Spigno / Il nuovo polo scolastico già vecchio in località Argentara, la bagarre in tribunale

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SPIGNO – Il polo scolastico delle “nebbie”. La merita questa poco invidiabile presentazione il nuovo (anche se gia’ vecchio purtroppo) polo scolastico in località “Argentara” a Spigno Saturnia. Per accedere nel plesso di scuola materna finanziato dalle leggi regionali numero 12 del 1981 e 14 del 2008 nei giorni di pioggia serve un ombrello, la struttura pubblica attesa da centinaia di famiglie non è mai stata resa fruibile e ad oggi alla stessa comunità aurunca solo di spese legali è costata 22mila euro, più precisamente 22.022,44 euro. La genesi di questa brutta pagina di malamministrazione nasce il 15 settembre 2017 quando il dirigente dell’area tecnica Lino Pasquale Pampena con la determina 00275 approvava lo stato di avanzamento dei lavori compiuti a tutto il 20 aprile di quell’anno, il certificato di regolare esecuzione dei lavori (i dubbi, a tal riguardo, non sono mai mancati) e la rendicontazione di spesa affrontata.

Il comune di Spigno liquidò l’impresa appaltatrice (la Dfc Costruzioni srl di Bitonto, in provincia di Bari) per 267mila euro, l’architetto Fabio Scalzi con un impegno di spesa di poco più di 10mila euro per la direzione dei lavori, il coordinamento di sicurezza e per la redazione di due perizie di varianti, l’ingegnere Maurizio Pimpinella per un importo superiore ai 3800 euro per il collaudo statico, il Rup Salvatore Baris per quasi 2900 euro e, soprattutto, venne approvata la rendicontazione di spesa finale da cui emerse come il Comune avesse realizzato l’attesissima opera scolastica investendo un milione e 69mila euro a fronte del finanziamento regionale concesso di un milione e 160 mila euro. Insomma tutti applaudirono l’amministrazione del sindaco Salvatore Vento perché era stata capace di accontare un’economia di 63mila euro, di 50mila per il ribasso d’asta ottenuto e 13mila circa per minore spese sostenute. 

E invece per la scuola materna in località “Argentara” è iniziata un’autentica via crucis. Solo cinque anni più tardi – siamo nel 2022 – qualcuno, meravigliandosi, scoprì che nel nuovo edificio si erano create importanti infiltrazioni di acqua piovana che con il tempo hanno causato rilevanti danni ai locali sottostanti ma anche ai soffitti, intonaci e agli stessi pavimenti. Un’amministrazione attenta e presente sul territorio poteva capire che, nonostante la determina conclusiva del 15 settembre 2017, qualcosa non filasse per il verso giusto. Il comune di Spigno Saturnia ha deciso di intervenire soltanto il 9 luglio 2020 con un sopralluogo cui parteciparono il sindaco Vento, il dirigente e l’assessore ai Lavorio Pubblici e l’impresa esecutrice dei lavori al termine del quale sono stati “riscontrati danni alla struttura sopravvenuti a seguito di infiltrazione di acqua meteorica”.

Trascorsero altri mesi e solo il 3 dicembre 2020 venne incaricato di un tecnico (costo circa 3000 euro) per periziare i danni riscontrati. Ma il comune di Spigno Saturnia dovette attendere soltanto il 22 aprile 2021 per ricevere quella perizia che affermava la causa del problema ma non quantificava i danni subiti. Lo si seppe il 9 novembre 2011 quando tutti capirono che sarebbero stati necesssari ulteriori 160mila euro per rimediare. Naturalmente il comune decise a questo punto di citare la società realizzatrice dell’opera e per farlo il 9 dicembre 2021 la Giunta municipale di Spigno Saturnia con la delibera 107, facendo seguito ad un mandato del consiglio comunale, un impegno di spesa importante per il comune (oltre 14mila euro) incaricò una delle toghe più note e preparate del foro di Cassino, l’avvocato Sandro Salera. Per fare cosa? Proporre un giudizio contro l’impresa appaltatrice, il progettista ed il direttore dei lavori. Dove? Naturalmente davanti il Tribunale di Cassino.

La giustizia in Italia deve rispettare i suoi tempi ed il comune decise ancora di correre ai ripari. Come? Utilizzando un finanziamento di circa 180 mila ricevuto dal “Gal”, la cui destinazione dovrebbe essere – o almeno – per favorire lo sviluppo rurale ed agricolo. La Giunta Vento aveva messo in conto una contromossa dell’impresa realizzatrice la scuola, la “Dfc Costruzioni srl”, e ha fatto bene a fare questa previsione. L’amministratore Franco Di Fante, lo scorso 8 novembre, rappresentata e difesa dall’avvocato Davide Tagliaferri, ha citato in giudizio il comune di Spigno al pagamento della Somma di 139mila euro. Insomma dopo il danno anche la beffa. Il motivo? Fa leva su due riserve iscritte sui documenti contabili durante la fase di realizzazione del polo scolastico, “a causa della protrazione delle opere dovuta ai provvedimenti di sospensione adottati dalla direzione dei lavori”.

Il comune, che chiedeva di essere ristorato per i danni subiti, è stato citato invece per aver prorogato la chiusura del cantiere per una serie di sospensioni. E in quest’ottica lo scorso 2 febbraio la Giunta Vento con la delibera numero 8 ha attribuito un secondo incarico legale all’avvocato Salera – l’impegno di spesa è di circa 8000 euro – per difendersi dalla citazione in giudizio dell’impresa di Bitonto.

In attesa che il Tribunale di Cassino si pronunci, a Spigno Saturnia c’è un nuovo polo scolastico che è gia’…. vecchio prima ancora di fruibile. Se questa querelle nasconde non poche insidie penali e soprattutto erariali, a Spigno grida allo scandalo la gestione, pessima, di un’altra opera pubblica che avrebbe dovuto favorire la pratica sportiva e l’aggregazione sociale, soprattutto tra i giovani. Si tratta della struttura geodetica, completamente distrutta e adibita a ricettacolo di immondizia di ogni genere. La gestione e la conservazione dei beni comunali rientrano tra le priorità e i doveri di un “bravo amministratore e, se per la collettività è un dovere civico la loro salvaguardia e conservazione, non si dica che la colpa siano delle minoranze. Loro hanno difficoltà ad avvicinarsi nel palazzo-bunker di piazza Dante. O almeno.