Formia / Stazione marittima, Comune ricorre in Cassazione contro risarcimento alla società appaltatrice

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FORMIA – Prime conseguenze (negative) dopo la decisione dell’avvocato Domenico Di Russo di lasciare definitivamente la guida dell’avvocatura del Comune di Formia e di dimettersi irrevocabilmente anche da dipendente dopo la vittoria in un’importante prova concorsuale indetta dal comune metropolitano di Napoli per la dirigenza della stessa avvocatura.

Se per quella formiana è in corso un lento, graduale (ed inevitabile) processo di smantellamento, la conferma è arrivata da una delibera con cui la Giunta del sindaco Gianluca Taddeo ha incaricato il neo presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Cassino Giuseppe Di Mascio per tentare di evitare una tegola finanziaria abbattutasi sul Comune di Formia lo scorso 23 gennaio. E’ di 392mila euro, senza Iva, l’importo che l’amministrazione formiana deve riconoscere alla “Gino Di Cesare srl” di Spigno Saturnia relativamente alla revoca dell’appalto promosso dall’amministrazione Bartolomeo per la realizzazione della stazione marittima presso il Molo Vespucci di Formia.

A deciderlo era stato l’arbitrato promesso davanti all’Anac, l’Autorità nazionale anti corruzione, dalla società che si vide revocato l’appalto dalla stessa amministrazione che l’aveva bandito. Due arbitri su tre – in rappresentanza del comune di Formia, della stessa Anac e della società esclusa – aveva dato ragione alla “Gino Di Cesare” che aveva però formalizzato una pretesa economica più ghiotta, un milione e 229 mila euro, a causa dell’incredibile dietro front del Comune che aveva pensato di realizzare la stazione marittima per favorire l’attracco degli aliscafi e dei traghetti diretti alle isole di Ponza e Ventotene e dei mega yatch. Il Comune di Formia revocò l’appalto alla società spignese perché si rese conto successivamente come l’iter della gara fosse incompleto. Mancavano addirittura il parere del Genio Civile e della Capitaneria di porto di Gaeta per l’utilizzo dello specchio di mare antistante la stazione marittima, da anni rimasta incompleta e abbandonata a se stessa.

La Giunta Taddeo ha deciso di incaricare l’avvocato-presidente Di Mascio di tentare di ribaltare in Cassazione l’esito dell’arbitrato. Si è rivolto ad un bravo professionista esterno ribadendo, dopo l’addio di Di Russo, come sia in corso l’esternalizzazione degli incarichi legali quando la stessa avvocatura era stato un riuscito baluardo contro questo aggravio di spesa. L’esecutivo formiano ha scelto l’avvocato Di Mascio, la cui candidatura per la guida dell’ordine forense di Cassino è stata sostenuta dall’attuale vice sindaco, assessore al turismo e coordinatore comunale di Formia di Fratelli d’Italia Giovanni Valerio, candidato – come si ricorderà – nell’unica lista in lizza per il rinnovo del consiglio dell’ordine e pertanto eletto, come il collega formiano Gerardo Pecchia, neo consigliere dell’ordine.

Il compito dell’avvocato Di Mascio in Cassazione non si preannuncia facile. La “Gino Di Cesare srl” di Spigno Saturnia, che ha eseguito i lavori per la realizzazione della stazione marittima, è riuscita a dimostrare in sede arbitrale le proprie ragioni e quindi la “battaglia” sul pagamento si fa più dura adesso, poiché va messa in discussione la clausola compromissoria già valutata e rigettata. L’opzione inerente la creazione di un flusso crocieristico su Formia è finita miseramente negli impolverati archivi della politica cittadina. Il maquillage del Molo Vespucci è stato accompagnato da questa maledizione che ha contagiato anche l’avveniristico porto turistico che, promesso da diverse stagioni della politica formiana, avrebbe dovuto rilanciare la funzionalità dello specchio acqueo dello stesso Molo Vespucci.