Gaeta / Ex-piazzale della stazione, concluse indagini preliminari: Consid utilizzò “mezzi fraudolenti”

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GAETA – Il Consorzio industriale del Sud Pontino utilizzò “mezzi fraudolenti” tra il 29 giugno 2018 (data di pubblicazione dell’avviso di vendita) ed il 15 gennaio 2020 (giorno in cui fu stipulato il contratto definitivo di compravendita) per vendere alla neonata società “Immobiliare Cavour srl” il piazzale della stazione della ferroviaria di Gaeta. E’ una delle gravi accuse che ben tre magistrati, il capo della Procura di Cassino Luciano D’Emmanuele e i sostituti procuratori Chiara D’Orefice e Alfredo Mattei, hanno formulato nella conclusione delle indagini preliminari che nella giornata di venerd’ 20 gennaio è stata notificata ai legali di ben tre persone, tutte indagate a piede libero e probabilmente destinatarie nelle prossime settimane di una richiesta di rinvio a giudizio. Quella innescata dagli uffici della Procura di piazza Labriola è un’autentica bomba giudiziaria nel “cuore” della campagna elettorale delle regionali in programma il 12 ed il 13 febbraio prossimi. Uno degli indagati eccellenti è proprio l’ex sindaco di Gaeta, Cosimino Mitrano , in lizza per Forza Italia per il nuovo consiglio della Pisana. Ma andiamo per gradi.

Secondo i Pm inquirenti, che hanno condiviso le risultanze investigative del gruppo di Formia della Guardia di Finanza, i vertici del Consorzio industriale in carica tra il 2018 ed il 2020 sono indagati per turbata libertà degli incanti. Il presidente Salvatore Forte – ora vice presidente del Consorzio industriale del Lazio, anch’egli dii Forza Italia – e i membri del Consiglio d’amministrazione dello stesso Consind (l’ex presidente della Camera di Commercio di Latina Enzo Zottola e Antimo Merenna), il direttore tecnico dello stesso Consorzio Giampaolo Scalesse , il titolare della “Immobiliare Cavour” Edoardo Pansini e la moglie Fabrizia Conte avrebbero turbato, condizionandola per centrare l’obiettivo studiato a tavolino, la gara d’appalto pubblicatra dal consorzio il 29 giugno 2018.

Furono messi in vendita inizialmente tre fabbricati di proprietà del Consorzio industriale, di 103 metri quadrati, di 3 e 5 vani. Il prezzo d’asta fissato in partenza fu di 408mila euro con termine per la presentazione delle domande il 13 luglio 2018. Qualcosa per la Procura va chiarito in ordine a quanto successe il 15 gennaio 2020. In sede di redazione dell’atto di compravendita vennero inserite “non solo le consistenze immobiliari insitenti nella particella 3184 del foglio 25 ma tutta l’area ad essa circostante costuita da tutti i terreni ad esso adiacenti per un’estensione di 2737 metri quadrati”. Nella conclusione delle indagini preliminari emerge come il Consorzio industriale – vuoi per il periodo estivo di cinque anni – abbia dato “una limitata pubblicità all’atto di alienazione” in violazione alle direttive impartite dall’Autorità nazionale anti corruzione secondo le quali la licitazione pubblica andava pubblicizzata sulla pagina web del sito del Cosind e “su almenoi due quotidiani a maggiore diffusione locale”. Insomma di quesa vendita da parte del Consorzio non lo sapeva nessuno…tranne che la società interessata. L’unica offerta presentata fu soltanto della signora Conte che, solo il 7 settembre 2018 (e quindi in una data successiva alla scadenza della presentazione delle offerte fissata al 13 luglio dello stesso anno) costituiva con il marito Edoardo Pansini la società “Immobliare Cavour”. Quest’ultima, che aveva la sede presso uno studio legale nella centralissima via Piave a Gaeta, si aggiudicò la gara con un’offerta di 409mila euro, soltanto mille euro in rispetto alla già economica base d’asta del Consorzio industriale.

Il secondo capo d’imputazione pe il quale il dottor D’Emmanuele e i Pm D’Orefice e Mattei chiederanno probabilmente il processo riguarda i componenti della Giunta municipale di Gaeta in carica il 2 agosto 2019. Furono il sindaco Mitrano e gli assessori Angelo Magliozzi, Linda Morini, Lucia Maltempo, Felice D’Argenzio. Sono indagati di concorso in abuso d’ufficio con la dirigente del Settore Riqualificazione urbana del Comune Stefania Della Notte. La loro accusa è di aver approntato e approvato la delibera di Giunta numero 171 che dichiarava immediatamente eseguibile una variante al Prg del comune di Gaeta in forza della quale si determinava per l’ex piazzale della stazione la sua trasformazione da zona “S” (servizi scolastici e ferroviari) a “P”: parcheggi. Per la Procura quella delibera ha permesso il recupero degli standard urbanistici e soprattutto l’aumento della capacità edificatoria per la superfice di terreno ricadente in zona B1 ed identificata nel catasto nella particella 1379.

La loro colpa? Se il comune di Gaeta era stato tenuto all’oscuro di questa alienazione, la Giunta in carica tre anni avrebbe procurato al Consorzio Industriale del Sud pontino – avente la stessa guida politica, di Forza Italia – e alla neonata società “Immobiliare Cavour” un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito – come detto – da “un considerevole aumento del valore commerciale dell’area…nelle more del procedimento di definizione dell’operazione di vendita del sito”.

Nel terzo ed ultimo d’imputazione sono citati il presidente consortile Forte, i due membri del Cda, il direttore tecnico Scalesse perché il 14 giugno 2019, proponendo con la delibera 85 la variante urbanistica per la riattivazione della linea ferroviaria Gaeta-Formia (con la realizzazione di un nodo di scambio), proposero anche il frazionamento di parti dell’area adiacente a quello oggetto della pubblica vendita con la conseguente formazione di sei particelle, da 3218 a 3225. I vertici del Consorzio industriale sono indagati per lottizzazione abusiva per la violazione del Dpr 380/01 unitamente proprio al sindaco Mitrano e ai suoi assessori che il 2 agosto 2018, recependo l’illegale frazionamento operato dal Consorzio, approvarono la variante urbanistica richiesta dallo stesso Consorzio. Per la Procura, il comune di Gaeta obbedendo alle volontà dell’ente di programmazione industriale, di fatto aumentarono la capacità edificatoria del lotto già qualificato in zona B1 (di cui alla particella 3179) trasformato da zona “Servizi scolastici” a quella più remunerativa zona “P”. La Giunta Mitrano operò, insomma, una vera e propria lottizzazione abusiva operando una variante al Prg senza un idoneo piano attuativo o piano di lottizzazione”.

Insomma la Giunta di Gaeta commise l’analogo errore, più o meno voluto, di quella formiana nel 2008 quando , su indicazione sempre dell’architetto Stefania Della Notte (che all’epoca guidava il settore urbanistico del comune di Formia) fu rilasciato il permesso a costruire per la riconversione dell’ex pastificio Paone in un centro commerciale. La Procura di Cassino, come quella di Latina, ha utilizzato lo stesso metro di giudizio: serviva un piano di lottizzazione per ha un costo economico per il richiedente. Con una conseguenza: questa intera procedura urbanistica, se fosse stata promossa, avrebbe dovuto seguire un iter tecnico amministrativo più laborioso con la fase delle osservazioni e controdeduzioni ed l’approvazione finale della Giunta Regionale. Sarebbe stato troppo per portare a termine un’operazione immobiliare costata “soltanto” 409mila euro e ora avente un valore decisamente superiore…

Una curiosità: la conclusione delle indagini preliminari è stata sottoscritta dal Capo della Procura di Cassino D’Emmanuele e dai Pm Chiara D’Orefice e Mattei il 12 settembre scorso e notificata solo dopo quattro mesi ai legali dei 13 indagati. Si tratta degli avvocati Fabio Lattanzi, Gianluca Giannichedda, Antonello Quadrini, Luigi D’Anna, Vincenzo Macari, Andrea Di Croce, Antonio Buonemani, Gianrico Ranaldi, Stefano Martone, Fabrizio De Cesare, Pasquale Cardillo Cupo ed Ernesto Renzi.

Hanno venti giorni di tempo per presentare le memorie difensive o chiedere che i rispettivi assistiti. Lo faranno ? La campagna elettorale regionale in corso non è poi il massimo…