Frosinone / Delitto Mollicone, al via il conto alla rovescia per i depositi dei ricorsi in Appello

FROSINONE – Il conto alla rovescia è iniziato. Sarà Consuelo Mollicone, la sorella maggiore di Serena, la prima a presentare lunedì prossimo, attraverso l’avvocato Sandro Salera, il ricorso davanti la Corte D’Assise d’appello di Roma contro la sentenza di assoluzione dei cinque ex imputati – Franco, Marco ed Annamaria Mottola, Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale – coinvolti nell’omicidio e nell’occultamento del cadavere, avvenuti il 1 giugno 2001, della studentessa di Arce e nell’istigazione al suicidio del 9 aprile 2008 del brigadiere dei Carabinieri Santino Tuzi.

Nelle oltre 150 pagine che caratterizzano il ricorso Consuelo Mollicone chiederà ai giudici di appello di ribaltare la sentenza emessa il 15 luglio scorso con cui la Corte d’assise del Tribunale di Cassino assolse gli allora cinque imputati per mancanze di prove e per non aver commesso il fatto. Sarà la stessa richiesta che campeggerà negli altri ricorsi delle parti civili. E, più precisamente, degli zii di Serena, Armida e Antonio Mollicone, assistiti dagli avvocati Federica Nardoni e Dario De Santis, e dalla figlia del compianto Santino Tuzi, Maria, che ha rinnovato la sua fiducia all’avvocato Elisa Castellucci.

Anche l’Arma dei Carabinieri ed il comune di Arce saranno presenti nel processo d’appello che dovrebbe iniziare entro l’anno. Stanno perfezionando i loro appelli gli avvocati Antonio Radice e Maurizio Greco. Per il primo il delitto di Serena avvenuto 22 anni ha provocato un danno all’immagine per tutta la comunità di Arce, balzata agli onori delle cronache nazionali in termini assolutamente negativi. Per il secondo il collegamento, anzi la sovrapposizione stessa del delitto con la l’istituzione militare, ha creato non pochi danni nel corso di questi anni.

Manca l’ufficialità ma a completare la presentazione dei ricorsi d’appello sarà il sostituito procuratore Maria Beatrice Siravo, il magistrato che ha aperto le indagini nel 2016 e delegata dal procuratore capo Luciano D’Emmanuele a riproporre le tesi della pubblica accusa anche nel processo d’appello. Ha tempo sino al 23 marzo quando scadrà il termine di 45 giorni – scattato dalla data di deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado – per proporre ricorso. La dottoressa Siravo lo farà con un interrogativo: la Procura di Cassino avrebbe avviato nuove indagini per convincere i giudici d’appello sulla colpevolezza dei cinque imputati usciti di scena dal processo di primo grado?

(In copertina, immagine di repertorio del processo di primo grado, Tribunale di Cassino)

Gestione cookie