Gaeta / Distretto socio-sanitario: negata la misura del “controllo giudiziario” al consorzio Nestore

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GAETA – Il consorzio Nestore non può continuare a garantire importanti servizi alla persona per conto del distretto socio sanitario Latina 5, quello del sud pontino, di cui è ente capofila dall’autunno 2018 il comune di Gaeta. Lo ha sentenziato la sezione Misure di Prevenzione e sorveglianza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha respinto il ricorso presentato dal consorzio di Falciano del Massico, in provincia di Caserta, interessato a conservare i titoli sulle attività già in esercizio e frutto degli affidamenti ottenuti negli ultimi anni da alcuni comuni e dall’Asl di Caserta e, come detto, anche dal distretto socio sanitario del Golfo dell’Asl di Latina. Insomma il Tribunale di Santa Maria del Capua Vetere ha negato al Consorzio Nestore la possibilità di beneficiare della procedura prevista dall’articolo 34 bis del decreto legislativo numero 159 del 2011 con il quale avrebbe potuto continuare a svolgere i servizi per i quali aveva vinto una regolare gara d’appalto.

La sezione Misure di prevenzione e sorveglianza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha respinto, nello specifico, l’istanza del consorzio di usufruire finanche del “controllo giudiziario”, di operare, cioè, sotto tutela con la facoltà di riferire periodicamente sulla sua attività societaria alla Polizia Tributaria e alla Questura di Caserta. Il diniego del Tribunale scaturisce probabilmente dall’ordinanza del Tar della Campania che, respingendo un ricorso, aveva confermato l’interdittiva anti mafia ai danni del consorzio di Falciano.

La sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere potrebbe bloccare lo svolgimento di alcuni servizi appaltati dal distretto socio sanitario Latina e l‘ex sindaco di Gaeta Silvio D’Amante, nella veste di consigliere comunale d’opposizione, in una lettera al neo primo cittadino Cristian Leccese ha chiesto una riunione urgente del distretto socio sanitario. “Si temono ripercussioni anche di natura occupazionale con i lavoratori, residenti nei centri del sud pontino, che in queste vicende – sostiene D’Amante – non hanno nulla a che fare. E’ importante che l’amministrazione comunale di Gaeta, comune capofila del distretto socio sanitario, intraprenda le giuste iniziative per una normalizzazione della situazione. Si deve lanciare un segnale ai lavoratori che, addetti in importanti servizi, non sono affatto responsabili delle azioni sinora adottate”.

Che resti in vigore l’interdettiva anti mafia emessa dalla Prefettura di Caserta lo ribadisce anche l’ex sindaco di Formia Paola Villa per la quale “bisogna agire”. ” Ho più volte richiesto al Comune di convocare una commissione ‘Servizi Sociali’ ad hoc, e soprattutto convocare una riunione del Distretto Socio-Sanitario dove capire gli appalti anche di elevato valore economico, vinti da Nestore, che fine facevano e soprattutto quali tutele venivano messe in atto per i lavoratori. L’interdittiva antimafia coinvolge chi gestisce il consorzio, chi lo dirige e negli anni ha creato una fitta rete di ‘rapporti di forza e potere’ con enti locali, Asl e distretti. La stessa interdittiva non può essere attribuita ai lavoratori, spesso pagati con ritardo e dopo avere aspettato per lunghi mesi. Ora – ha concluso l’ex sindaco Villa – ci aspettiamo che il Comune di Formia agisca e soprattutto comunichi ufficialmente il da farsi insieme al Distretto socio-sanitario capeggiato dal Comune di Gaeta”.