Formia / Licenziamento del dirigente Ottaviani, maxi-debito per il Comune: parole grosse tra le consigliere Villa e Arnone

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FORMIA – Centosettantamila euro, centesimo più…centesimo meno. E’ la somma che il comune di Formia, formalizzati i necessari adempimenti burocratici ed amministrativi, dovrà bonificare nei prossimi giorni all’ex responsabile del settore Cultura e Politiche sociali e del distretto socio sanitario del sud pontino, Maurizio Loreto Ottaviani. Il via libera l’ha dato il consiglio comunale ratificando il debito fuori bilancio scaturito dalla sentenza della sezione Lavoro della Corte D’appello, la numero 3073/2022, che ha condannato il comune di Formia a riconoscere gli stipendi che avrebbe dovuto percepire il dirigente di Fontana Liri dal giugno 2018 al dicembre dell’anno successivo.

I giudici di secondo grado avevano infatti confermato la sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Cassino, Raffaele Iannucci, che, accogliendo integralmente il ricorso di Ottaviani, aveva censurato il suo allontanamento deciso dal neo sindaco Paola Villa due giorni dopo, il 26 giugno 2018, la sua vittoria elettorale. Ottaviani era stato incaricato dall’ex sindaco Sandro Bartolomeo il 30 dicembre 2016 grazie ad una selezione che, indetta ai sensi dell’articolo 110 del decreto legislativo 267/2000, avrebbe dovuta avere una durata minima di tre anni. E invece il 26 giugno 2018 il neo sindaco di Formia licenziò il dirigente applicando un principio ispirato dallo spoil system americano.

Il legale del dottor Ottaviani, l’avvocato Antonio Rosario Bongarzone, ha chiesto ed ottenuto che la Corte d’Appello applicasse il contenuto di nuove sentenze della Corte di Cassazione che, interpretando meglio l’articolato degli incarichi fiduciari negli enti locali, hanno dimostrato come gli stessi non cessino alla scadenza del mandato del sindaco o di un presidente della Provincia ma devono avere una durata minimo di tre anni e non superiore ai cinque. Per i giudici d’appello il rapporto di lavoro di Ottaviani con il comune di Formia sarebbe dovuto scadere il 31 dicembre 2019 e non 18 mesi prima quando fu decisamente più cauta e più corretta – alla luce della sentenza di secondo grado – la decisione del commissario Prefettizio Maurizio Valiante che nel dicembre 2017, appena insediatosi al comune di Formia al posto del dimissionario sindaco Sandro Bartolomeo, confermò Ottaviani nel ruolo di dirigente sulla scorte della selezione vinta un anno prima avente una durata una valenza triennale.

Questo licenziamento ha riproposto un dilemma: se Ottaviani fosse rimasto al suo posto, il comune di Formia sarebbe rimasto ente capofila del distretto socio sanitario (con tutti i benefit di natura finanziaria grazie ai contribuiti della Regione Lazio) del sud pontino? Questo interrogativo è stato rilanciato martedì sera dal capogruppo di “Guardare Oltre” Imma Arnone, protagonista di un nuovo velenosissimo e aspro scambio verbale (dopo quello registrato in commissione bilancio) con l’ex sindaco Villa accusata di aver adottato una scelta “scellerata” di cui dovrà rispondere ai “contribuenti di questa città”. Un fatto è certo: la delibera approvata dal consiglio comunale – come prevede la norma – sarà inviata alla Procura regionale presso la Corte dei Conti e, se la maggioranza Forza Italia-Fratelli d’Italia con un emendamento ha voluto ribadire la sua totale estraneità a questa incresciosa vicenda, tra Paola Villa e Imma Arnone sono volate letteralmente le scintille nella sala Ribaud del palazzo municipale. Soprattutto quando la professoressa di scienze ha chiamato in causa le “fallimentari” esperienze societarie della Formia Servizi e della Golfo coinvolgendo pertanto le amministrazioni di centro sinistra del quattro volte sindaco Sandro Bartolomeo che della signora Arnone è il marito.

Io rispondo dei miei atti da quando sono stata eletta consigliere comunale il 4 ottobre 2021 – ha tuonato Imma Arnone rispondendo a muro duro all’ex sindaco Villa – Non mi risulta che ci siano sentenze passate in giudicato, a cui devono far fronte i cittadini contribuenti, per vicende amministrative adottate durante i governi del centro sinistra”.

L’ex primo cittadino, politicamente isolata, ha tentato di giustificare il frettoloso e (ora) oneroso licenziamento di Ottaviani sostenendo di dover recuperare all’epoca un dirigente a servizio dell’area tecnica del comune di Formia. Ma anche questa timida difesa d’ufficio ha dovuto fare i conti con un’altra realtà: l’allontanamento nel giugno 2018 del bravo dirigente ciociaro fu il prologo di una perdita da parte del comune di Formia del ruolo di ente capofila del distretto socio sanitario del sud pontino. Non a caso Ottaviani divenne il suo responsabile nel momento in cui nell’autunno di quattro anni fa – e l’ha ricordato la consigliera Arnone . il distretto finì sotto l’orbita ed il controllo del comune di Gaeta.

Il capogruppo di “Guardare Oltre”, insieme all’ex primo cittadino Villa e ai consiglieri comunali del Pd Luca Magliozzi e Alessandro Carta, hanno tentato di bloccare la modifica, dopo 23 anni, dello Statuto Comunale che, “scremato” di alcuni istituti come il difensore civico ed il decentramento amministrativo (aboliti da leggi nazionali), prevede ora la facoltà da parte di un sindaco di nominare, ad inizio mandato(quello a Formia ha già la durata di un anno), i propri dirigenti. I rappresentanti delle minoranze hanno presentato alcuni emendamenti, tutti respinti, che volevano concedere un maggior peso contrattuale alla figura del segretario generale alla luce delle nuove disposizioni contenute nel nuovo contratto nazionale di lavoro e per garantire una maggiore tutela all’ente in ordine alle nomine dei dirigenti.

Ancora Imma Arnone: “I responsabili di settore e gli stessi dipendenti interni non cessano la loro funzione alla scadenza del mandato di un sindaco. Devono rimanere in carica da un minimo di tre ad un massimo di cinque anni. Lo prevedono l’articolo 110 del decreto legislativo 267/2000 e alcune sentenze emesse successivamente”

La maggioranza aveva fretta di approvare il nuovo Statuto con l’intento di far ruotare (dopo un anno) i dirigenti, a cominciare dalla responsabile del Comando di Polizia Locale Rosanna Picano. Serviva il voto dei due terzi dei consiglieri assegnati ed il soccorso, decisivo, sarebbe arrivato alla maggioranza di centro destra dal consigliere indipendente Francesco Di Nitto che, eletto tra le fila della minoranza, rappresenta quest’ultimo nelle commissioni anche se poi legittimamente vota insieme da tempo insieme alla maggioranza Taddeo. Questione di stile e, soprattutto, di etica.

Approvando all’unanimità un permesso a costruire in deroga al Prg finalizzato al miglioramento dei percorsi anti Covid 19, il consiglio comunale ha affrontato, seppur indirettamente, l’attuale gestione dell’ospedale Dono Svizzero di Formia. La più dura e polemica è stata la consigliera Paola Villa: “Dall’Asl, nonostante l’emergenza pandemica, soltanto parole, comunicati stampa e annunci mai mantenuti. Questa amministrazione è stata assai timida quando si trattava di incalzare i dirigenti dell’Asl che – rispondendo al sindaco Gianluca Taddeo – attendiamo ancora in consiglio per affrontare in una seduta monotematica le prospettive che attendono il secondo più importante ospedale della provincia. “

Paola Villa di sicuro non è rimasta soddisfatta, inoltre, delle risposte arrivatele dal tavolo della Giunta e dall’assessore all’ambiente Eleonora Zangrillo circa lo stop da concedere, da parte ei comuni del litorale, al rinnovo delle concessioni demaniali (scadute il 31 dicembre 2020) a favore degli impianti di acquacoltura insistenti nel mare tra Formia e Gaeta. “Ci sono molti posti di lavoro da tutelare” – ha commentato il sindaco Taddeo nell’ambito del dibattito scaturito dalla presentazione dell’interrogazione.

Caustica la replica dell’ex primo cittadino affiancato questa volta dal capogruppo Arnone: “Non vediamo quale possa essere la differenza, sotto il profilo occupazionale, se gli allevamenti dei pesci siano presenti all’interno del Golfo o all’esterno di Punta Stendardo. Anche in quest’ultima circostanza i posti di lavoro sarebbero ugualmente garantiti”.

La maggioranza, impegnata a ratificare “responsabilmente” una pioggia di debiti fuori bilancio, ha affidato in conclusione al sindaco Taddeo la difesa, definita “sterile e poco convincente”, per respingere gli attacchi arrivati dal capogruppo Arnone, dai consiglieri Dem Carta e Magliozzi e dal capigruppo di Prima Formia Antonio Di Rocco sull’inutilità di approvare lo schema dell’acccordo di programma tra alcuni comuni del territorio per l’attuazione delle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

“Un altro provvedimento assunto con un ritardo ingiustifiabile. Il comune cerca un project manager per la progettazione degli interventi da finanziare con i fondi del Pnrr. Avrebbe potuto farlo la scorsa primavera – ha cadenzato le parole il capogruppo Di Rocco – il giorno dopo l’approvazione del bilancio di previsione. Questa figura professionale costerà all’ente, sino al 31 dicembre 2026, 43mila euro all’anno per sole 15 ore settimanali. Ma siamo tutt’altro che rassicurati, in rapporto ai ritardi che hanno caratterizzato le scelte fiduciarie assunte sinora dall’amministrazione Taddeo per la gestione soprattutto dell’area tecnica. I fondi del Pnrr sono in scadenza e dubitiamo che possano essere intercettati nell’immediato quando questo ufficio ancora da istituire (quando e con quali risorse umane dell’ente nessuno ce lo dice chiaramente) dovrebbe fare dell’altro…intercettando i fondi europei che, tramite la Regione, si preannunciano tre volte di più di quelli del Pnrr”.

Noi dobbiamo provarci perché questa del piano nazionale di ripresa e resilienza è una scommessa da vincere a tutti i costi nell’interesse di Formia e dell’intero Golfo” – ha risposto il sindaco Taddeo – All’accordo di programma seguiranno le convenzioni che potranno essere adeguate e migliorate”.

Imma Arnone, ma anche il consigliere del Pd Carta, hanno bocciato la formula del bando pubblico: “Il tempo a disposizione non è granchè. Le università e talune società del settore hanno a disposizione figure di provata affidabilità professionalità. Ma può recitare un ruolo di primissimo piano la stessa amministrazione Taddeo mettendo fuori dal cassetto il piano di digitalizzazione del comune e lo stesso piano urbano del traffico. Sono stati già liquidati…basta attuarli”.

Per la scelta del project manager il comune di Formia ha ricevuto due rifiuti importanti, dai comuni di Gaeta e Minturno. Hanno aderito comuni a guida Forza Italia (San Felice Circeo, Monte San Biagio, Fondi, Castelforte e Santi Cosma e Damiano) e, per ultimo, quello di Itri vicino alle posizioni di Fratelli d’Italia. Imma Arnone ha concluso la seduta consiliare facendo ricorso all’autoironia: “Ma domani mattina se vogliamo realizzare un ponte tra Formia e Santi Cosma e Damiano come faremmo senza il coinvolgimento del comune di Minturno?”.