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Aprilia / Transazione Comune-Acqualatina, la candidata Carmen Porcelli: “Voltafaccia assurdo dell’amministrazione”

APRILIA – “Finalmente anche il Comitato Acqua Pubblica interviene sul voltafaccia della coalizione civica sul tema dell’acqua. Da almeno un anno abbiamo portato a conoscenza dei cittadini l’assurda transazione che il Comune di Aprilia ha siglato con la società che gestisce il sistema idrico integrato dell’Ato4”. Lo dichiara la candidata sindaca Carmen Porcelli.

“Dopo anni di impegno per aiutare i cittadini ad avere la restituzione delle somme versate a titolo di consumo dell’acqua sul conto corrente postale del Comune di Aprilia – prosegue Porcelli – ci siamo fatti promotori di un ordine del giorno sul DDL concorrenza che, pensavamo, l’amministrazione comunale di Aprilia non avrebbe avuto alcun problema ad approvare. Ci eravamo sbagliati! E clamorosamente, segno che in questi anni la propaganda sull’acqua pubblica è stata solo un modo per carpire la buona fede dei cittadini e, soprattutto, il loro voto! E perché la città è stata tenuta all’oscuro dell’impianto di lavorazione dei fanghi?

Dal consiglio comunale di Aprilia doveva arrivare una decisa opposizione al tentativo del Governo di porre limiti al potere dei Comuni italiani per la gestione pubblica dei servizi pubblici locali. Con quel DDl è partito il colpo di spugna sull’esperimento che a Napoli si è compiuto durante la giunta De Magistris di riappropriarsi della gestione dei beni comuni, acqua e rifiuti in primis.

Per questa ragione avevamo inviato a tutti i consiglieri comunali una proposta di ordine del giorno con oggetto: modifica del DDL concorrenza – per la tutela dell’autonomia del comune in relazione alla gestione dei servizi pubblici; Votare a favore dello stralcio dell’art. 6 (Delega in materia di servizi pubblici locali) del DDL Concorrenza, vuol dire rispettare la volontà popolare, da troppi anni disattesa, ed impedire che venga tradita.

La Città di Aprilia si è contraddistinta nella pratica di difesa dei beni comuni, dotandosi tra l’altro nello Statuto Comunale della disciplina de «Il bene comune come acqua» Titolo V, art. 62 che definisce beni comuni. Inoltre non hanno mai ricevuto risposta i nostri solleciti sulla determinazione del dirigente del settore finanze – iscritta al Registro Generale n. 1447 del 21/12/2021 – dopo quasi due decenni di contenziosi, il Comune di Aprilia ha deciso di deporre l’ascia di guerra con il gestore del Servizio Idrico Integrato e lo ha fatto impegnando fino al bilancio di previsione 2025/2027, la somma di € 2.418.898,45 necessaria al pagamento della transazione con Acqualatina. Malgrado il Comune di Aprilia abbia rivendicato nel tempo di avere forti motivazioni per contestare Acqualatina, l’ente ha chiuso la transazione come parte soccombente e in una posizione debitoria importante.

Nel corso degli anni, infatti, il Comune di Aprilia è diventato creditore nei confronti della società delle somme a titolo di rimborso dei mutui (contratti per l’esecuzione delle opere, come fogne e depuratori), nonché degli oneri del canone di concessione riferibili agli anni 2003-2011, ma ha accumulato anche debiti per gli importi fatturati per il consumo idrico e servizi connessi relativi a tutte le utenze del Comune e mai corrisposti, in parte ridimensionati, poiché sono state riscontrate importanti perdite per alcuni contatori. Il confronto tra la società Acqualatina e il Comune di Aprilia, – nello specifico il servizio Lavori Pubblici, la Ragioneria e l’Avvocatura -, ha portato alla definizione del debito complessivo dell’ente pari a € 2.418.898,45 a fronte della cifra originaria di € 3.225.517,00, con un notevole risparmio pari a € 806.618,82, comprensivo del canone di concessione, dei rimborsi mutui e dello sgravio perdite.

La prima osservazione in merito è che, mentre conosciamo per certo l’ammontare del debito maturato dal Comune di Aprilia nei confronti di Acqualatina (ovvero i € 3.225.517,00), la determina non rende noto l’ammontare del credito vantato da Aprilia nei confronti del gestore del Servizio Idrico Integrato e ciò mette in discussione il fine della transazione (che, secondo il dirigente, «inciderà positivamente su tutta la collettività»). Mentre ancora nessuna notizia sul contenuto della conferenza dei sindaci dell’8 febbraio 2022, presente il sindaco Terra, astenutosi sul punto all’odg. Acqualatina vorrebbe ridurre l’impatto dei costi di smaltimento dei fanghi sulle tariffe e lo fa proponendo la realizzazione di due impianti di trattamento dei fanghi di depurazione (serre di essiccamento a raggi solari).

In quella sede, come è visibile dallo schema riportato di seguito in basso) la proposta progettuale è stata già realizzata ed elaborata, considerando pure che il terreno individuato (di un privato presumiamo, visto che si parla di un esproprio) doveva essere noto al Comune di Aprilia, il quale deve aver rilasciato documentazione e pareri in merito. Il Ministero della Transizione Ecologica ha stanziato a favore degli Enti di Governo degli Ato investimenti per la realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti, prevedendo anche l’ammodernamento di quelli esistenti, l’amm9ontare del finanziamento è di 450 milioni di euro per proposte di importo massimo di 10milioni di euro (Linea C) e la proposta delle serre di essicazione rientra in questa fattispecie (secondo il quadro economico la spesa per entrambi gli impianti ammonterebbe a 9,45 milioni di euro).

Quale sarebbe il risparmio derivante da questa operazione? Secondo il quadro economico presentato, per entrambe le serre il risparmio in termini di costi operativi sarebbe di circa 1 milione l’anno con un aumento a 1,3 milioni in caso di riutilizzo degli scarti (ad esempio nei cementifici). L’intervento del sindaco Terra è stato molto debole: ha detto che avrebbe preso tempo per valutare anche se non ha i documenti («fermo restando che noi non siamo contrari quando vengono apportate delle migliorie») chiede perché gli impianti non sono baricentrici (visto che tratteranno i rifiuti di tutta la provincia ) e nota come mai non si chiede tutto l’importo al PNRR lasciando che una parte ricada sugli utenti Terra ha parlato in generale di impatti e ristori e messo le mani avanti sul fatto che il terreno individuato ove realizzare l’impianto non è di proprietà comunale. “E’ chiaro che lì non è che siamo al centro della città, abbiamo qualche abitante lì, abbiamo anche un nucleo abitato non molto distante da quel sito, tutto qui”. Perché la città è stata tenuta all’oscuro di tutto ciò?”

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