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Gaeta / Revoca dell’assessore Mario Paone (FdI), emergono alcuni retroscena sulle cause

GAETA – C’era da aspettarselo. E’ caduta nel vuoto- almeno per ora – la richiesta di chiarimenti invocata a Forza Italia dai vertici provinciali e regionali di Fratelli d’Italia dopo la decisione, partorita nel corso di una settimana, del sindaco di Gaeta Cristian Leccese di revocare all’assessore Fdi Mario Paone le deleghe assessorili alla Polizia locale, Protezione Civile, Sicurezza, Mobilità e Trasposti, Mitilicoltura e portualità del comune di Gaeta. Il portavoce regionale del partito di Giorgia Meloni, Paolo Trancassini, e quello provinciale Nicolas Calandrini la decisione contenuta nel decreto numero 4/2023 del sindaco Leccese di “licenziare” l’avvocato Paone l’avevano definita, senza peli sulla lingua, “un fatto gravissimo, un atto ingiusto, politicamente sbagliato” nel cuore della campagna elettorale regionale in cui Fratelli d’Italia e Forza Italia fanno parte della stessa coalizione e sostengono lo stesso candidato presidente Francesco Rocca.

La revoca dell’assessore Paone sicuramente sarà congelata per un mese e sarà affrontata subito dopo il voto regionale del 12 e 13 febbraio. Non a caso il sindaco Leccese, fedele ad una necessaria real politik tra il suo partito e Fdi, ha deciso di conservare ad interim le deleghe che sino a lunedì sera erano dell’avvocato ex Dc ed x Udc. Non c’è fretta per nominare un nuovo assessore, vuoi per la campagna elettorale in corso vuoi per un necessario chiarimento che sarebbe stato già auspicato tra la maggioranza consiliare di governo e la lista “Gaeta Tricolore”, altro non è quella che ha espresso, attraverso l’unico consigliere comunale e portavoce di Fratelli d’Italia Marco Di Vasta, la nomina in Giunta di Paone.

Il sindaco Leccese (e il suo predecessore Cosimino Mitrano, in lizza alle regionali per Forza Italia) hanno chiesto di mantenere le bocche ermeticamente cucite e tantomano di rispondere alle “provocazioni” dei vertici regionali e provinciali di Fdi. Forza Italia, insomma, non dovrebbe spiegare nulla, non dovrebbe giustificarsi in rapporto alla “cacciata” dell’assessore Paone perché – parafrasando Andreotti – Fratelli d’Italia sarebbe stata la causa del suo comportamento.

E’ quanto trapela da diversi ambienti della maggioranza che, pur non rilasciando alcuna dichiarazione ufficiale, collocano questo strappo tra il sindaco Leccese ed il suo assessore alla Polizia Locale alla fine di dicembre. Ma, per quanto possa apparire paradossale, l’avvocato Paone non c’entra nulla nel provvedimento di revoca di cui è stato destinatario. Il pomo della discordia sareebbe stato rappresentato niente meno che dal contenuto del Dup, il documento unico di programmazione, approvato nel consiglio comunale del 2022 e considerato propedeutico per il varo del bilancio di previsione 2023. Il documento contabile venne approvato regolarmente da Paone in Giunta ma in sede di maggioranza il suo consigliere comunale Di Vasta avrebbe iniziato a contestare la proposta licenziata dall’esecutivo proponendo addirittura alcune sostanziali integrazioni. Un fatto è certo. Il consigliere comunale Di Vasta non era presente, pare “giustificato”, alla seduta del consigliere comunale del 27 dicembre scorso quando le assenze nella maggioranza Leccese erano state addirittura cinque. E il Dup, che prevede l’alienazione sospetta di diversi terreni e aree di proprietà comunale venne regolarmente approvato.

Questo “affronto” di Di Vasta sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ormai colmo, nei rapporti tra Fdi ed il resto della maggioranza? Al momento questo interrogativo non può avere una risposta perché alla maggioranza è stato imposto il silenzio. Sinora l’assenza di Di Vasta alla seduta consiliare era stata motivata diversamente: non avrebbe voluto partecipare alla modifica di due articoli dello Statuto del comune di Gaeta che, di fatto, tendono a sopprimere le commissioni consiliari permanenti, argomento osteggiato da numerose diffide (ricambiate da pareri favorevoli) inviate dall’ex sindaco Silvio D’Amante alla Prefettura e al Ministero degli Interni. Questo feeeling tra il giovane consigliere Fdi e l’ex sindaco del Pds sinora (unitamente all’apertura dell’info point a Gaeta del candidato alle regionali Enrico Tiero) era considerato l’unico argomento punitivo di cui ha fatto le spes l’ormai ex assessore Paone. E invece ci sarebbe – come detto – dell’altro come una mancata omologazione di Di Vasta sul Dup ma anche iniziative politiche solitarie in tema di gestione delle spiagge libere o della presunta (e promessa) stabilizzazione di alcuni dipendenti precari del servizio della raccolta dei rifiuti.

Naturalmente la revoca di un assessore è ora motivo di galvanizzazione da parte delle minoranze di centrosinistra che non brillarono per lungimiranza a fronte delle cinque (non determinanti) assenze che la maggioranza dovette lamentare il 27 dicembre. Ora il segretario comunale del Pd, Gianluca Conte,afferma come già durante la campagna elettorale il Partito Democratico di Gaeta avesse evidenziato alcune differenze all’interno della coalizione di centrodestra, “una sommatoria d’interessi particolari e talvolta divergenti che si sono uniti per la gestione del potere senza una reale idea di città che tenga unite le varie forze che la compongono. La recente revoca delle deleghe all’ormai ex Assessore Paone senza che sia avvenuto alcun fatto politico se non il sostegno dei rappresentanti di Fratelli d’Italia al loro candidato di lista Enrico Tiero, come è normale che sia in un qualsiasi partito, e non all’ex Sindaco Mitrano candidato con Forza Italia dimostra quanto affermato in precedenza e dovrebbe far aprire una profonda riflessione tra le componenti della maggioranza che vedono subordinata l’azione di governo della città alle ambizioni di un singolo. Queste sono riflessioni che dovranno essere tutte interne alla maggioranza tuttavia, seppur avvenute solo a livello comunale, queste dinamiche rappresentano bene quanto sta succedendo nel governo dell’Italia e potrebbe accadere nel Lazio con un centrodestra unito solo sulla scheda elettorale ma diviso e poco efficace alla prova dei fatti a causa delle profonde diversità tenute insieme dal solo obiettivo della gestione del potere.

Nel decreto numero 4 di revoca dell’assessore Paone il sindaco Leccese aveva anticipato che questa mini crisi sarà illustrata nel primo consiglio comunale utile di Gaeta. A soffiare sul fuoco ci ha pensato proprio il consigliere comunale della lista che porta il suo nome, Silvio D’Amante, mercoledì firmatario di altre richieste di accesso agli atti come quella che riguarda il contenzioso promosso dall’Eni contro la decisione del comune di Gaeta di realizzare nel 1997 il depuratore su alcuni terreni in località Arzano. “La maggioranza chiarisca quanto è avvenuto in queste ore – ha tuonato l’ex sindaco D’Amante – L’allontanamento di Paone a sette mesi soltanto dal voto amministrativo è un regolamento di conti tutto interno alla maggioranza ma ci dispiace evidenziare come sia stato deciso fuori dalle stanze del comune di Gaeta”.

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