Edoardo Siravo

Formia / Festival del teatro classico, Edoardo Siravo in scena nella commedia “Curculio”

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FORMIA – Terzo appuntamento per l’ottava edizione del Festival del teatro classico di Formia, con la comicità di Plauto. Martedì 25 luglio 2023 (ore 21.30), presso l’Area Archeologica di Caposele, sarà in scena Curculio, con Edoardo Siravo e l’adattamento e la regia di Cinzia Maccagnano. Traduzione di Giusto Monaco. In scena con Edoardo Siravo, Gabriella Casali, Raffaele Gangale, Luna Marongiu, Cristina Putignano. Costumi Monica Mancini – Musiche Lucrezio de Seta.

Un grande interprete della scena teatrale, Edoardo Siravo, nella divertentissima commedia di T.M. Plauto. L’espediente che dà avvio all’azione della commedia è un innamoramento “impossibile” tra un giovane e una giovane di proprietà di un lenone. Questa condizione dà modo ai personaggi tipici della commedia plautina di susseguirsi in situazioni esilaranti fin dalla scena iniziale in cui il protagonista, il giovane innamorato Fedromo, canta e offre del vino a una «porta amatissima».

Il pilastro della comicità è Curculio, parassita perennemente affamato, che fa il suo ingresso correndo, di ritorno da un viaggio su commissione di Fedromo portando notizie, come una caricatura del messaggero tragico, non buone. Una volta svelato l’impedimento, tutta la carrellata di personaggi, servi, vecchi, miles gloriosus, banchieri e vari vengono dallo stesso Curculio infilati in una catena di imbrogli che, con intelligenza e malizia, mette in campo. Il travestimento è la sua strategia, l’ingenuità degli altri personaggi è sua complice. Alla fine, tutto volge per il meglio: trovati i soldi, liberata la fanciulla, fatto fesso il soldato… il matrimonio si può fare. E a Curculio spetta il premio di un lauto pranzo nuziale.

La commedia contiene tutti i numeri della cosiddetta fabula palliata latina: l’amore di due giovani, il servo sfrontato, il soldato fanfarone, la vecchia beona, la critica ai costumi, il tema dell’agnizione, la lettera falsa, il travestimento. Plauto fa in modo che il mondo “esotico” greco in cui ambienta la commedia sia ben chiaro allo spettatore tanto da capire che dietro una qualsivoglia città greca si nasconde Roma con i suoi vizi e le sue virtù. Anche qui Plauto non rinuncia alla “rottura”, cioè una sorta di smascheramento della finzione teatrale che porta lo spettatore a partecipare, insieme all’autore, ad un gioco che diverte entrambi.