Mafia Capitale, nuovi arresti: coinvolti anche due ciociari

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Mirko Coratti
Mirko Coratti

ROMA – Ci sono anche due persone originarie della provincia di Frosinone nell’ambito dell’inchiesta bis di “Mafia Capitale” condotta dalla Procura distrettuale Antimafia di Roma. In provincia di Frosinone, infatti, sono coinvolti Mirko Coratti, 42enne originario di Monte San Giovanni Campano, ex presidente del consiglio comunale di Roma (PD), e Stefano Venditti, 52enne di Ripi, presidente della Legacoop.

Si tratta del secondo capitolo per l’inchiesta “Mondo di Mezzo”, che nel dicembre scorso portò all’arresto di decine di persone e allo smantellamento dell’organizzazione poi denominata “Mafia Capitale”.

In queste ore sono 44 gli arresti effettuati dai Carabinieri del Ros, in un’operazione che coinvolge le province di Roma, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Catania ed Enna. Tra gli arrestati c’è anche l’ex consigliere regionale del Lazio Luca Gramazio (Forza Italia). In tutto 21 gli indagati a piede libero.

Stefano Venditti
Stefano Venditti

Sullo sfondo il business legato ai flussi migratori e alla gestione dei campi di accoglienza per migranti. Diversi gli esponenti politici in manette nella Capitale: tra di loro, Massimo Caprari (Centro Democratico), l’ex presidente del consiglio comunale Mirko Coratti (Pd), dimessosi a seguito della retata di dicembre, l’ex assessore alla Casa e consigliere comunale Daniele Ozzimo (Pd), il consigliere comunale Pierpaolo Pedetti (Pd), l’ex capo della segreteria del Consiglio Franco Figurelli. Tra le persone agli arresti domiciliari ci sono il vicepresidente del consiglio comunale Giordano Tredicine (Fi), l’ex presidente del X Municipio Andrea Tassone. Tra gli indagati figura invece il presidente della Legacoop Lazio Stefano Venditti.

I reati contestati sono associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori e altri reati. Nello stesso ambito, sono in corso perquisizioni a carico di altre 21 persone indagate per gli stessi reati.

I provvedimenti, che riguardano gli sviluppi delle indagini condotte dal Ros nei confronti del sodalizio mafioso facente capo a Massimo Carminati, hanno confermato l’esistenza di una struttura mafiosa operante nella Capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali.

Le investigazioni hanno documentato, tra l’altro, il ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d’imprese, non solo riconducibili al sodalizio, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori.

Gli sviluppi di quell’inchiesta, secondo gli investigatori, hanno svelato “l’esistenza di una struttura mafiosa operante nella Capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali”.

In particolare le indagini hanno documentato quello che gli inquirenti definiscono un “ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d’imprese, non solo riconducibili al sodalizio, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori”.

L’articolato meccanismo corruttivo, secondo gli investigatori, faceva capo a Luca Odevaine che, “in qualità di appartenente al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, è risultato in grado di ritagliarsi aree di influenza crescenti” in questo specifico settore. Centrale il ruolo di Salvatore Buzzi, altro elemento di spicco dell’operazione Mafia Capitale.

Il sindaco di Roma Ignazio Marino non pensa alle dimissioni: “Stiamo cambiando tutto” dice il sindaco di Roma Ignazio Marino che si dice “estremamente felice ed orgoglioso del lavoro del procuratore Pignatone che, dal suo punto di vista, sta svolgendo lo stesso tipo di compito che noi stiamo svolgendo nell’amministrazione”. “Credo che la politica nel passato abbia dato un cattivo esempio. Oggi, sia in Campidoglio che in alcune aree strategicamente molto toccate come Ostia, abbiamo persone perbene che vogliono ridare la qualità di vita e tutti i diritti e la dignità che la Capitale d’Italia merita”, conclude Marino.

“E’ il secondo segnale di una vicenda molto grave che riguarda settori sensibili nei quali ci sono grossi interessi sociali che sono stati sottovalutati sotto il profilo dei rischi di inquinamento sui quali bisogna mantenere molto alto il livello di attenzione”. Lo ha detto il presidente dell’autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, a margine di un convegno alla Camera, commentando la seconda ondata di arresti per la vicenda di mafia capitale.

“Visto che – ha aggiunto – l’emergenza” immigrazione “continua in modo forte credo che il settore va controllato alzando moltissimo l’asticella dei controlli con regole degli appalti molto forti, evitando meccanismi di convenzione attraverso cooperative che sono solo apparenti e meno reali, ampliando il livello di trasparenza in modo elevatissimo”.”Da una primissima lettura dei capi di imputazione – ha sottolineato Cantone – il tema resta sempre quello degli appalti collegati e una serie di settori particolarmente sensibili nei quali evidentemente l’emergenza ha consentito lo sviluppo di criminalità particolarmente forti e grossi movimenti di tipo economico. Mi pare ci sia una continuazione e un rafforzamento dell’impianto accusatorio precedente”.