Formia / Cgil, il segretario generale Maurizio Landini in città con la tappa del tour nazionale

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FORMIA – E’ stato un pomeriggio ricco di impegni per il segretario generale della Cgil Maurizio Landini che ha scelto il sud pontino e, in particolar modo Formia, quale tappa del suo tour nazionale in vista dell’attesa manifestazione in programma sabato a Napoli che, organizzata dai sindacati confederali, avrà un tema assai eloquente “Ascoltate il lavoro”. Il leader nazionale del più importante sindacato italiano ha fatto prima tappa presso il centro commerciale Itaca, in località Santa Croce. Qui ha voluto incontrare i numerosi lavoratori aderenti (nello specifico i delegati della Vigilanza e multiservizi/ausiliariato) alla Filcams di Latina e Frosinone, il sindacato del commercio, del turismo e dei servizi che in mattina presso il comune di Formia aveva riunito il proprio direttivo “per accendere i riflettori sul lavoro stagionale – ha tenuto a precisare l’attivo coordinatore zonale Salvatore D’Angiò – per ridare valore a un lavoro afflitto da condizioni difficili e non più tollerabili. Sono i lavoratori stagionali, quelli già segnati dalla precarietà, i più colpiti dalla profonda crisi che ha colpito il settore con la pandemia. Questi lavoratori molto spesso – ha osservato D’Angiò -. hanno retribuzioni scarse, turni massacranti e riposi settimanali negati e straordinari non pagati”.

Successivamente Landini si è trasferito presso la sala conferenze dell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia per presiedere una partecipata assemblea. Ad attenderlo sono stati lo storico responsabile della zona sud-pontino della Cgil Franco Meschino, Giuseppe Massafra (segretario Generale Cdlt Frosinone Latina) Alessandra Pelliccia (della segretaria Generale Filcams Cgil Roma Lazio) Giancarlo Cenciarelli (segretario Generale Funzione Pubblica Frosinone Latina) Luca De Zolt (Segretario Generale della Filcams Cgil Frosinone Latina) e Giovanni Salzano (Segretario Generale della funzione pubblica di Frosinone Latina). Landini nel suo applaudito intervento, criticando le recenti decisioni del governo Meloni in materia delle politiche del lavoro e del fisco, ha difeso la salute pubblica “nonostante gli attacchi portati negli ultimi giorni dal neonato governo regionale”.

Per il segretario della Funzione Pubblica della Cgil di Latina e Frosinone Salzano nell’Asl di Latina invece “servono assunzioni per garantire i servizi e per rilanciare la sanità territoriale ed il servizio d’ emergenza sanitaria, nella provincia di Latina, deve continuare il percorso di internalizzazione che era cominciato. Il territorio non permetterà nessun arretramento della sanità provinciale. Abbiamo già dato all’ epoca della Polverini e non intendiamo rinunciare a nessun servizio che abbiamo riottenuto. Semmai, visti i tempi lunghi per le visite ad esempio di tipologia “B” 10 giorni, la direzione dovrebbe essere quella opposta ovvero un potenziamento dell’ospedale e del Territorio, della loro integrazione che ancora oggi è carente e non derogare al privato”.

Il neo governatore Francesco Rocca aveva anticipato l’adozione di “scelte dolorose”, la Cgil ha parlato invece di investimenti, “investimenti di personale e di strutture. Con i fondi del Pnrrr rischiamo di ritrovarci strutture nuovissime- ha aggiunto Giovanni Salzano – senza il personale necessario per farle funzionare e rispondere alla domanda di salute dei cittadini. Non vogliamo ritrovarci davanti altre delibere di affidamento nei confronti dei privati per la loro gestione”. La Funzione Pubblica della Cgil, approfittando della presenza nel Golfo del suo segretario generale, ha auspicato l’apertura di un confronto e una discussione “prima di intraprendere qualsiasi scelta che abbia ricadute sulla sanità provinciale”. Sui fondi del Pnrr bisogna, per esempio, effettuare una “discussione franca, bisogna superare la legge che blocca le assunzioni dall’ anno 2010 al livello si spesa del 2004 meno l’1,4 % e bisogna finanziare anche le assunzioni del personale oltre che delle strutture. Senza il superamento di questa legge, senza il superamento del numero chiuso dell’università di medicina e senza investimenti nella sanità pubblica rischiamo di non riuscire a garantire il diritto alla salute nei nostri territori. Invece di lavorare su soluzioni strutturali, investendo nella sanità pubblica e la valorizzazione del personale, si decide di affidare alle strutture private 350 posti letto per gestire il sovraffollamento dei pronto soccorso. Si procede senza verificare preventivamente le condizioni di lavoro (carichi di lavoro, personale in servizio), i contratti applicati e se ci sono subappalti a cooperative in quelle strutture private”.

I pronto soccorso degli ospedali di Latina, Terracina, Formia e Fondi, nonostante registrino accessi importanti e siano il punto di riferimento per territori vastissimi, sono “cronicamente carenti di personale infermieristico e soprattutto medico. Non hanno una completa integrazione socio-sanitaria con il territorio che, purtroppo, genera confusione portandoli a diventare – ha rincarato la dose il segretario della Funzione Pubblica della Cgil di Latina e Frosinone – i primi punti di accesso che i cittadini utilizzano senza nessun filtro andando a creare sovraffollamento” Il Dea di II° Livello del “Santa Maria Goretti” di Latina “non versa in buone condizioni, con sovraffollamento, costante fuga del personale, con inserimento di cooperative private e continue aggressioni ai sanitari. C’è un solo servizio di Endoscopia Urologica in tutta la provincia, che potrebbe essere a rischio chiusura per mancata sostituzione del personale che si avvia al pensionamento, e stessa sorte è in arrivo per il “Cad” di Sezze se non si procede con le assunzioni. Nei reparti di Nefrologia e Medicina Interna dell’ospedale di Latina la carenza di personale infermieristico e di supporto è ormai insostenibile”.

Anche l’ospedale “Dono Svizzero” di Formia deve lamentare una “pericolosa mancanza cronica di personale ostetrico con grave disagio per le puerpere ed i neonati”. Sono in servizio solo 7 ostetriche a fronte delle 12 necessarie all’ assistenza per le 24 ore; perdura la carenza di chirurghi e di anestesisti che “se non immediatamente affrontata potrebbe portare a una riduzione dei servizi.” All’ ospedale “San Giovanni di Dio” di Fondi la carenza del personale medico presso il reparto di medicina, radiologia e pronto soccorso è “diventata cronica. C’ è bisogno di assunzioni stabili – ha aggiunto Salzano – superando la copertura dei turni da parte di cooperative di medici dove vengono pagate ingenti somme di denaro ad ore, oltre la mancanza degli Oss per tutto il presidio ospedaliero”. Nei presidi ospedalieri dell0Asl di Latina altresì cronica degli Oss, gli operatori socio sanitari.

Il concorso indetto dalla Regione Lazio è ancora fermo e la richiesta dell’Asl di Latina di procedere ad un avviso pubblico per 15 Os non è stata ancora pubblicata sul Burl della Regione Lazio. “Abbiamo la necessità che si proceda speditamente anche con la pubblicazione dell’Avviso pubblico, a tempo determinato, riguardante il personale infermieristico così da permettere nuove assunzioni – ha osservato Salzano – in modo da poter garantire alle lavoratrici e ai lavoratori il diritto alle ferie e ai reparti di avere i minimi essenziali per il loro funzionamento, senza assunzioni tutto questo non sarà possibile”. Ecco la ricetta finale del sindacato di Latina e Frosinone con un speciale auditore: “Prima di parlare di scelte dolorose o affidare posti letto alle strutture private, dobbiamo garantire, migliorare e difendere le strutture e i servizi che abbiamo. Dobbiamo valorizzare tutto il personale dell0Asl di Latina che garantisce quotidianamente il diritto alla salute nella nostra provincia – ha concluso il segretario della Funzione Pubblica della Cgil – Bisogna continuare il percorso di internalizzazione del servizio di emergenza sanitaria oggi appaltato al privato nella provincia di Latina. Un servizio pubblico come l’emergenza sanitaria deve tornare ad essere gestito, nella provincia di Latina, direttamente dall’ Agenzia regionale emergenza sanitaria così da non avere nella stessa Regione Lazio lavoratrici e lavoratori che a parità di lavoro non hanno gli stessi diritti e lo stesso salario. Così come bisogna procedere con la reinternalizzazione del servizio di assistenza infermieristica che ha 16 posti letto (dove lavorano infermieri e Oss) all’interno del reparto di Degenza Infermieristica della Casa della Salute di Sezze che, ad oggi, viene gestito in appalto dalla Cooperativa”.

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