Omicidio Suio Terme, il Riesame di Roma respinge il ricorso: Giuseppe Molinaro resta in carcere

CASTELFORTE – Deve rimanere in carcere Giuseppe Molinaro, l’omicida reo confesso del delitto di Giovanni Fidaleo, il direttore dell’albergo Nuova Suio di Castelforte ucciso lo scorso 7 marzo. Lo ha deciso Il tribunale del Riesame di Roma che, respingendo l’articolato ricorso dei legali difensori Giampiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli, ha confermato, di fatto, l’ossatura dell’ordinanza di custodia cautelare, la seconda, emessa dal Gip del Tribunale di Cassino Alessandra Casinelli su richiesta del sostituto procuratore Chiara D’Orefice.

In attesa di far conoscere nei prossimi giorni le motivazioni del loro diniego, i giudici del Tribunale della Libertà si sono opposti dunque alla modifica della misura detentiva per Molinaro che, dunque, resta nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. I loro legali, gli avvocati Guarriello e Di Napoli, avevano invece chiesto la modifica del provvedimento restrittivo essenzialmente per alcune ragioni: la confessione e le piena collaborazione resa di Molinaro subito dopo la sparatoria, l’esclusione dal suo gesto omicidiario delle aggravanti della premeditazione e dei futili motivi e la circostanza che l’uomo fosse in cura da una psicologa di fiducia da almeno tre anni e dal servizio psichiatrico dell’Arma dei Carabinieri che per far fronte ad un latente stato depressivo aveva disposto all’uomo un trattamento farmacologico a base di psicofarmaci.

Ma c’è di più. Il collegio difensivo di Molinaro aveva chiesto il riconoscimento del secondo comma dell’articolo 273 del Codice di procedura penale, la causa di non punibilità dell’indagato perché al momento dell’omicidio di Fidale e del ferimento di Miriam Mignano era incapace di intendere e di volere. Sul piano formale, invece, i legali dell’appuntato di Teano hanno lamentato al Riesame il mancato svolgimento dell’interrogatorio di garanzia dopo l’emissione della seconda ordinanza di custodia cautelare da parte del Gip Casinelli.

“Non era obbligatorio, secondo una consolidata giurisprudenza, perché scaturiva da un provvedimento restrittivo emesso per la stessa ed analoga vicenda – hanno commentato gli avvocato Guarriello e Di Napoli – ma al Gip di Cassino avremmo ribadito che la stessa collega del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva escluso per Molinaro le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi”.

Appena saranno rese le motivazioni del Riesame, i legali di Molinaro decideranno se proporre ricorso in Cassazione o chiedere alla Procura lo svolgimento di una perizia psichiatrica per il 58enne originario di Teano. L’uomo – a loro dire – non deve neppure beneficiare dei domiciliari con il braccialetto ma ha la necessità di essere curato in una struttura specializzata.

La discussione del ricorso lunedì davanti al Riesame per Molinaro aveva fatto seguito di appena una settimana il secondo interrogatorio di Miriam Mignano, la 31enne di Castelforte – come si ricorderà – rimasta gravemente ferita nel corso della sparatoria del 7 marzo nella hall dell’albergo di via delle Terme a Suio.

Gestione cookie