Gaeta / Pozzi Ginori, nuova vertenza

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GAETA – Tante le denunce sollevate in questi anni dagli iscritti dell’unione sindacale di base nei confronti del loro datore di lavoro, la Pozzi Ginori. Alcune hanno formato oggetto di contenzioso davanti al tribunale del lavoro, poi superato tramite l’accordo stragiudiziale ottenuto dall’avvocato Paolo Sciolto con il quale la Pozzi Ginori ha riconosciuto tutti i diritti retributivi e contributivi dei lavoratori rappresentati, messi in cassa integrazione non rispettando la rotazione, come era previsto dall’accordo. Le somme richieste e recuperate per i 9 lavoratori rappresentati si riferiscono al 2013. Ma l’avvocato Paolo Sciolto, ha annunciato che presenterà analoga richiesta in tribunale anche per l’anno 2014. Per ora vi hanno già aderito un quindicina di dipendenti della Ginori, ma son in tutto 45 coloro che erano in cassa integrazione in quel periodo.

“Dal punto di vista legale – ha dichiarato l’avvocato Paolo Sciolto – andiamo avanti speditamente. Per il 2013 è stato riconosciuto tramite un accordo l’illegittimità della rotazione. La causa pendente presso il tribunale di Cassino si è risolta con il riconoscimento integrale dei diritti retributivi e contributivi, tramite un accordo stragiudiziale. Nonostante questo si reitera la precarizzazione dei diritti, tenendo fuori gli stessi lavoratori per il secondo anno consecutivo (2014) e lasciando intendere che detti comportamenti continueranno anche nel 2015. “Casualmente” sono tutti lavoratori iscritti all’Usb”.

“C’è una sorta di preclusione contro di noi – lamentano i lavoratori dell’Usb – la scorsa estate lavoratori della Cisal sono andati all’ispettorato del lavoro per la reintegrazione, chiudendo l’accordo con l’azienda. La settimana dopo abbiamo proposto lo stesso accordo, ma la parte datoriale non si è presentata”.

Ma sono anche altre le lamentele di questi dipendenti, in tutto una ventina, da due anni ormai fuori dal processo produttivo. “Le visite mediche – denunciano – sono ferme da anni. Attualmente sono fuori operai con certificazioni di strutture sanitarie e medico aziendali. La Usb ha denunciato lo scorso ottobre questa particolarità all’Inps, all’Inail, all’Asl ed all’Ispettorato del Lavoro”.