Ventotene / Recupero del carcere di Santo Stefano, nominato il nuovo commissariato di governo

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VENTOTENE – Sarà un alto ufficiale ciociaro della Guardia di Finanza, esattamente di Sora, a sovraintendere ai complicati interventi di recupero, riqualificazione e valorizzazione del carcere borbonico sull’isolotto di Santo Stefano a Ventotene. Si tratta del generale in pensione Giovanni Maria Macioce, 76 anni il prossimo 1 giugno, che subentra alla guida del commissariato di governo per questa miliardaria opera pubblica all’ex deputata e parlamentare europea (area Pd) Silvia Costa, dimissionaria a fine gennaio al termine del mandato triennale conferitole all’epoca su proposta del Ministro ai beni culturali Dario Franceschini.

E invece mercoledì pomeriggio nel corso del consiglio dei Ministri a fare il nome del 75enne generale delle Fiamme Gialle di Sora è stato il neo ministro della cultura Gennaro Sangiuliano che, ai sensi dell’articolo 11 della legge 23 agosto 1988, numero 400, è stato nominato quale commissario straordinario del Governo per il recupero e la valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano. Questa nomina del governo era stata anticipata dallo stesso Macioce che nei giorni scorsi aveva rassegnato le dimissioni da delegato ai rapporti con la riserva marina di Ventotene e Santo Stefano definendola incompatibile con un incarico – aveva detto – in attesa di essere perfezionato.

E cosi è stato. Si erano mobilitati alcuni imprenditori turistici e ricettivi della seconda isola pontina, preoccupati del fatto che l’applicazione “a tutti i costi” di questo spoil system potrebbe bloccare un cantiere beneficiario di un finanziamento di 70 milioni di euro. Il generale Macioce si dice pronto a svolgere questo mandato commissariale dopo aver rappresentato il comune di Ventotene ai numerosi tavoli istituzionali voluti e presieduti dall’ormai ex commissaria straordinaria Silvia Costa di cui Macioce ora sostiene di apprezzare l’operato sin qui svolto al punto da garantirgli uno spessore istituzionale nazionale ed internazionale. Macioce si dice certo che il progetto di recupero dell’ex carcere borbonico “meriterà la necessaria continuità tecnico-amministrativa” fermo restando c he il consiglio comunale dell’isola lo scorso novembre ha presentato alcune osservazioni che, recepite dal comitato tecnico, riguardano la fattibilità dell’intero progetto che contempla una serie di interventi a terra e la realizzazione di strategici approdi.

La nomina del generale Macioce (per anni comandante nazionale del Roan delle Fiamme Gialle, il raggruppamento che ragggruppa i reparti operativi navali del corpo), di fatto, è una vittoria politica del sindaco Carmine Caputo e del suo predecessore Geppino Assenso che pensa, dopo la parentesi gestionale dell’Onorevole Costa, di esercitare un maggiore peso contrattuale nella realizzazione degli interventi (il generale Macioce vanta nel suo ricco curriculum la gestione dei fondi destinati a immense opere pubbliche come il canale di Suez) in fase di progettazione esecutiva. A tentare di bloccare questa nomina del governo Meloni non erano stati i soli imprenditori turistici-ricettivi di Ventotene ma anche i 23 tra Università, istituti di ricerca e associazioni che avevano inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni per rimarcare una condivi sa conclusione: il lavoro svolto dall’ex commissario Costa non può fermarsi, rimanere incompiuto e, peggio, essere considerato in modo diverso.

“Abbiamo perciò ritenuto importante far sentire la nostra voce al Governo poiché riteniamo che il bagaglio di competenze, sensibilità, capacità di aggregazione, impegno, scelta dei tempi, elaborazione di una visione complessiva – lo ribadeva l’appello inviato al Capo dello Stato – non siano facilmente sostituibili”. E invece il governo ha deciso…