Gaeta

Gaeta / Cooperativa edilizia “Mila”, depositate le motivazioni della sentenza di condanna

GAETA – Quindici pagine davvero impietose. Le ha scritte il giudice formiano Assunta Tillo depositando le motivazioni – alcune sono davvero raccapriccianti – che costituiscono uno spaccato su come la gestione dell’edilizia privata nel sud pontino in passato abbia nascosto una serie di gravi illegittimità e cospicue distrazioni di fondi privati.

Le motivazioni depositate dalla dottoressa riguardano la sentenza con cui il 23 marzo scorso il Tribunale di Cassino (il collegio giudicante era composto anche dal togato Marco Gioia e dal Gop Claudio Fassari) aveva condannato gli ex vertici della cooperativa edilizia “Mila” di Gaeta  con l’accusa di false comunicazioni societarie.

Due ed un anno di reclusione erano stati inferti dal collegio penale all’ex presidente e ad un ex componente del consiglio d’amministrazione e vice presidente della coop, A.N., di 73 anni, e C.G, di 75 anni (il primo di Gaeta, la seconda di Campodimele). Erano accusati di aver distratto complessivamente 700mila euro dagli utili della stessa cooperativa edile con l’intento – e l’hanno ribadito le indagini svolte dal gruppo di Formia della Guardia di Finanza coordinate dal sostituto procuratore Alfredo Mattei – di saldare, dal giugno 2013 al 2017, debiti personali e di affidare una consulenza ad una società compiacente.

A.N. – e lo specifica più volte il giudice Tillo – si sarebbe appropriato in una prima fase di oltre 161mila euro potendo accedere a due conti correnti della cooperativa aperti presso un importante istituto di credito. Secondo le Fiamme Gialle, a cui arrivò la segnalazione di alcuni zelanti soci della “Mila”, il prelevamento di questo danaro sarebbe avvenuto “in assenza di ragioni giustificative e all’insaputa dei soci” mediante bonifici e assegni bancari di cui era il destinatario finale il noto presidente.

Qualcosa di strano avvenne anche il 31 dicembre 2016 quando A.N., C.G. e F.Z. (quest’ultima assolta dal Tribunale di Cassino) per annullare il credito vantato dalla cooperativa nei confronti del suo presidente a seguito dei prelevamenti summenzionati e di quelli effettuati dall’ottobre 2010 al marzo 2013 (nel frattempo il reato è finito sotto l’ombrello della prescrizione) – oltre 343mila euro – falsificarono il bilancio della stessa cooperativa edilizia “esponendo fatti materiali non corrispondenti al vero”, inesistenti costi di produzione ed un anno inesistente di 343mila “per indurre in errori gli stessi soci”.

Nel terzo capo d’imputazione A.N. e la sua ‘vice’ l’8 ottobre 2015 costituirono, invece, la “Servizi Abitativi Gaeta srl”. Lo fecero – secondo la Procura, tesi condivisa dal Tribunale di piazza Buozzi – con dovizia di particolari perchè su questa neonata società, da parte della “Mila”, tra il 20 ottobre 2015 ed il 3 dicembre 2016, tre incarichi per prestazioni di servizi per centrare altrettanti obiettivi: il primo per la realizzazione di quindici alloggi nel piano di recupero urbano “Il Colle” di Gaeta; il secondo per la costruzione di altri setti nel piano di lottizzazione convenzionata “Calegna C3”, il terzo si concretizzò con il pagamento a favore della Servizi Abitativi Gaeta 408mila euro…naturalmente dalla cooperativa Mila che subì un evidente “danno patrimoniale di rilevante gravità”.

La Procura aveva chiesto ed ottenuto una misura cautelare nei confronti dell’ex presidente della coop con il divieto di esercitare questa attività imprenditoriale ed il sequestro di un immobile, di cui ora è stato chiesto la confisca. La cooperativa “Mila”, che ha sede a Formia in via Rubino, attraverso il nuovo ed attivo presidente Erasmo Valente, si era costituita parte civile nel processo attraverso l’avvocato Claudia Magliuzzi, determinante per la produzione del quadro probatorio che ha consentito al Pm Mattei di formalizzare la pesante richiesta e di ottenere le due condanne da parte della dottoressa Tillo.

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