Regione Lazio / Primari nella sanità pubblica, l’assessore D’Amato risponde alla Lega

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REGIONE LAZIO – Chiamato in causa da alcuni esponenti del centro destra e, in particolare, della Lega, l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato interviene nel merito della scelta dei primari nella sanità pubblica del Lazio.

Da anni questi incarichi si assegnano in presenza della Guardia di Finanza ed il Lazio è l’unica Regione a farlo da tre anni” –  ha puntualizzato D’Amato che ha fatto riferimento al contenuto della delibera pubblicata sul Bollettino ufficiale numero 67 del 20 agosto 2019. La delibera scaturì da un protocollo di intesa con il Comando Regionale della Guardia di Finanza. Fu un’intesa in materia di controllo della spesa sanitaria. Le operazioni di sorteggio avvengono sempre alla presenza del personale della Guardia di Finanza proprio per garantire la massima trasparenza e per l’assessore D’Amato quella fu una scelta voluta dall’Amministrazione Zingaretti: “L’abbiamo fatto affinché tutte le procedure di conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa avvengano nel pieno rispetto della legge. Il Lazio – ha concluso l’assessore regionale alla sanità  – è una delle prime Regioni italiane ad adottare questo sistema”.

D’Amato ha rilasciato queste dichiarazioni lunedì sera nel corso dell’infuocata trasmissione “Quarta Repubblica” su Rete 4 che aveva dedicato una sua parte alle polemiche e ai veleni innescati dal video sulla lite di inizio giugno tra l’ex capo di gabinetto del comune di Roma Albino Ruberti ed il fratello del potente presidente del Consorzio industriale del Lazio Francesco De Angelis, Vladimiro. D’Amato ha parlato dell’esito dei concorsi per i primari nel Lazio dopo l’atto d’accusa rivoltogli dal due volte sindaco di Frosinone e ora candidato alla Camera per la Lega nel collegio Terracina – Cassino.

“Il dubbio vero, a questo punto, è che allora quando Zingaretti e Letta parlano di riformare il mercato del lavoro si riferiscano proprio a quello che è stato congegnato alla ASL di Frosinone e dintorni, dove – aveva tuonato Nicola Ottaviani – a lavorare erano sempre gli stessi, a discapito degli altri”.

Pasquale Ciacciarelli, consigliere regionale dello stesso carroccio, non era stato tenero: “Ci chiediamo perchè l’Asl di Frosinone ha individuato i direttori delle unità operative senza un concorso? Perché si sono preferiti dei primari facenti funzioni persino dopo i 12 mesi previsti dalla legge? Il presidente Nicola Zingaretti e l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, non parlano”.

L’attesa però è terminata dopo qualche secondo in diretta tv.