Sud Pontino / “Un pennarello contro i femminicidi”: la T-shirt che “fa contare” il numero delle vittime di violenza

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SUD PONTINO – La violenza è un linguaggio che non ha motivo di essere “parlato”. La diversità è una preziosa risorsa che non ha motivo di essere arginata. Vero è l’inverso: dovremmo introitare l’etorogeneità della diversità, dovremmo limitare – fino a cancellare – l’uso della violenza, in tutte le sue declinazioni. Si tratta, però, di un cammino lungo che nel mentre lascia tanti di noi a bocca aperta nel veder crescere un numero di vittime indirette e dirette – come nel caso dei femminicidi e della violenza di genere – di quel “linguaggio”.E’ un numeratore progressivo, purtroppo, troppo spesso aggiornato.

A ricordarlo è la campagna promossa – in questo solco – da alcune donne del Sud Pontino denominata “Un pennarello contro i femmincidi”: una maglia, un numero – quello delle vittime di femminicidio – e un pennarello con il quale fermarsi per un attimo a riflettere nell’attualizzare di volta in volta quell’infelice numero. Pennarelli colorati tutti diversi per le donne che hanno già scelto di aderire e continueranno a farlo, proprio nel tentativo di difendere il valore della diversità, mentre però dentro ognuna qualcosa si spezzerà tracciando – è così che si sviluppa la campagna – quella croce sul numero precedente per annoverare il nuovo.

Con “Un pennarello contro i femmincidi”, ogni donna aderente diventa “contatore” dell’odioso numero crescente di vittime cadute per mano di un uomo violento; questo perchè non si spenga la luce su cifre che sono stati – e sono – nomi di cui però, dopo poco i fatti di cronaca, per i più sparisce il ricordo. Ed ecco comparire i numeri sulle T-shirt affinchè restino come scolpiti nella pietra al fine di consolidare una consapevolezza che diventi a sua volta promotrice di sensiblizzazione ed educazione ai sentimenti.

Chiara Facci e Carmela Cassetta

Il progetto è stato inaugurato nel settembre di quest’anno con il viaggio alla Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia della Presidente del Parco Riviera di Ulisse, Carmela Cassetta – madrina della campagna di sensibilizzazione – che non solo ha indossata la prima T-shirt– quella con l’allora slogan “Non voglio il 427” – ma ne ha anche consegnata una all’attrice R.Rocío Muñoz Morales , madrina della rassegna cinematografica della Laguna.

Adesso chiaramente “Un pennarello contro i femmincidi” prosegue in vista del 25 novembre – “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” – ma essa andrà ben oltre questa data con l’idea per imperversare tutto l’anno con lo stesso unico obiettivo: certe “battaglie” non possono fermarsi ad una sola giornata, hanno la necessità primaria di essere coltivate giorno per giorno, grazia a chiunque voglia diventare testimonial di questa campagna ricevendo la sua maglietta e relativo pennarello, ma con l’auspicio che quest’ultimo possa non essere mai utilizzato per aggiornare il numero.

A questo scopo la campagna punta non solo, come ampiamente spiegato, a sensiblizzare sull’argomento, a stimolare la parità di genere reale e il rispetto concreto, ma anche pungolare le Istituzioni centrali affinchè si possa pensare ad introdurre l’ ‘educazione ai sentimenti’ nelle scuole, creando una vera e propria rete emotiva intorno alle piccole donne e i piccoli uomini che saranno gli adulti del domani” – spiega Carmela Cassetta, tra le fondatrici della campagna insieme ad altre donne tra cui Chiara Facci, designer grafica della stessa. La speranza, per loro tutte, è che “Un pennarello contro il femmincidio” con i suoi natali nel sud Pontino possa diventare virale in tutta Italia.