Sud Pontino / Bonus idrico, le Associazioni e della Lega SPI Cgil propongono la “conferma della quota”

Attualità Sud Pontino

SUD PONTINO  – L’ associazione “Comunità Lazio Meridionale Isole Pontine”, l’associazione “Incontri & Confronti”Lega SPI CGIL Sudpontino intervengono sulla questione “Bonus idrico integrativo locale – modifiche ai criteri di riconoscimento”, già all’attenzione della Conferenza dei sindaci e dei presidenti nella seduta del 15 marzo 2023, rinviata per insufficienza del numero legale.

Le associazioni in questione – con una nota congiunta- propogono la conferma della quota della componente OPsocial destinata all’agevolazione tariffaria; di riconoscere, per le annualità 2021 e 2022, un bonus idrico integrativo locale ai medesimi utenti ammessi al sistema nazionale di agevolazione, relativamente alla sola componente acquedotto; e di aumentare a 1.400.000 €/anno, a partire dall’annualità corrente (2023), la quota destinata all’agevolazione tariffaria bonus idrico integrativo locale, da erogarsi agli stessi soggetti di cui al punto 2 e con le stesse modalità, non più limitando l’agevolazione alla sola componente tariffaria acquedotto, ma estendendola anche alle componenti fognatura e depurazione.

Tutto questo poichè partono dall’assunto che “le dispersioni di acquedotto nelle reti di Acqualatina, pari a circa il 71% di media per tutto l’ATO 4, a causa del costo dell’energia elettrica sprecata per pompare l’acqua che poi si perde, si riverberano pesantemente sulle tariffe; che gli importi relativi non siano affatto trascurabili ce lo dice il Gestore stesso quando evidenzia, nella relazione di bilancio 2021, che i costi energetici sopportati raggiungono la cifra monstre di 29,6 milioni di euro, pari al 24% dei costi complessivi di produzione; che se le perdite di rete fossero meno ampie, allineate a quelle medie nazionali (35/40%), il risparmio energetico sarebbe evidente, permettendo di liberare risorse per gli investimenti e per abbassare le tariffe”.

Di conseguenza considerano che: “gli aumenti tariffari pagati dai cittadini per utilizzare l’acqua dal rubinetto (quando c’è ed è potabile) hanno consentito al Gestore di conseguire notevoli profitti, nonostante una gestione che ha fallito molti dei suoi obiettivi, a cominciare dal contenimento delle perdite di rete;  gli utili netti (cioè quello che rimane dopo aver pagato le imposte), pubblicati da Acqualatina nei suoi bilanci, sono risultati pari a € 97.021.705 negli ultimi nove anni, secondo il seguente prospetto”.

Inoltre, l’associazione “Comunità Lazio Meridionale Isole Pontine”, l’associazione “Incontri & Confronti”Lega SPI CGIL Sudpontino tengono conto anche che “secondo i dati dichiarati da Acqualatina stessa, al 31 dicembre 2022 la società vanta un credito per bollette non pagate, pari a 156,7 milioni di euro;  la morosità si riverbera sull’aumento delle tariffe, giacché l’ARERA riconosce al Gestore di poterne caricare una percentuale in tariffa, sotto la voce costo morosità; e che quindi l’aumento delle tariffe colpisce anche coloro che pagano regolarmente le bollette, a fronte dei crediti che la società non riesce a riscuotere”.

Contestualmente, prendono atto che “il bilancio relativo al 2021 il Gestore – per gli anni a venire- espone misure in grado di migliorare la redditività e l’efficienza dell’azienda, facendo presagire risparmi significativi dei costi di produzione e che in virtù di quanto sopra appare opportuno che sia anche l’utenza a beneficiare dei migliori risultati attesi, non solo in termini di servizi più efficienti, ma anche di provvidenze economiche, a partire dalle fasce più deboli, senza aumentare per questo le tariffe, ma rivedendo i documentati, cospicui utili conseguiti nel corso degli anni e destinati a ripetersi”.

La loro proposta, dunque, presuppone un concetto fondamentale “il bonus costituisce una misura di solidarietà giusta a favore di versa in condizioni di disagio economico, ma che tale misura non può, però, ricadere a carico degli utenti attraverso nuovi aumenti tariffari, dopo quelli recentemente avvenuti, pari al 13,5% complessivi”.