SPERLONGA – Arriva dalla Lombardia, da una delle circoscrizioni italiane più settentrionali, la notizia dell’aumento, in termini numerici, della delegazione pontina nei rinnovati due rami del Parlamento. Saranno cinque i parlamentari espressione della provincia, cioè di candidati che, considerati purosangue, sono stati eletti domenica in occasione delle elezioni politiche. Il quinto – ma non importante in considerazione della sua apprezzata e generosa attività attività politica e professionale – è Sara Kelany, sperlongana a prescindere dal suo cognome tipicamente anglosassone (il padre è di origini egiziane). Avvocatessa con uno studio in pieno centro a Fondi, Sara Kelany è stato eletta per Fratelli d’Italia nel lontanissimo collegio plurinominale Lombardia 2, ai confini con la Svizzera. Era la capolista di Fdi che ha conquistato 326.768 voti, pari al 30, 28%, uno score che ha permesso l’approdo a Montecitorio di altri due candidati del partito di Giorgia Meloni, Umberto Maerna Novo e Maria Benedetta Lucreazia Mantovani. L’avvocato Kelany siederà dunque alla Camera dei Deputati insieme ad un altro volto femminile della politica pontina, Giovanna Miele, consigliera comunale in carica della Lega a Latina candidata al secondo posto del listino proporzionale alle spalle del “dominus” della sanità priva romana qual è l’imprenditore Antonio Angelucci e davanti il coordinatore comunale della Lega di Latina Vincenzo Valletta.
In effetti Senato erano stati riconfermati, in rappresentanza della provincia di Latina, il coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone (eletto con una valanga di voti nel colleggio uninomunale delle province di Latina e Frosinone), quello provinciale di Fdi Nicola Calandrini (in lizza nel proporzionale) mentre il segretario regionale della Lega Claudio Durigon per passare da Montecitorio a Palazza Madama aveva accettato dal “capitano” Matteo Salvini di stravincere il collegio uninominale delle province di Viterbo e Rieti.
Di Sara Kelany nessuno nel corso di questa campagna elettorale ha parlato per la somma gioia del personaggio che ha sempre preferito
Lo è stato per Nicola Procaccini – il cui nome è tornato a campeggiare nel borsino dei papabili candidati del centro destra alla presidenza della Regione Lazoio insieme a quelli dei giornalisti Nicola Porro di Rete4 e Gennaro Sangiuliano direttore del Tg2 e del manager e presidente dell’Istituto del Credito Sportivo, Andrea Abodi – quando è approdato a Bruxelles nel 2019 ed il 25 settembre, domenica scorsa , per la storica e bulgara vittoria di Fratelli d’Italia.
Sara Kelany approda ora a Montecitorio togliendosi, in un sol colpo, due sassolini dalle proprie scarpe sul piano politico-elettorale. Non ha mai rinnegato il suo “status” di essere un bastian contrario in Giunta di Armando Cusani sino a chiedergli un passo di lato quando c’è stata la necessità di farlo in tempi più o meno recenti. Non ha mai voluto mai guadagnare l’icona di essere diventata una novella Giovanna D’Arco della politica locale decidendo di “pedalare con le sue gambe “ la bicicletta su cui aveva deciso di salire. La sorte le aveva voltato le spalle lo scorso ottobre, in occasione delle ultime elezioni amministrative. L’avvocato aveva deciso, sino all’ultimo tentativo, di evitare l’atomizzazione delle minoranze consiliari chiedendo la convergenza sul primario chirurgo Vincenzo Viola per tentare di porre fine alla quasi ventennale esperienza amministrativa di Armando Cusani. L’impresa non le era uscita e per il due volte presidente della Provincia è stato un gioco da ragazzi succedere a se stesso al cospetto delle candidature proposte dalle minoranze, quelle di Vincenzo Viola e di Marco Toscano. Per Sara Kelany la parola data va sempre mantenuta e generosamente accettò la candidatura per un ritorno nel consiglio comunale di piazza Europa. Ma la dea bendata le voltò le spalle. Per una manciata di voti risultò la prima dei non eletti. A quasi un anno le si sono spalancate altre porte, sicuramente più impegnative ma prestigiose, quelle di Montecitorio.