta la notifica del decreto ingiuntivo, non ha pagato subito evitando di far maturare altri interessi oltre il pagamento delle spese legali? E’ stato fatto il possibile per evitare il nascere di quest’ulteriore debito fuori bilancio?”.

In effetti l’assist all’ex presidente del consiglio comunale Pina Rosato di incendiare la parte finale e meno monotona della seduta consiliare l’aveva fornito l’ex consigliere di Demos Franco De Angelis. Aveva rivelato nei giorni scorsi come l’ingegner Antonio Di Tucci, nella proposta di deliberazione la ditta creditrice (la “S4 Molinaro Costruzioni srl” di Lenola) in base ad alcune interlocuzioni avute con il Comune “avrebbe preso impegni a non chiedere gli interessi salvo poi ripensarci”.

In effetti un mandato di pagamento sarebbe stato pronto a favore della società di Lenola già il 24 dicembre scorso. Perché non ha avuto un seguito? Un altro dubbio della capogruppo di Gaeta Democratica: “Io lavoro anche nella pubblica amministrazione e da che mondo è mondo le riunioni istituzionali vengono verbalizzate. Perché il dirigente Di Tucci, se è vero che l’impresa creditrice si era dichiarata ad addivenire ad una transione, non l’ha messo per iscritto. Cambiare idea da parte di chi ha prestato un servizio o una fornitura non è ancora reato ma ci troviamo a pagare un debito per una grossolana e superficiale disattenzione”.

A lamentare l’esistenza di “comportamenti amministrativamente bizzarri” era stato anche il capogruppo del Pd Emiliano Scinicariello, tornato al suo posto in consiglio dopo un malessere fisico capitatogli in occasione della lunga audizione del presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale Pino Musolino.

Più colorita ed insinuante è stata l’esternazione in dialetto dell’ex sindaco di Gaeta Massimo Magliozzi che per questo evitabilissimo debito fuori bilancio ha parlato di una presunta ‘zizzanella’. A cosa voleva alludere il consigliere comunale di maggioranza? Fondamentalmente sul piano politico Scinicariello ha chiamato in causa il neo consigliere regionale di Forza Italia, l’ex sindaco Mitrano: “Le sue alchemie contabili, come le bugie, hanno il fiato corto. Nel corso del suo mandato ha preferito temporeggiare e non dare corso a pronunciamenti e sentenze di diversi organi giudicanti e ora i debiti li deve pagare il suo successore Leccese. Questa per noi non è responsabilità gestionale ed amministrativa”

E’ filata liscio come l’olio l’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio. La maggioranza, compatta, ha adottato l’argomento con l’unica eccezione del consigliere Luca Gallinaro che, dopo un intervento favorevole, è uscito dall’aula a causa di un contrattempo professionale.

La maggioranza, dopo alcune sedute disertate, ha “riabbracciato” il ribelle capogruppo di Gaeta Tricolore Marco Di Vasta che ha approvato la salvaguardia degli equilibri di bilancio (“io sono ancora in maggioranza, nonostante tutto” – il nonostante tutto era riferito alla decisione del sindaco Leccese di licenziare ad inizio 2023 l’assessore di riferimento Mario Paone, mai piu sostituito da un rappresentante di Fdi) per uscirsene quando si è trattato di licenziare i debiti fuori bilancio.

“Purtroppo ciascun di noi ha un lavoro – ha detto di Vasta – Sto chiedendo di tenere i consigli nel tardo pomeriggio o anche il sabato ma mi sembra di capire – interessante la polemica con il presidente d’aula Davide Speringo – che le Pec non le legge nessuno. O almeno”.