Latina / Patrocinio Lazio Pride, bufera sul sindaco Matilde Celentano

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LATINA – Bufera nelle ultime ore sul neo sindaco di Latina Matilde Celentano dopo aver ufficializzato, su richiesta del cantante Tiziano Ferro, e poi revocato la concessione del patrocinio del comune capoluogo alla prossima edizione del Lazio Pride in programma l’8 luglio prossimo proprio a Latina. Il sindaco sostiene di essere vittima di un’”inaccettabile strumentalizzazione” dopo aver annunciato il patrocinio del comune all’evento della prossima settimana ma il suo dietro front sarebbe maturato all’interno della maggioranza di centro destra alla luce della stessa revoca cui aveva dovuto ricorrere il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca la scorsa settimana dopo aver deciso di sostenere l’analoga manifestazione svolta a Roma da lì a qualche giorno.

Il sindaco Celentano si dichiara “sinceramente amareggiata e offesa” ma “ad una mia iniziale apertura al dialogo e al confronto con le associazioni, si è risposto con una inaccettabile strumentalizzazione, come avvenuto a livello regionale. Non è possibile condividere l’impianto centrale del documento redatto dagli organizzatori del Pride, prima fra tutte la pratica della maternità surrogata, in netto contrasto con la legislazione vigente, con le coscienze di gran parte delle persone e, in particolare, delle donne più fragili. Io sono e vorrò essere il sindaco di tutti ed è, quindi, mio preciso dovere rispettare le leggi dello Stato”.

Il primo sindaco donna di Latina non la cita mai ma chiama in causa la segretaria del Lazio Pride Anna Claudia Petrillo che, dopo l’annuncio del patrocinio del Comune capuologo alla manifestazione dell’8 luglio, aveva sollevato il tema anche dei figli delle coppie omogenitoriali. In quest’ottioca aveva invitato la sindaca a battersi per “cambiare una legge ingiusta” e le aveva rivolto una domanda provocatoria: “Lei sarebbe disposta a registrare figli con due mamme e due papà?”. In effetti il sindaco Celentano pensava che l’accoglimento dell’invito formulatogli dal cantante Tiziano Ferro, costituisse “un’apertura importante e inaugurasse un sereno e rinnovato dialogo”.

E invece “per tutta risposta, ho dovuto prendere atto degli attacchi verso la mia persona e verso la carica che ricopro, chiedendomi di violare la legge, da parte degli organizzatori. Più che avere a cuore i diritti e il dialogo, gli organizzatori di questa manifestazione sembrano essere più interessati alle strumentalizzazioni politiche, alla visibilità e al risalto mediatico, con buona pace della tutela contro le discriminazioni, snaturando così il senso profondo di queste manifestazioni”. La conclusione del sindaco sulla revoca del patrocinio del comune è amara: “Per il profondo rispetto che nutro nei riguardi delle persone, di tutte le persone, delle istituzioni e della carica che ricopro – ha concluso Matilde Celentano -, non posso e non sono disposta a derogare a principi e valori inscritti nella mia coscienza e a essere strumentalizzata per fini meramente politici e interessi di parte”.

Ventiquattro ore prima a tuonare contro il neo primo cittadino era stato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus: “Il patrocinio al Lazio Pride concesso dal sindaco di Latina, Matilde Celentano, esponente di Fratelli d’Italia e sostenuta dal centrodestra, è un atto gravissimo e un tradimento per tutti gli elettori. Si tratta – aveva scritto – di una sconcertante sudditanza psicologica del sindaco, che ha ceduto ai ricatti morali di Tiziano Ferro, ma dovrebbe ricordarsi che è lì per un mandato chiaro ricevuto dagli elettori alle scorse elezioni non per accontentare il cantante. Che senso ha che Fratelli d’Italia e il centrodestra propongano a livello nazionale leggi contro l’utero in affitto se poi localmente gli stessi sindaci di Fratelli d’Italia tradiscono le linee di partito? Il documento politico del Lazio Pride, infatti, apre chiaramente a identità di genere, aborto, procreazione medicalmente assistita, all’istituzione di una legge sull’omotransfobia, ad adozioni per coppie dello stesso sesso e soprattutto alla maternità surrogata. È quindi necessario – aveva concluso Pro Vita & Famiglia – un immediato intervento di Fratelli d’Italia affinché il sindaco Celentano rispetti il mandato ricevuto dagli elettori che l’hanno scelta proprio per le linee politiche del suo partito e ritiri il patrocinio”.

E la revoca del patrocinio del comune capoluogo è stata salutata quasi con i fuochi pirotecnici da “Pro Vita & Famiglia onlus”. “Speriamo che quello di Latina sia davvero l’ultimo patrocinio concesso a un Gay Pride e poi ritirato da una amministrazione di centrodestra, eletta per difendere la famiglia e la libertà educativa e non per spalleggiare il movimento LGBTQ. Bene ha fatto il sindaco di Latina, Matilde Celentano, di Fratelli d’Italia a ritirare il patrocinio a seguito della nostra denuncia – ha commentato Coghe – Supportare i Pride significa infatti sostenere chi vuole legalizzare l’utero in affitto, il matrimonio egualitario, le adozioni per coppie dello stesso sesso, le trascrizioni anagrafiche per i “figli” delle coppie gay, l’identità di genere e nel caso di Latina sarebbe stata una gravissima manifestazione di sudditanza psicologica alle istanze della sinistra e del cantante Tiziano Ferro e una palese contraddizione con le politiche del governo e di tutto il centrodestra su questi temi come ad esempio sull’utero in affitto”.